Giovanni Della Corte credeva di esser diventato il sindaco del Rione Sanità. Restituì una cifra estorsiva: “Enzuccio se la passa male, riportagli i soldi”

5 Gennaio 2023 - 19:41

Abbiamo colto e assorbito questa vicenda confinata in poche righe dell’ordinanza di cui ci stiamo occupando già da tempo. Non è importante per il fatto in se per se , ma per chiarire l’aspetto, il connotato psicologico che muoveva le mosse, le azioni e le aspirazioni di colui che sognava di essere un successore di Sandokan

CASAL DI PRINCIPE (g.g .)– Citiamo questo episodio, apparentemente marginale, contenuto nell’ordinanza su Giovanni Della Corte e su i suoi tentativi di costituire il fulcro organizzativo del clan dei casalesi, in quanto riteniamo che si tratti di una evidenza rispetto a quelle che erano le aspirazioni dello citato Della Corte.

Evidentemente intriso di una mentalità camorristica, l’aspirante successore di Nicola Schiavone e di tanti altri riteneva che nel corredo comportamentale di un boss risolto e realizzato, ci dovesse essere quel malinteso senso di magnanimità che arrivava da lontano, dalle paranze dei primi anni del ventesimo secolo che arrivava per intenderci con un esempio più semplice e meno pregno di teoria sociologica, dal senso, dal significato che Edoardo De Filippo collocò in uno dei suoi personaggi più noti, nel sindaco del rione Sanità. Giovanni Della Corte discute con un certo Carminuccio, dicendogli di essersi recato da suo padre per rintracciarlo. Carminuccio gli risponde di lasciar perdere il suo genitore in quanto malato e nell’occasione gli consegna i soldi che gli manda un certo Enzuccio. Della Corte – così continua lo stralcio che comunque pubblichiamo integralmente in calce a quest’articolo – dopo aver verificato che l’importo era inferiore al dovuto dice di restituire il denaro perché Enzuccio stava attraversando un periodo di difficoltà”. Per cui, non si capisce , anche se nella cosecutio logica, così come questa è sviluppata, appare improbabile, se questo Enzuccio coincida anche con il padre di Carminuccio. Se fosse così, sarebbe singolare il fatto che Della Corte sarebbe andato da Enzuccio per rintracciare il figlio Carminuccio, salvo poi acquisire la somma inferiore a quella concordata da quest’ultimo, che agiva però in nome e per conto del presunto padre Enzuccio. Appare più verosimile, invece che Enzuccio non sia il padre di Carminuccio ma una persona a questi vicino. probabilmente, visto che questo episodio non trova riscontro nella contestazione dei cosiddetti reati-fine, non lo sapremo mai.

Sappiamo, invece, che Della Corte si dava già delle aree da boss, provando a legittimarsi come tale attraverso l’esposizione di un’umanità che sapeva tanto di vecchia camorra, di vecchia mafia quelle che producevano anche consenso negli ambienti più popolari che consideravano questi gesti fatti a sè stanti senza alcuna forma di contestualizzazione.