Follia in carcere, detenuto aggredisce infermiere
13 Maggio 2025 - 15:34

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AVERSA – Ennesimo episodio di violenza in un carcere della Campania: questa volta è ad Aversa che si è verificato un grave evento critico, come denuncia il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, per voce del vicesegretario regionale per la Campania Raffaele Munno: “Ieri sera, prima della chiusura delle celle alle ore 21, al Reparto VIII c’è stata l’aggressione da parte di un internato ad un infermiere che, al rifiuto di non dargli la terapia che a suo dire gli sarebbe spettata nel pomeriggio, lo ha aggredito con uno schiaffo al volto. Il grave è che in tutto il carcere erano in servizio solamente cinque poliziotti, con più compiti”. Il sindacalista rimarca che ad Aversa “c’è
Commenta Donato Capece, segretario generale del SAPPE: “Quel che sta succedendo nelle ultime settimane nelle carceri – tra suicidi, aggressioni, risse, evasioni – è di inaudita gravità ed è la conseguenza dello scellerato smantellamento delle politiche di sicurezza delle carceri attuato nel passato. Il sistema penitenziario, per adulti e minori, si sta sgretolando ogni giorno di più e ha assoluta necessità di interventi urgenti. Sono anni che il SAPPE denuncia la necessità di espellere i detenuti stranieri dall’Italia, detenuti che sono oggi quasi 20.000 a fronte delle oltre 62mila presenze, e che la sicurezza interna delle carceri è stata annientata da provvedimenti scellerati come la vigilanza dinamica e il regime aperto: anche l’aver tolto le sentinelle della Polizia Penitenziaria di sorveglianza dalle mura di cinta delle carceri, la mancanza in organico di poliziotti penitenziari, il mancato finanziamento per i servizi antintrusione e anti-scavalcamento sono priorità assolute, eppure, la politica se n’è completamente fregata”.
“Si riparta da questi gravi fatti caduti nel carcere di Aversa per porre fine all’onda lunga dello smantellamento delle politiche di sicurezza dei penitenziari attuato nel passato”, conclude il leader del SAPPE. “Smembrare la sicurezza interna delle carceri con vigilanza dinamica, regime aperto ed assenza di Polizia Penitenziaria ha infatti favorito inevitabilmente gli eventi critici, che sono costanti e continui. E non è certo l’affettività in carcere a favore dei detenuti la priorità di intervento per il sistema carceri!”.