Giovanni Fontana: dai trasporti dei rifiuti alla droga. Ecco la dura condanna inflittagli oggi dal tribunale

16 Maggio 2025 - 18:17

VILLA LITERNO – È arrivata la condanna per Giovanni Fontana, titolare assieme a Michele Fontana, suo fratello, della nota impresa dei rifiuti che per anni ha gestito in maniera quasi esclusiva gli appalti della Gisec.

Il tribunale di Napoli ha accolto la richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, condannandolo a dodici anni di reclusione per concorso nell’agevolazione del traffico internazionale di stupefacenti.

Fontana è stato l’unico imputato coinvolto nell’indagine della DDA ad aver scelto il rito ordinario. Gli altri, ossia Raffaele Imperiale, Daniele Ursini, Bruno Carbone, Luca Alvino, Ciro Gallo, David Charles Mirone, si sono tutti sottoposti al processo in rito abbreviato, già da tempo definitosi con la sentenza.

La famiglia Fontana è stata spesso ospite di CasertaCe, ma ciò è successo in relazione ai lucrosissimi appalti ricevuti da Gisec, la società dell’amministrazione provinciale di Caserta che gestisce gli impianti dei rifiuti in Terra di Lavoro.

La Fontana Service, assieme alla Ecologica Ucciero, appartenente agli Ucciero della società La Castellanatempo fa sequestrata per camorra, la Parente Trasporti, di cui è titolare Raffaele Parente, imprenditore esiliato dagli Schiavone, insieme a tutti i bardelliniani, e poi oggetto di un agguato in cui rimase gravemente ferito al centro di Gaeta, hanno fatto incetta di appalti gestiti dai dirigenti dell’Ufficio tecnico Gisec ai tempi della presidenza di Fulvio Fiorillo, il quale, proprio rispetto a questi articoli di CasertaCe, prese coscienza di un meccanismo del quale non voleva più far parte, portandolo alle dimissioni.

Fontana, arrestato nel 2022, era finito nel mirino degli inquirenti nell’ambito di una maxi-inchiesta che puntava a smantellare la rete criminale legata a Raffaele Imperiale, il noto narcotrafficante stabiese con base operativa a Dubai.

Pur non essendo formalmente affiliato all’organizzazione, secondo l’Antimafia Fontana avrebbe messo a disposizione un deposito a Castel Volturno, intestato a una delle sue società, e una flotta di camion per facilitare una spedizione da 600 panetti di cocaina destinati all’Australia. Il carico, però, non sarebbe mai arrivato a destinazione.