I NOMI. Rapina in concorso, condanna definitiva per quattro

7 Marzo 2025 - 11:38

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TEANO/SESSA AURUNCA – condannati, in via definitiva, alla pena di anni 3 e mesi 6 di reclusione. E’ quanto deciso dalla Suprema Corte di Cassazione che ha respinto il ricorso presentato dai legali di Carlo D’Angelo, Luca D’Angelo, Massimo Savastano ed Andrea Passaretta, accusati di rapina commessa in concorso tra loro .

ll ricorso in Cassazione era stato presentato contro la sentenza emessa dal Tribunale di Appello di Napoli che aveva riformato, in modo parziale, la sentenza di primo grado emessa dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere in data 09 maggio 2023.

La Corte d’Appello aveva confermato la responsabilità penale degli imputati, riducendo tuttavia la pena a tre anni e sei mesi di reclusione, escludendo l’aggravante prevista dall’art. 628, comma 3, n. 3-quinquies del codice penale.

Nel dispositivo della sentenza era stata indicata soltanto la pena detentiva, mentre in motivazione era stata specificata anche la pena pecuniaria di 516 euro per ciascun imputato. Tale aggiunta è stata ritenuta un “errore materiale” e corretta successivamente dalla Corte d’Appello.

La Cassazione, con la sentenza del 3 dicembre 2024, ha accolto le contestazioni difensive, annullando senza rinvio la sentenza d’appello nella parte relativa alla pena pecuniaria. La Suprema Corte ha riconosciuto che la correzione disposta dalla Corte d’Appello non poteva essere effettuata con la semplice procedura dell’art. 130 c.p.p., in quanto introduceva una modifica sostanziale alla sentenza.

Di conseguenza, gli imputati restano condannati alla pena di tre anni e sei mesi di reclusione, ma senza l’aggiunta della multa di 516 euro. La decisione rappresenta un’importante affermazione del principio secondo cui non è possibile modificare una sentenza in senso peggiorativo senza rispettare le garanzie processuali previste dalla legge.