Gennaro Rondinone medico e reuccio delle truffe. Lavorava sia al Centro Morrone che all’ospedale di Marcianise senza l’okay dell’Asl. Storia di professionisti corrotti e di un mare di quattrini truffati
6 Dicembre 2024 - 13:44
Ma non si tratta dello stesso Gennaro Rondinone di Caserta nè sono segnalate parentele. Badate bene che le vicende contestate dalla procura abbracciano circa 4 anni mentre la presunta associazione a delinquere era attiva dal 2013. Si pensa dunque che siano avvenute truffe per milioni di euro. Le compagnie assicurative di cui scriviamo oggi sono la Reale Mutua e …
MARCIANISE (g.g.) Noi a CasertaCe in quattro siamo a lavorare e contemporaneamente, quando andiamo di lusso lusso siamo in tre perché il più delle volte siamo in due, you and me, col direttore mezzo cecato e il giornalista che dall’altra parte ragiona con lui e scrive. Sappiamo bene che in tante persone non credono a questa che è una realtà in quanto non si capacitano di come tre persone o quattro persone possano pubblicare una tale molte di notizie, il che potrebbe anche essere possibile con un uso forsennato dei comunicati stampa, che sono, invece, per 80-90% autoprodotti ossia costruiti attraverso la ricerca della singola notizia a partire da zero.
Quindi quando ci siamo trovati di fronte alla richiesta di applicazione di misure cautelari (52 in carcere e due più blande) e all’enormità di 523 indagati complessivi di cui 473 a piede libero, sulla mega truffa alle assicurazioni, organizzata da un’associazione a delinquere coordinata da Guglielmo e Gianluca Di Sarno che francamente non abbiamo ancora capito se siano parenti oppure no e se sì quale grado di parentela abbiano. Il primo Guglielmo 48 anni residente a Lusciano il secondo 40 anni residente a San Marcellino, con dei ruoli con altri soggetti a partire da Antonio
Sapete quanti ne sono? 299 (che sono parenti a 300) un vero record che strappa un applauso a scena aperta a chi questa indagine ha condotto insieme ai carabinieri del reparto investigativo del gruppo di Aversa.
Sapete perché lo abbiamo fatto? Prima di tutto perché abbiamo scelto di campare una vita di penitenza e questo rappresenta il nostro personalissimo cilicio che somiglia a quello che a quanto apre indossava quel sant’uomo e grande intellettuale che fu Papa Paolo VI al secolo Giovanni Battista Montini. Il secondo motivo perché è l’unico sistema per ricostruire interamente l’incredibile matta dai 473 indagati destinati a rimanere a piede libero, al di la delle decisioni che la gip Daniela Vecchiarelli assumerà a conclusione della lunghissima teoria di interrogatori di garanzia, iniziata già a metà novembre, delle 54 persone a partire dai promotori dell’associazione a delinquere, i citati Di Sarno, Abatiello ma non solo e procedendo con medici, avvocati, infermieri e mediatori. Di questi 473 indagati abbiamo pubblicato i primi 17 nomi ieri sera (CLICCA E LEGGI)
Ora, siccome non siamo dei signor Travet – primo film andato in onda nel primo giorno di trasmissione della rai il 3 gennaio 1954 – abbandoniamo l’idea di seguire il numero progressivo e questi 299 capi d’imputazione provvisoria cominciamo a leggerceli facendoci ispirare dalla loro sceneggiatura. Stamattina abbiamo scelto di leggere l’ultima quindicina, dal 285 al 299. Ci ha incuriositi, infatti, un medico che reca un nome e un cognome molto noti a Caserta capoluogo in quanto sono gli stessi che contraddistinguono l’identità di un soggetto, legato ad una famiglia con importanti precedenti criminali, divenuto molto importante in un’inchiesta della stessa Procura della Repubblica di S. Maria C. V e che ha portato all’arresto dell’allora assessore ai lavori pubblici, Massimiliano Marzo, del dirigente Franco Biondi, di diversi imprenditori e all’iscrizione nel registro degli indagati dell’allora vice sindaco Emiliano Casale, che da questa famiglia Rondinone interloquendo direttamente con Gennaro Rondinone avrebbe preso tanti voti alle ultime elezioni comunali, bagnate, per giunta, dal sangue versato proprio da Gennaro Rondinone accoltellato dal giovane Raffaele Capone figlio di un boss associato al clan Belforte e a capo di una famiglia che si sarebbe invece schierata, sempre alle ultime elezioni comunali, proprio con l’assessore Massimiliano Marzo e in dura concorrenza con Emiliano Casale.
Chiariamo subito che il medico Gennaro Rondinone 63 anni di Lusciano, in servizio nel presidio ospedaliero Asl più sbrigativamente definito ospedale di Marcianise, non è legato fino a prova contraria da vincoli di parentela con il già citato Gennaro Rondinone di Caserta però stando alla ricostruzione del pubblico ministero, anche lui si sarebbe dato molto da fare in attività criminali.
Lo schema è sempre quello più usuale in questa indagine: il presunto medico corrotto che evoca certificati falsi facendo risultare fratture distorsioni traumi frutto di incidenti stradali a persone che invece stavano benissimo. Estrapolando da questi 15 capi d’imputazione che poi vanno a contestare sempre gli stessi reati ossia la corruzione, il falso ideologico realizzato attraverso un falso materiale ossia attraverso un certificato falso di un pubblico ufficiale e ancora l’articolo 642,ossia del reato di danneggiamento dei beni assicurati e mutilazione fraudolenta della propria persona, quando questa attività sfocia in una richiesta di risarcimento, presentata alle varie compagnie di assicurazioni. Tra quelle coinvolte in questa tranche sono la Reale Mutua di Torino, ancora una volta la Unipol di Bologna e la Generali di Treviso
L’unico capo che presenta qualche elemento di originalità è l’ultimo ossia il 299 quello in cui Gennaro Rondinone in qualità di pubblico ufficiale e medico ospedaliero, intratteneva rapporti di lavori presso il centro di radiologia e terapia fisica Morrone dal 28 dicembre 2015 al 15 agosto 2016, con contratto libero professionale e contemporaneamente nello stesso periodo presso il centro radiologico Vega come medico specialista. Inoltre, successivamente, sempre con il centro Morrone come gestore di fatto e consulente della Diagnostica Srl, omettendo di comunicare all’Asl lo svolgimento di attività extra ospedaliere attestando il falso, nel 2014, quando sottoscriveva dichiarazioni di insussistenza di cause di incompatibilità nella quale negava di aver avuto, negli ultimi 3 anni, rapporti diretti o indiretti di collaborazione in qualunque modo retribuiti con soggetti privati omettendo di comunicare successivamente i rapporti di lavoro, privati, con il centro Vega e Morrone. Così facendo il medico Gennaro Rondinone ha indotto in inganno la direzione generale dell’Asl di Caserta che gli attribuiva un’indennità, per il periodo dal dicembre 2005 al 31 dicembre 2020, pari a 81.033,09euro conseguendo un ingiusto profitto con conseguente danno per l’erario.
Ritornando al complesso dei 15 capi d’imputazione provvisori analizzati sono questi i due nomi degli indagati a piede libero: Annunziata Venosa e Gilda Jessica Pagano. Naturalmente abbiamo pubblicato solo i nomi nuovi rispetto ai 17 (ripetiamo CLICCATE QUI PER LEGGERLI) pubblicati ieri. Questo ci permetterà di aggiornare il nostro pallottoliere che, ripetiamo, dovrà arrivare alla “mostruosa” cifra di 473. Un numero che fa impressione e che ispira una nostra riflessione, che pubblicheremo di qui a qualche giorno, e che allargherà lo spettro valutativo a concetti antropologici che i nostri più affezionati lettori conoscono bene, ma che noi non smetteremo mai di ribadire
Tenete conto, infine, che gli episodi contestati riguardano 4 0 5 anni, ma l’andazzo è partito nel 2013. Immaginate un po’ quanti soldi sono stati truffati a tantissime assicurazioni, forse milioni di euro