GUARDA IL VIDEO. CAMORRA ed APPALTI nella SANITA’. Ecco chi è l’imprenditore residente a CASERTA, che ha subito stamattina il sequestro Dda da 7 milioni di euro
23 Maggio 2020 - 10:48
CASERTA – Rimettendo insieme le varie tessere di una lunga trama investigativa, siamo riusciti a completare l’ormai necessaria caccia al tesoro che ormai bisogna fare ormai abitualmente davanti ai comunicati stampa diramati dalle forze di polizia giudiziaria e/o dalle procure della repubblica. Stamattina abbiamo scritto di un sequestro di beni, evidentemente a scopo di confisca, a carico di un tal Piccolo F., 53 anni, residente a Caserta.
Fortunatamente, la connessione tra questo provvedimento, eseguito dalle fiamme gialle di Lucca e le trame corruttive dell’asl Napoli 3 cioè quella che rappruppa i comuni dell’area sud nolano-vesuviano- stabiese-sorrentina, ci ha permesso di accedere ai nostri archivi e di stabilire chi si celasse dietro a quella iniziale.
Tutto nasce nel marzo del 2018 quando la dda di Firenze chiede ed ottiene da un gip di quel tribunale l’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare per 5 persone, precisamente per Alfredo De Rosa, originario dell’agro aversano, oggi 45enne, residente a Borgo Giannotti, in provincia di Lucca; Leonardo Piccolo, nato a Casapesenna e residente a Montecarlo, che non è quello dei principi, ma un paesino di 4.300 abitanti, sempre appartenente alla provincia di Lucca; “il mitico” Vincenzo Ferri da Frignano, oggi 40enne, un’assoluta eccellenza internazionale in fatto di fatture false, uno che se un’azienda vuole organizzare una “roba seria” sulle fatture false, a scopo di eludere le tasse di uno stato che, aggiungiamo noi, se lo meriterebbe pure per la rapina fiscale che perpetra ogni giorno nei confronti di milioni e milioni di piccoli imprenditori, è letteralmente il numero uno con trascorsi giudiziari già solidi a dispetto dell’età non ancora molto matura.
Il quarto arrestato fu un architetto, presumibilmente, anche in considerazione del cognome, originario dell’area di Napoli sud: Sebastiano Donnarumma, di Pimonte, dunque la zona è proprio quella, dirigente dell’asl Napoli 3 e galiardo aggiudicatore di appalti truccati per lavori inesistenti all’allegra combriccola degli imprenditori venuti fuori dalla scuola superiore del pubblico imbroglio del rettore Michele Zagaria.
Ultimo, ce lo siamo conservati in coda proprio perchè è l’uomo di cui ci occupiamo oggi Feliciano (ecco declinato il nome che stava dietro all’iniziale F) Piccolo, oggi 53enne residente a Caserta come esattamente scrive il comunicato stampa da noi pubblicato stamane e che ora riproponiamo in calce a questo articolo, insieme al video dell’operazione di sequestro.
In poche parole, il provvedimento di stamattina rappresenta una coda di quello eseguito nel marzo 2018.
Focalizzandoci su Feliciano Piccolo, vi diciamo che si tratta di un imprenditore del settore delle costruzioni e delle opere pubbliche, “ovviamente” originario di Casapesenna, titolare dell’azienda “Opera Italia srl” con sede proprio a Borgo Giannotti, a via Dei Bichi.
Opera Italia srl si era resa protagonista di un investimento particolare, cioè dell’acquisto di una bellissima villa stile Liberty, sempre in quel di Borgo Giannotti, del valore approssimativo di 800mila euro. Questa villa, già sequestrata nel marzo del 2018.
Per quanto riguarda l’elenco dei beni sequestrati stamattina questo si può di nuovo consultare alla fine del comunicato che non a caso ripubblichiamo in calce a questo articolo.
QUI SOTTO IL COMUNICATO STAMPA
I finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Lucca stanno eseguendo un decreto di sequestro di prevenzione ex art. 20 del D.Lgs. n. 159/2011 “Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione”, emesso dal Tribunale di Firenze – Ufficio Misure di Prevenzione nei confronti di un imprenditore 53enne residente a Caserta, già operante tra la Toscana e la Campania, e del coniuge, attraverso il sequestro di beni immobiliari e mobiliari nonché di compagini societarie, per un valore di circa 7 milioni di euro.
L’attività trae origine dall’operazione “Ghost Tender”, condotta dal Nucleo di Polizia Economico- Finanziaria di Lucca, che, nel marzo 2018, sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze, aveva portato, oltre che a primi sequestri di beni, all’arresto di 5 persone tra la Toscana e la Campania e alla denuncia a piede libero di ulteriori responsabili, in quanto appartenenti o fiancheggiatori di un’associazione a delinquere operativa dal luglio 2013, con base a Lucca e contigua ad un clan camorristico (“Casalesi”, fazione “Zagaria”) radicato nel casertano, dedita all’illecita aggiudicazione di appalti, alle frodi in pubbliche forniture e al riciclaggio.
Nell’ambito delle indagini era stato individuato un gruppo criminale che ruotava attorno ad imprenditori edili residenti in Provincia di Lucca e Caserta i quali, utilizzando prestanome e società compiacenti, molte delle quali “apri e chiudi”, si aggiudicavano decine di appalti della ASL 3 – Napoli Sud (con sede a Torre del Greco), per milioni di euro, in relazione a commesse per lavori edili, banditi per importi inferiori ai valori soglia oltre i quali sarebbe stato necessario ricorrere alle procedure ordinarie di affidamento.
A tale scopo, il sodalizio aveva stabilito rapporti corruttivi con un Dirigente della predetta ASL, il quale non solo aveva aggiudicato l’appalto in violazione delle norme di trasparenza, correttezza e imparzialità, ma aveva consentito al sodalizio di conseguirne il pagamento pur in assenza di qualsivoglia esecuzione dei lavori. In questo modo, le imprese riconducibili al gruppo criminale erano risultate, a turno, aggiudicatarie di numerosi appalti per lavori falsamente attestati come avvenuti, ma di fatto in gran parte non eseguiti.
Il procedimento penale in parola vede attualmente in corso di svolgimento la fase dell’udienza preliminare.
Più recenti indagini patrimoniali, coordinate dalla Procura della Repubblica di Firenze e svolte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Lucca ai sensi del citato D.Lgs. n. 159/2011, hanno quindi evidenziato la “pericolosità” dei soggetti sottoposti ad indagini, in quanto ritenuti “indiziati” sia di reati commessi “al fine di agevolare l’attività” dell’associazione mafiosa dei “Casalesi – fazione Michele Zagaria”, che di trarre i propri mezzi di sostentamento da delitti a sfondo patrimoniale.
Al contempo, è stata appurata la “sproporzione” del patrimonio disponibile rispetto al proprio reddito, in relazione al periodo temporale di riferimento (2013 – 2019).
Sulla base delle risultanze emerse, il Procuratore Aggiunto Luca Tescaroli e il sostituto Procuratore Giulio Monferini hanno quindi avanzato richiesta di applicazione delle misure preventive personali e patrimoniali e l’Ufficio Misure di Prevenzione del Tribunale di Firenze (presieduto dal dottor Raffaele D’Isa), valutando la sussistenza dei requisiti di legge, ha emesso il provvedimento ablatorio dei beni riconducibili ai proposti.
Sono in fase di conclusione le operazioni di sequestro di beni, tra Caserta e Lucca, per circa 7 milioni di euro, costituiti da 25 conti correnti, 8 società, 18 locali ad uso commerciale, 32 abitazioni, 7 autorimesse e 4 terreni. Il patrimonio sarà ora gestito dagli Amministratori giudiziari nominati dal Tribunale di Firenze.
Nei confronti degli interessati è stata fissata l’udienza per la discussione in ordine all’applicazione della misura di prevenzione patrimoniale e personale della Sorveglianza Speciale di Pubblica Sicurezza, con obbligo di soggiorno per anni 3 e mesi 6.
L’attività svolta si inquadra in una più ampia strategia, attuata dalla Procura del capoluogo toscano (diretta dal Procuratore della Repubblica Giuseppe Creazzo), finalizzata a contrastare gli illeciti arricchimenti anche attraverso l’applicazione della normativa antimafia. L’operazione testimonia, infine, l’impegno costante della Guardia di Finanza a tutela dell’economia, attività sempre più importante anche alla luce del difficile momento causato dall’emergenza epidemiologica in corso.