Gabriella Santillo lascia Bosco e si dichiara indipendente. Vi racconto, da amante di Flaiano, la storia di una marziana a S.MARIA CAPUA VETERE

6 Febbraio 2019 - 20:28

SANTA MARIA CAPUA VETERE(g.g.) Gabriella Santillo dimostra di avere le idee chiare. Per più di un anno, ha ritenuto di poter portare Campania Libera, il movimento politico fondato dal consigliere regionale Luigi Bosco, su posizioni fortemente dialettiche, competitive, dignitosamente identitarie ed, eventualmente, anche polemiche nei confronti dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Antonio Mirra.

La Santillo, prima di assumere questa posizione, aveva provato a collaborare, onorando il mandato elettorale ricevuto. Ma le deleghe di carta velina, datele dal sindaco, si sono rivelate materiale bagattellare, visto e considerato che quando la Santillo ha provato, da consigliera comunale, delegata ad affrontare realmente qualche problema, ad incrociare qualche contenuto, ad organizzare qualche evento come, ad esempio, la fiera dell’agricoltura in contrada Sant’Andrea, ha battuto la testa contro un muro di gomma, contro una sorta di boicottaggio sottile, strisciante, sotto traccia, anestetizzato, ma altamente paralizzante.

Quando ha lasciato le sue pseudo deleghe, la Santillo ha posto una serie di questioni politiche, rispetto alle quali ha cercato, stavolta utilizzando un altro strumento, quello della polemica, visto che quello della collaborazione non aveva funzionato, di impegnare il sindaco Antonio Mirra in un confronto che il primo cittadino, quasi si sentisse toccato da un delitto di lesa maestà, ha sempre rifiutato, rivolgendosi direttamente, seppur a intermittenza, a Luigi Bosco, con il quale, dopo un periodo di freddezza, ha ritrovato armonia nel nome delle spartizioni di sotto governo compiute all’interno dei due Ato nel Consorzio Idrico e in altri centri di potere e di spesa clientelari.

Alla Santillo è stato offerto anche il posto di assessore. Ma lei ha detto no perchè, come una vera mosca bianca, come una extraterrestre, come, parafrasando il famoso romanzo di Ennio Flaiano, una marziana a…Santa Maria Capua Vetere, ha ritenuto che il giudizio politico sui risultati dell’amministrazione comunale che lei ha appoggiato dai banchi della maggioranza, non mollando Bosco nemmeno quando tutti gli altri consiglieri appartenenti al gruppo di Campania Libera lo hanno fatto, costituisse una ragione prevalente, rispetto ad ogni ambizione personale riguardante una carica all’interno della giunta.

Naturalmente Bosco ha fatto quello che fanno i politici che si muovono in un contesto più grande, in questo caso, nel contesto regionale. Ha ritenuto che il problema di Gabriella Santillo attenesse solo ad una collocazione di quest’ultima, alla conquista di una poltrona purchè fosse.

In poche parole, Bosco ha rimandato a memoria un codice genetico che lo contraddistingue, va detto, con una specificità tutta sua che sistruttura in una cifra di più spiccata bulimia politicista, che lo colloca anche al di sopra di quello che, sullo stesso terreno, esprimono i suoi colleghi consiglieri regionali. Ma il codice genetico è stato mandato in tilt da un linguaggio, da un altro codice, connotato dalla semplicità di una persona che non ha grilli per la testa o ambizioni smodate, ma che trova soddisfazione nell’essere considerata una che si impegna per la risoluzione dei problemi collettivi e generali della città, e che rispetto alla promessa di ebbrezza di essere chiamata assessore, si dimostra sobriamente e sorprendentemente astemia.

Per cui, Bosco ora non ha più nessun consigliere comunale dalla sua parte. Tutto sommato, non sarà un gran problema perchè qualcuno lo troverà, dato che più di un partecipante a quella che dovrebbe essere la massima espressione rappresentativa della città, sta lì per la pagnotta e le prebende, e non certo per il bene del popolo.

Questa è la storia di Gabriella Santillo. Di una persona, di una consigliera comunale che può piacere o non piacere. Che può essere stimata o non stimata. Ma che è portatrice di una storia nella quale nessuno può non riconoscere, a meno che non sia intellettualmente disonesto, gli elementi originali di un atto, quasi unico nel suo genere. Un atto coraggioso. Quello di una marziana a Santa Maria Capua Vetere.

 

QUI SOTTO IL COMUNICATO STAMPA DELLA SANTILLO

GABRIELLA SANTILLO SI DICHIARA INDIPENDENTE E PASSA ALL’OPPOSIZIONE: “ASPETTATIVE DISATTESE”

L’amore che provo nei confronti della mia città, dei miei concittadini, di coloro i quali mi hanno accordato con fiducia la loro preferenza alle ultime elezioni, mi impone una riflessione seria sull’operato fin qui svolto dall’Amministrazione Comunale guidata dal sindaco Antonio Mirra di cui fino ad ora ho fatto parte. Lo stato di abbandono in cui versa la città di Santa Maria Capua Vetere, tangibile ed evidente nella totale assenza di manutenzione stradale, in quella agli edifici pubblici, la mancanza di percezione della sicurezza per giovani, anziani, commercianti e imprenditori, ma più in generale di una programmazione che possa indurre ad essere ottimisti per il futuro prossimo, mi ha convinta a prendere le distanze da una maggioranza statica e poco attenta alle esigenze del cittadino. Il senso di responsabilità di amministratrice, madre, moglie e imprenditrice sammaritana non possono essere barattati con la dignità di una città e di chi la vive. Per questo motivo e da questo momento mi dichiaro ufficialmente indipendente dal gruppo Campania Libera del Consigliere Regionale Luigi Bosco, a cui auguro le migliori fortune in tutte le prossime battaglie elettorali in cui intenderà confrontarsi, e pronta a sedere tra i banchi dell’opposizione al fianco di chi, come me, non condivide metodi e azioni di questo governo. Il tempo che mi era stato chiesto già qualche mese fa, quando avevo ufficiosamente palesato a chi di dovere i miei dubbi è scaduto, e la mancanza di risultati degni di questo nome hanno deciso il resto. Alla prima esperienza amministrativa speravo in un’applicazione e in una dedizione diversa alla cosa pubblica: la delusione non mi allontanerà dall’impegno assunto sin dalla mia candidatura.