ESCLUSIVA MARCIANISE. Il Ministero, con la Soprintendenza di Caserta, avvia il procedimento per vincolare l’appetitosa area ex Olivetti. Per il momento congelate tutte le possibili manovre dei proprietari e del Comune
17 Luglio 2024 - 18:57
Nei giorni scorsi l’ufficio Vincoli della Soprintendenza di Caserta, su sollecitazione del MiBAC, ha formalizzato anche al sindaco Antonio Trombetta l’avvio della procedura. All’interno tutti i tempi ed i termini
MARCIANISE (g.g.) – Olivetti non è solo un marchio industriale. E’ molto di più al di là delle evoluzioni non certo fauste che, ad esempio, lo differenziano da tanti altri marchi storici, giusto per fare qualche esempio Ferrari, Mercedes, che sono identità, narrazione generazionale ma anche presente, il presente di una tecnologia sempre all’avanguardia che ne rafforza sia le ragioni concrete del mercato, della competitività, sia quelle del prestigio, di un prestigio che parte da lontano.
Olivetti è stato, ma francamente non è più. E’ stato Adriano Olivetti che non è solo la storia di un industriale di successo, ma di una modalità coraggiosa, nuova, progressiva nel concepire i rapporti tra un’azienda e i suoi dipendenti. E’ la mitologia di un Adriano Olivetti a mantenere in vita questo marchio che resta a pieno titolo dentro alla classifica dei miti della Patria.
Olivetti è stato questo, ma è stato anche una grande occasione perduta perché ha costruito anche fino agi anni ’60 una identità di leadership tecnologica. In pochi sanno che il grande salto delle calcolatrici, che il grande salto degli aggeggi manuali che diventavano i primi compiuter con le schede bucherellate dei codici sono stati frutto di ingegneri della Olivetti. Ma siccome i posteri, gli eredi e, diciamocela tutta, il sistema Italia è stato quello che è stato dagli anni ’80 in poi, l’America che comprava quei calcolatori guardandoli a bocca aperta, li ha imitati e li ha migliorati. L’oriente ha fatto il suo. Il nord Europa anche.
Così ci siamo trovati negli anni ’90 ad essere uno dei pochissimi paesi a non avere una sola azienda seria, al di là degli esperimenti tragicomici dell’ Alcatel, che producesse telefonini e siamo stati persino costretti a comprare quelli scandinavi. I Nokia, gli Ericson, per non parlate di quelli di origine americana e nippo-coreano.
Dunque Olivetti non è più un’azienda, ma sul fatto che sia una pate importante della stroria industriale del nostro Paese non si può discutere. Sorprende, allora, per una volta in senso positivo, la decisione del Ministero dei beni culturali di avviare, attraverso la struttura operativa della sua Soprintendenza di Caserta, la procedura per il riconoscimento di interesse culturale degli immobili, terreni e manufatti, dell’ex Fabbrica Olivetti che si affaccia lungo la strada provinciale Tavernette di Marcianise.
Il Ministero l’ha già messo nero su bianco in una lettera spedita, in prima battuta, ai proprietari e per conoscenza al sindaco di Marcianise, Antonio Trombetta.
Qui confessiamo di avere perso un pò il filo storico di quest’area. Ricordiamo la complicata operazione di rinconversione industriale, finita malissimo, de fratelli irpini Pugliese con la loro IXFIN. Poi non e abbiamo saputo più niente, anche se eventualmente nei prossimi giorno proveremo ad informarci per capire se, come appare probabile, l’area sia dentro a qualche procedura concorsuale di fallimento e conseguentemente oggetto di qualche vendita all’asta giudiziaria.
Lo riteniamo probabile in quanto, nei mesi scorsi, facendo nostra una indiscrezione arrivata da fonti accreditate interne al comune di Marcianise, scrivemmo di una febbrile agitarsi da parte del vice sindaco, nonché assessore alle attività produttive Pasquale Salzillo, che qualche chiacchierata con imprenditori, solitamente interessati all’acquisto di grandi aree su cui insediare capannoni industriali da fittare, più che da vendere, l’aveva già fatta. Si sa che alle aste giudiziarie si compra a prezzi modici, una roba del tipo Amazon Prime Day, in atto proprio in questi giorni.
Ora ogni appetito dovrà essere quanto meno congelato. Per 120 giorni, ossia per 4 mesi, infatti né i proprietari né il comune di Marcianise potranno sollevare scopa senza avvertire e senza ottenere una specifica autorizzazione da parte della Soprintendenza. Ciò ai sensi del combinato disposto tra gli articoli 13 e 14, ma anche in parte dell’articolo 10 comma 1 del decreto legislativo n.42 del 22 gennaio 2004, meglio noto come testo unico o codice dei Beni Culturali.
Le parti coinvolte, dunque i privati proprietari, non sappiamo se anche il comune di Marcianise possieda questa legittimazione, possono spedire controdeduzioni, richieste di chiarimento al Ministero attraverso l’ufficio vincoli della Soprintendenza di Caserta retto dall’architetto Niroscia Pagano, entro e non oltre il termine di 80 giorni dal momento della ricezione della notifica.