Falsi permessi di soggiorno, indagini chiuse. In 15 rischiano il processo

29 Febbraio 2024 - 18:45

Business da 250mila euro: producevano patenti fasulle e attestati di residenza fittizi.

SAN CIPRIANO D’AVERSA. Avviso di conclusione delle indagini per i 15 soggetti coinvolti nell’inchiesta sui falsi permessi di soggiorno. Per loro il pm Gerardina Cozzolino, della Procura presso il tribunale di Santa Maria Capua Vetere, è pronta a chiedere il rinvio a giudizio. Gli indagati producevano e rilasciavano patenti false e attestati di residenza fittizi a favore di cittadini extracomunitari che necessitavano del rilascio o del rinnovo del permesso di soggiorno, a fronte del pagamento di ingenti cifre di denaro.

Lo scorso mese di dicembre scattarono i provvedimenti giudiziari per associazione a delinquere finalizzata alla commissione di falsi e al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Un business da oltre 250mila euro quello che fu scoperto dai carabinieri della Compagnia di Caserta che diedero esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Orazio Rossi del tribunale di Santa Maria Capua Vetere. 

Le porte del carcere si aprirono per i vertici dell’associazione: Pietro Di Dona, 51enne di San Cipriano d’Aversa e Giuseppe Ciervo, 53enne di Napoli, il finto ‘commercialista’ che si occupava di produrre la documentazione falsa per i permessi. Obbligo di dimora nel comune di residenza, invece, per Carmine Riccardo, 54enne di San Cipriano d’Aversa; Francesco Di Nardo,

53enne di Giugliano in Campania; Vincenza Di Dona, 44enne di Napoli; Raffaele Salerno, 49enne di Pompei; e Franca Lanza, 48enne di Torre del Greco: Indagati anche Nabil El Hazmi, 41enne marocchino residente a San Marcellino; Collins Sunday, 39enne nigeriano residente ad Avellino; Lucky Ediale, 33enne nigeriano; Mamadou Doumbia, 40enne ivoriano residente a Serino; Mari Jean Ackah, 39enne ivoriana residente a Battipaglia; Sekou Hamed Konate, 24enne ivoriano residente a Nettuno; Kassim Diarassouba, 50enne ivoriano residente a Napoli. Nel corso dell’attività d’indagine sono state inoltre denunciate a piede libero 200 persone – tutte straniere – che avrebbero beneficiato dei servizi offerti dal sodalizio. Tra i capi dell’organizzazione anche una persona percettore di reddito di cittadinanza. Nel collegio difensivo gli avvocati Enzo Di Vaio, Giuseppe Alesci, Romolo Vignola.