I NOMI E LE FOTO. Hanno sparato contro la casa dell’ex compagna di uno di loro. Arrestati un pentito o ex pentito (boh!) del clan dei Casalesi e il suo “compare”

19 Luglio 2025 - 18:03

A qualche ora di distanza dal comunicato stampa abbiamo fatto luce su questo fatto di cronaca, cogliendo anche un aspetto che lascia perplessi

CASTEL VOLTURNO – Sono Nicola Russo e Mario Raffaele De Luca i due uomini arrestati per l’intimidazione armata avvenuta lo scorso marzo ai danni di una donna, ex compagna di uno degli indagati. I fatti risalgono alle ore 13 circa, quando i due si sarebbero presentati davanti all’abitazione della vittima, a bordo di un’auto.

Dai primi nostri accertamenti siamo in grado di dichiarare che Nicola Russo sia lo stesso esponente del clan dei Casalesi divenuto collaboratore di giustizia qualche tempo fa. Noi non sappiamo come funzionino i programmi di protezione, e non sappiamo se questi prevedono la possibilità – che dovrebbe essere negata per definizione – al collaboratore di tornare nei posti dove ha svolto l’attività camorristica. Non sappiamo neppure se Russo, ancora protetto dallo Stato, sia venuto a Castel Volturno in maniera illegale e senza avvertire nessuno. E non sappiamo neanche se Russo sia uscito, magari perché non considerato un collaboratore di giustizia affidabile, dai programmi di protezione. Fatto sta che lui nel marzo scorso era a Castel Volturno e con il suo amico Mario Raffaele De Luca ha consumato un attentato intimidatorio nei confronti dell’ex fidanzata, straniera, dell’appena citato De Luca.

Secondo la ricostruzione investigativa, De Luca, armato di un fucile da caccia, avrebbe prima minacciato verbalmente la donna, poi esploso due colpi in direzione del muro di cinta e di un’auto parcheggiata. Dopo un breve allontanamento, sarebbe tornato sul posto per puntare l’arma contro l’attuale compagno della vittima.

Le indagini condotte dalla Squadra Mobile di Caserta e dai Carabinieri di Mondragone, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, hanno portato all’emissione della misura cautelare in carcere nei confronti dei due, accusati di minacce aggravate dal metodo mafioso, detenzione e porto illegale di arma da fuoco e spari in luogo pubblico.

Emergono inoltre collegamenti con ambienti della criminalità organizzata legata al clan dei Casalesi, tuttora radicato sul territorio.