ESCLUSIVA: ecco il governo di Anacleto Colombiano. I nomi dei suoi consulenti e del suo direttore generale. Finalmente una boccata d’aria di garantismo
12 Giugno 2025 - 21:42

Qui in alto potete leggere lo schema di quelli che affiancheranno il sindaco di San Marcellino se, il giorno 27 giugno, dovesse diventare presidente della Provincia. Ovviamente sotto l’egida dell’imperatore e sultano Giovanni Zannini
CASERTA/SAN MARCELLINO (Gianluigi Guarino) – Anacleto Colombiano è ufficialmente un candidato alla presidenza della provincia. Fa parte di un’area politica a nostro avviso equivoca perché in questo modo abbiamo descritto assumendoci sempre le nostre responsabilità la politica di Zannini e degli zanniniani, che rappresenta, sempre a nostro avviso, un virus che ha contribuito ad aggravare lo stato di arretratezza di questa terra.
Non crediamo che in questi anni il signor Colombiano non abbia avuto la possibilità di replicare ai nostri articoli. Se lo avesse fatto ogni sua parola, come ogni parola di chi ritiene di confutare le nostre tesi, sarebbe stata pubblicata. Ha scelto un’altra strada: quella delle quelle intimidatorie, quella delle citazioni civili per ottenere risarcimenti di danni che solo lui ha valutato come tali rispetto alla sua immagine. Ha scelto finanche di rivolgersi all’ordine dei giornalisti.
Ma noi non abbiamo mai avuto nulla da dire nei confronti della persona. Come accade per il 95% delle, ripetiamo la parola volutamente, persone di cui ci occupiamo, non ci abbiamo mai parlato, non ci abbiamo mai comunicato attraverso il telefono o mediante i social. E bene abbiamo fatto, perché noi non dobbiamo occuparci del tratto privato di Anacleto Colombiano, ma abbiamo il dovere di occuparci di come Colombiano svolga la sua funzione pubblica. E così continueremo a fare, a testa alta e senza mai cedere di un centimetro davanti alle intimidazioni delle sue querele e di altri. Se vuole un confronto con CasertaCe si può accomodare in redazione. Accenderemo le nostre telecamere e gli porremo serenamente, cortesemente, una ventina di domande, ovviamente senza concordarne una sola.
Chi non ha nulla da temere, non ha nulla da nascondere. Lui avrà tempo e possibilità di replicare punto per punto. Ma alle nostre domande non a quelle che gli pongono in modello Permaflex, anzi Eminflex – in onore al suo amico Francesco Silvestro, patron di questa famosa marca di materassi – che gli porgono, genuflessi, altri giornali.
Detto questo noi continuiamo a battere il sentiero nobile della satira, quella degli antichi giullari di corte, che attraverso le loro performance riuscivano ad esprimere segnali e contenuti di libertà in un mondo dominato dal sopruso dei signori e dei signorotti, i quali spesso non si accorgevano che dietro a certe parole, utilizzate nelle performance comiche dei giullari, si nascondeva l’arte della satira, che è un segno tangibile di democrazia; perché un potente ha già tanti vantaggi, tante possibilità e tante ricchezze e se non può essere messo neppure in discussione con lo sfottò, vuol dire che il sistema è scivolato nell’autoritarismo che taglia fuori i cittadini dalla possibilità di tenere il politico, tronfio e danaroso, sempre sul chi vive, sull’avviso.
Noi diciamo forte e chiaro che le persone vicine ad Anacleto Colombiano non sono dei camorristi. Non lo sono neanche Giorgio Marano, coinvolto in diverse inchieste in quanto considerato, a nostro avviso ingiustamente, un grande organizzatore del traffico nazionale ed internazionale dei rifiuti gestito dal clan dei casalesi negli anni ’90 e nei primi anni 2000. Ed anche per quel che riguarda Salvatore Fioravante, soprannominato simpaticamente porcellino, riteniamo in piena libertà, da cittadini e giornalisti che hanno letto le carte giudiziarie, che il suo marchio di capozona del clan dei casalesi, a San Marcellino, rappresenti un’accusa spropositata. Ciò per dire che Anacleto Colombiano non deve arrabbiarsi nel momento in cui noi diciamo che Giorgio Marano e Salvatore Fioravante sono imparentati direttamente con suo genero Marcello Della Corte, che ha sposato proprio la figlia di Anacleto Colombiano, perché questo non significa che Anacleto Colombiano è connesso alla camorra. Significa che ha una famiglia fatta di persone che magari hanno avuto problemi giudiziari.
E forza, Colombiano, chi non ne ha? Il sottoscritto, ad esempio, è un famigerato pregiudicato in quanto diffamatore mattutino, pomeridiano e serotino dei politici casertani, degli imprenditori che producono il 100% del loro reddito grazie ai rapporti con la politica, grazie agli appalti pubblici. E mica mi metto a querelare poi tutti quelli che dicono, inoltre, che io sono un diffamatore, un estorsore, un drogato, un pazzo, un molestatore di fanciulle. Lo dicono, ci sta. Perché un giornalista che dà fastidio, in un posto come Caserta, deve necessariamente essere battuto con la calunnia, fermo restando che io sono un pregiudicato, in quanto diffamatore di politici e di imprenditori molto spesso di camorra.
Ci si conceda allora un po’ di satira, un po’ di divertimento. Ci si faccia allora una risata, Colombiano, su questo schema che oggi presentiamo col sorriso sulle labbra. E’ una sorta di organigramma di staff, con gente che non potrà assumere la funzione di assessore esterno, non prevista dall’ordinamento delle provincie, così come queste furono regolamentate da quell’aborto della legge Delrio, ma che a nostro avviso saranno vera benzina, vero propellente atomico nel motore del sindaco di San Marcellino, qualora il 27 giugno dovesse diventare presidente della provincia.
Ci scusasse se lui non è proprio la fotografia apicale, ma avrebbe rappresentato un’evidente difetto di analisi non inserire l’immagine di Giovanni Zannini nella qualità di imperatore, di sultano, in un’eventuale amministrazione provinciale di Colombiano. Sotto l’immaginetta di quest’ultimo, le persone che lo hanno stimato, lo stimano, che collaborano con lui da molti anni o da meno tempo e che lui, a sua volta, stima.
Tenete presente quello che Trump ha fatto con Musk? Una specie di quella roba là. Noi vedremo benissimo l’indubbia intelligenza, sottile, spesso luciferina, dell’ingegnere degli ingegneri, Gennaro Pitocchi, ricoprire la carica di direttore generale, ossia di colui che ha la direzione di tutto l’ordito amministrativo di Colombiano.
Assolutamente irrilevanti, a nostro avviso, sono le bazzecole che ultimamente hanno costretto Pitocchi ad una reclusione domiciliare di qualche mese per la vicenda della Lottizzazione Schiavone.
Andiamo appresso con il secondo nome. Chi ricorda bene la storia della politica casertana degli ultimi decenni sa quanto abbia contato, quanto abbia spinto il motore dell’amministrazione provinciale guidata da Riccardo Ventre l’ex signora Cuccaro, l’ex moglie dell’imprenditore casertano tra i più in vista degli anni ’80 e dei primi anni ’90, colui che portò la Casertana in Serie B prima di subire il rovinoso e tragico incendio del suo Reggia Palace Hotel, che ne inaugurò la parabola discendente. Si chiamava e si chiama Angelica Pizzuti, fu in pratica il capo di gabinetto di Ventre, e dopo quell’esperienza si è riunita alla sua amica di sempre, a Barbara D’Urso, di cui è stata ed è ancora l’ombra, la segretaria particolare.
Per charme, intelligenza e brillantezza, noi vedremmo benissimo in quel ruolo come una sorta di nuova Angelica Pizzuti, la signora Teresa La Palomenta, da anni compagna di Pitocchi, e che con questi divide la vita in una sontuosa quanto meritata, dal grande lavoro retto e onesto, svolto dall’ingegnere in decenni e decenni, villa in quel di Caserta Vecchia.
E non sarebbe certo familismo pensare ad una delega alla viabilità, ossia al comparto tra i più importanti e tra i più finanziati dei lavori pubblici dell’amministrazione provinciale, per Alessandro Pisani, il professionista per il quale Biagio Lusini insultava ogni giorno il parabrezza e il tergicristallo della sua auto, nelle più esilaranti intercettazioni che la storia d’Italia ricordi. Lusini lo voleva fortissimamente, e alla fine Alessandro Pisani arrivò a capo dell’ufficio tecnico di Teverola. E con lui si sbloccò la Lottizzazione Schiavone, anche in questo caso divenuta immeritatamente segno di un reato e non al contrario ciò che era giusto attribuirle, ossia il rango, il termine, della seguente proporzione aritmetica, degna di grande prestigio e di un grande lustro: Milano sta a Milano 2 di Berlusconi come Teverola sta alla Teverola 2 della Lottizzazione Schiavone.
Perché gettare a vento e consegnare alle congetture di una magistratura politicizzata, che ad un certo punto si è inventata l’esistenza della camorra casertana, di un clan dei casalesi che non esisteva al pari della siculo-americana Cosa Nostra, che come dichiarò Totò Riina durante il maxiprocesso era un’invenzione. Allora, senza timore e facendo garrire fieramente la bandiera del garantismo, utilizziamo, per il bene della Provincia, Giorgio Marano, che ripetiamo non è stato secondo noi un boss del traffico internazionale dei rifiuti tossici e non tossici, consegniamogli con fiducia la delega ai rifiuti e alle discariche. E siccome suo nipote non potrà più fare incetta di appalti alla Provincia o anche nei comuni controllati da Zannini, perché non starebbe bene, perché non sarebbe opportuno, mettiamolo a capo di una sorta di piano Marshall dell’edilizia scolastica, per la quale arriveranno 50, forse 60 milioni di euro dal Pnrr. Dunque, Marcello Della Corte delegato all’edilizia scolastica, così quello stupido del figlio di Dante Apicella la smetterà di dire balle, di diffamarlo, individuando così come ha scritto la solita Dda in un’ordinanza, come colui che avrebbe – ma pensate un po’ se possibile leggere una boiata del genere – potuto presentare quello che era il ministro dei lavori pubblici del clan Schiavone, sempre secondo le invenzioni della magistratura, al sindaco di San Marcellino.
Ma la persona che merita più di tutte vedersi risarcita dalle ricostruzioni giudiziarie più fantasiose è sicuramente Salvatore Fioravante, detto porcellino, anche lui è entrato in famiglia. Se infatti Giorgio Marano è il fratello della madre di Marcello Della Corte, Fioravante ha invece sposato in seconde nozze la figlia di Giorgio Marano, Nunzia, cugina di primo grado di Marcello Della Corte.
Fioravante è una persona di cui va sfruttata l’esperienza, a fin di bene, e quale delega migliore per lui ci può essere se non quella della protezione dei diritti dei commercianti.
Il governo Colombiano (avevamo scritto il cognome con la “c” minuscola, menomale che ce ne siamo accorti altrimenti chi lo voleva sentire a questo poi) non può fare a meno, utilizzandolo come una sorta di sottosegretario, di Michele Di Luise, attualmente assessore a Gricignano, ma da qualche tempo assunto a tempo indeterminato al Comune di San Marcellino.
Come la pera trovava nel formaggio “la morte sua” agli occhi del contadino affamato, così Michele Di Luise trova” la morte sua”, la massima espressione della sua capacità di assorbire le esperienze e il mestiere, in Gennaro Pitocchi, di cui è un fedele discepolo. Quindi deve essere una sorta di sottosegretario del direttore generale, magari con una delega che potremmo definire al pitocchismo, quasi come fatto culturale, contemplativo.
Embè, uno staff che si rispetti per un sindaco che aspira a diventare presidente della provincia, dall’alto di una cultura della legalità che ha sempre testimoniato, almeno ai nostri occhi con rigore e credibilità, non può fare a meno di una punta di diamante uscita dallo scrigno di Giovanni Zannini in quel di Mondragone. Non può fare a meno di David Bonuglia, già comandante degli vigili urbani del Comune rivierasco, e che la solita magistratura politicizzata, che francamente meriterebbe non la separazione delle carriere ma una sospensione, diciamo così, per 4-5 anni (a pensarci bene, questo è già avvenuto a Santa Maria ed Aversa negli ultimi sei-sette anni), dell’esercizio dell’azione penale, vorrebbe addirittura arrestare per i reati di concussione, corruzione, e udite udite, per la sciocchezzuola di aver puntato la pistola in faccia ad una sua collega vigilessa, che aveva osato presentarsi ad un concorso e giustamente Bonuglia teneva proforma, avendo lui già individuato dall’alto della sua sapienza, chi lo dovesse vincere.
Sulla delega non ci sono dubbi: David Bonuglia delegato alla sicurezza e ai concorsi.
Sfatiamo anche l’assolutizzazione del mito della correttezza legata alla necessità di non compiere scelte familistiche. Tutto sommato, se si può evitare, si deve evitare. Ma se uno in famiglia ha un figlio che ha acquisito grandi competenze nel settore della più avanzata tecnologia automobilistica ed è forse, in questo campo, il numero uno in provincia e forse addirittura in Italia, deve necessariamente fare uno strappo alla regola. Nicola Colombiano, figlio di Anacleto, non teme, infatti, confronti ed è in grado probabilmente di portare a Caserta le grandi marche automobilistiche, i loro centri sperimentali: i nomi possibili sono quelli della Ferrari, della Mercedes, ma soprattutto della Lamborghini. Non si discute: Nicola Colombiano delegato ai super suv. Ed è a questa materia che si deve dedicare, e non all’ingegneria e no a quattro sciocchezzuole, tipo quelle consumate al Comune di Frignano dove gli hanno fatto perdere solo tempo, consegnando alla sua competenza una somma tutto sommato risibile, circa 80 mila euro, per un campo di bocce e altre attinenze. Perché in questa maniera, invece di costruirle, gliele rompete le bocce a Nicola Colombiano.
Con uno staff del genere, la Provincia di Caserta è destinata a decollare. Si accettano scommesse. A fine 2026 nella classifica annuale del Sole24Ore,la nostra Terra di Lavoro passerà dal centesimo posto al secondo-terzo posto, rivaleggiando con Sondrio, Bergamo e Milano.
Viva Colombiano, viva il sol dell’avvenire casertano.