CAMORRA. I figli di Sandokan e Reccia catturati nel Pallonetto di Santa Lucia: con loro c’era anche Ivanhoe Schiavone. Domani gli interrogatori

16 Giugno 2024 - 12:09

Emanuele Libero Schiavone e Francesco Reccia, in fuga dall’agro aversano dopo le sparatorie dell’ultima settimana, si erano rifugiati a Napoli

CASAL DI PRINCIPE/SAN CIPRIANO D’AVERSA. Si terranno domattina alle 11, presso la casa circondariale di Secondigliano, gli interrogatori di Emanuele Libero Schiavone e di Francesco Reccia (difeso dagli avvocati Domenico Della Gatta e Paolo Caterino), figli, rispettivamente, dei boss Francesco Schiavone Sandokan e Oreste Reccia.

I due, nella giornata di ieri, sono stati raggiunti dal decreto di fermo, eseguito poi dai carabinieri della Compagnia di Casal di Principe, con l’accusa di associazione mafiosa e armi.

Più che plausibile l’ipotesi di un collegamento di questo fermo con gli spari avvenuti davanti casa dei figli di Sandokan (la notte precedente le elezioni dell’8 e 9 giugno) e di Oreste Reccia, a San Cipriano d’Aversa, appena pochi giorni dopo.

Emanuele Schiavone e Francesco Reccia, probabilmente in fuga da Casal di Principe, sono stati catturati nel quartiere Pallonetto, a Santa Lucia, a Napoli, e con loro, nell’abitazione del basso del Pallonetto, c’era anche il fratello di Emanuele, ovvero Ivanhoe Schiavone.

Emanuele presentava, al momento del fermo, ferite al volto che si sarebbe procurato, stando alla sua versione, con un incidente in moto. A Francesco Reccia e ad Emanuele Libero Schiavone viene contestata non soltanto l’associazione camorristica ma anche la detenzione e porto di armi.