Il boss: “Mi sono stufato. Agli imprenditori dico che comanda di nuovo CASALE”. Ecco il bar degli incontri con Armando Aprile

14 Settembre 2019 - 18:15

CASAL DI PRINCIPE – Mario Iavarazzo non era affatto contento di come andassero le cose nel settore della pubblicità dei tabelloni stradali. Notava disordine, imprenditori che andavano per i fatti loro. Insomma, non era più sufficiente una gestione soft, fatta attraverso il fratello Michele, ma bisognava avvertire tutti che “Casale lo gestiva direttamente“.

Dunque, Mario Iavarazzo avoca a sè l’esercizio della gestione dell’impresa in cui era socio di fatto con il sulla carta pulito, Armando Aprile. Ma non era neppure sufficiente dire che Mario Iavarazzo aveva ripreso il controllo delle attività. Bisognava utilizzare un’espressione più forte, emblematica che lanciasse a tutti quelli che dovevano pagare, scegliendo questa impresa, un messaggio di terrore: Casale centralizza ogni attività.

Soprattutto di questo Mario Iavarazzo parla con Armando Aprile il 24 febbraio 2016 all’interno del bar Classico di Villa Literno. Un locale che, come abbiamo visto in altri passi dell’ordinanza, ha ospitato spesso gli incontri tra Iavarazzo ed Aprile.

 

QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA

Dunque, nel corso del colloquio avvenuto presso il “Bar Classico” Mario IAVARAZZO ribadiva ad APRILE di aver fatto diffondere tra gli imprenditori del settore di suo interesse una notizia, per il tramite il fratello Michele: da quel momento, cioè, sarebbe stato nuovamente lui a gestire direttamente gli affari.

Destinatari di tale “imbasciata”– si comprendeva – erano, ad esempio,  i titolari della impresa  INTERSPOT: a questi ultimi era stato riferito che gli Iavarazzo gestivano direttamente la cartellonistica anche nella città di Casal di Principe.

Si riporta la conversazione di interesse ([1]):

 

Conversazione tra presenti intercettata in data 24.2.2016,progressivo 131, sessione 212, delle ore 16.36 – decreto 2664/15 R.I.T.  (cfr. videosorveglianza Bar Classico – decreto 186/15).

 

Pos. 09.47

Iavarazzo Mario = ….. Michè mi senti  la parola tua non vale niente non ha mai valuto niente … poi chi fa questo mestiere diciamo che le parole non valgono …

Aprile Armando = davvero

Iavarazzo Mario = poi ti sei andato a mettere sotto i napoletani … alla fine siamo arrivati dove dico io …

Seguono rumori di fondo e si accavallano le voci.

Uomo = …inc…

Aprile Armando? = …inc…

Iavarazzo Mario = mi devi stare a sentire a me… dissi Michè … la parola tua? …a posto vai da INTERSPOTe dici:“ha detto mio fratello mo’ io ho cambiato mestiere mo’ devo partire non faccio più questo mestiere  se volete spiegazioni,Casale lo fa un’altra volta lui… i contratti con noi, ha detto Mario, stai sicuro che non passano … lui disse così non ti preoccupare ….inc… e così deve essere”

 

Il PM evidenzia altresì che anche la frase “se volete spiegazioni, Casale lo fa un’altra volta lui” è decisamente indicativa del controllo camorristico per zone territoriali (Casal di Principe, San Cipriano, Casapesenna, tanto per citare le roccaforti dei casalesi, rispettivamente sotto il controllo degli Schiavone, ergo anche Iavarazzo, Iovine e Zagaria), del tutto incompatibile con una logica di normale concorrenza ( si rimanda  alla trascrizione integrale della conversazione n. 131 del 24 febbraio 2016, riportata nell’informativa della DIA, pag. 254-258).

 

([1])Ulteriore conferma per l’identificazione dei soggetti monitorati e del loro incontro avvenuto in data 24.2.2016:conversazione tra presenti intercettata in data 24.02.2016 progressivo 132 sessione 212 delle ore 16.47 – decreto 2664/15 RR (cfr. videosorveglianza Bar Classico – decreto 186/15 speciale).