IL COMMENTO Più chiaro di così: Roberto Vitale, imprenditore affermato e stimato dal ministero della Difesa. A Pordenone riceve applausi, a Teverola attentati della camorra e una caccia all’uomo firmata Biagio Lusini e Raffaele De Rosa

21 Aprile 2022 - 18:00

La notizia della demolizione di due palazzine, sulle quali poi la Vitale One Costruzioni srl edificherà 192 appartamenti in cui alloggeranno ufficiali e soldati di Spilimbergo e dintorni, ci dà lo spunto per formulare, in calce alla riproposizione del video che esponiamo anche in un altro articolo, una nostra riflessione decisamente sconsolata di fronte al nocciolo duro dell’incultura, del semianalfabetismo, produttori instancabili di violenza, sopraffazione e imbrogli elevati a sistema di vita.

 

 

TEVEROLA (gianluigi guarino) Ecco qual è la differenza tra il Sud e il resto d’Italia, tra il Sud considerato nella doppia versione di carta geografica fisica e di carta geografica politica, e i luoghi dove, pur essendo posti condizionati da fenomeni significativi di corruzione e più in generale, di distorsione delle normali procedure della pubblica amministrazione, pur non essendo abitati da stinchi di santo, si esplicitano anche in tante cose buone, a partire da un rispetto, percentualmente di gran lunga superiore a quello che si registra nelle lande desolate del Mezzogiorno, dei meccanismi della concorrenza nelle gare d’appalto, finalizzate e produrre beni e/o servizi acquistati dal settore pubblico, attingendo al mercato del settore privato.

Prendete Roberto Vitale, imprenditore di Teverola, diventato purtroppo famoso solo per le angherie che la mentalità, la cultura, il radicamento rozzo e cialtrone, ancor prima che violento (dato che la violenza ne è effetto, conseguenza), di un malaffare elevato a sistema. Vitale è finito nelle cronache dei giornali, soprattutto in quelle del nostro giornale, per aver subito due attentati ugualmente vigliacchi: il primo si è risolto con la profanazione e la semidistruzione della cappella di famiglia in cui sono sepolti i suoi genitori, nel cimitero di Teverola, veramente una canagliata che oltrepassa ogni limite anche dei codici di un comunque malinteso senso dell’onore, che un tempo i clan costituivano in punti insuperabili, come sarebbe stato senz’altro il proditorio attentato e la semidistruzione dei sepolcri di una mamma e di un padre.

Il secondo attentato si è consumato con modalità, diciamo così, più classiche, ovvero con l’incendio doloso e distruttivo della sede aziendale dell’imprenditore che da anni combatte da solo sostenuto da questo giornale, dalla collega Marilena Natale, da qualche rappresentanza territoriale dello Stato, e nulla più, dai soprusi subiti, diciamolo chiaramente senza giri di parole, da un sistema, quello che abita da decenni le stanze del Comune di Teverola, in rotazione costante attorno alla figura di Biagio Lusini, più volte sindaco e alle ultime elezioni autore di un’operazione grazie alla quale ha determinato la vittoria dell’attuale primo cittadino Tommaso Barbato, sostenuto in prima persona dall’allora consigliere regionale, l’ugualmente teverolese Stefano Graziano. Voti spostati durante l’ultima notte, per evitare che quelle elezioni fossero vinte, come abbiamo scritto in molti articoli, da Dario Di Matteo che forse organico, organico al sistema-Lusini, non è mai stato.

Oggi, Biagio Lusini non ricopre più alcuna carica. Da qualche mese, infatti, si è dimesso da quella di consigliere comunale che sulla carta doveva essere di minoranza, ma che in realtà è diventata una funzione di potestà, esercitata per diverso tempo, soprattutto all’indomani della sconfitta elettorale di Graziano, su un sindaco Barbato sempre più ammansito.

Lusini, anche durante il periodo appena citato, ha fatto della guerra a Roberto Vitale, titolare del servizio di erogazione della pubblica illuminazione in quel di Teverola, una sorta di ragione di vita.

Quante ne ha passate Vitale e quante ne passa ancora visto e considerato che quell’altro signore che sta nel Comune di Teverola e che risponde al nome di Raffaele De Rosa, per gli amici Lello, già vicesindaco di Casapesenna, già uomo legato a doppio filo a Lorenzo Diana e oggi fratello, nonché consigliori, dell’attuale sindaco e consigliere provinciale Marcello De Rosa, tra le altre cose anche delegato da un paio di settimane alla viabilità provinciale dal presidente Giorgio Magliocca. Tutto ciò mentre Lello De Rosa continua a dettar legge indisturbato nell’Ufficio tecnico del Comune dell’area di Aversa Nord, rimasto, tra le altre cose, orfano, da un mese o due, dell’apporto dell’architetto di design Davide Vargas, oggi a capo del gruppo di lavoro che sta redigendo il Puc della città di Aversa e, a quanto ci dicono (ma noi non ci crediamo fino in fondo), distanziatosi da colui che è stato il suo riferimento professionale negli ultimi anni, cioè l’ingegnere Gennaro Pitocchi, un altro ospite fisso di Casertace da almeno 10 anni a questa parte.

Raffaele De rosa ha scoperto ultimamente la virtù del rigore, dell’intransigenza, dell’inflessibilità. L’ha scoperta di recente, perché non è che l’abbia mai praticata granché nella sua vita professionale. Pur prevedendo il rapporto tra il Comune di Teverola e il fornitore dell’importantissimo servizio dell’illuminazione pubblica, Roberto Vitale, una forma organizzativa grazie alla quale l’ufficio preposto è messo costantemente in condizione di utilizzare un numero di reperibilità, con il quale il De Rosa può parlare direttamente con Vitale in merito ad eventuali guasti e ad eventuali disservizi, facendo sì che questi vengano immediatamente risolti, l’ingegnere di Casapesenna, della reperibilità se ne fa un baffo, e produce, al contrario atti formali di richiamo, addebitando al Vitale ogni problema tecnico anche di piccolissima entità e costruendo, dunque, una narrazione di atti formali che poi dovrebbero essere ovviamente propedeutici a realizzare la ragione di vita di Biagio Lusini che imprenditorialmente, da almeno un paio di lustri, vuole distruggere Roberto Vitale e che per la bisogna, quindi, trova ancora sponda nei suoi riferimenti di sempre, visto e considerato che chi conosce, anche in minima parte, la storia di Teverola e dei comuni dell’agro aversano, sa bene che Raffaele De Rosa, il fratello Marcello e tanti altri sedicenti politici e sedicenti professionisti delle burocrazie comunali e non solo si capiscono al volo con uno come Biagio Lusini. E’ una questione, è un discrimine di tipo culturale su cui spesso abbiamo impegnato ogni nostro ingegno. Ma forse, addirittura, c’è qualcosa di pre-culturale, di fisiologico, di struttura molecolare. Al riguardo, abbiamo dovuto beffardamente prendere atto che la definizione migliore, la più secca, la più efficace di questa posizione relazionale non è stata una di quelle che noi abbiamo confezionato in anni e  anni di articoli, bensì quella data dalla sempre in tiro Donatella Rettore, e dalla sua giovane collega che ha scelto un nome artistico perfetto per l’articolo che stiamo scrivendo, e cioè “Ditonellapiaga”. E’ una questione di chimica. E’ la chimica, dunque una scienza importante, superiore, autorevole a tenere insieme tutte le molecole e gli atomi di  Raffaele De Rosa, di Biagio Lusini, di Marcello De Rosa, di Nicola Esposito sindaco di Lusciano, di Gino Pellegrino, sindaco di Parete, di Vincenzo Caterino, sindaco di San Cipriano e di mister Anacleto Colombiano, sindaco di San Marcellino e compagnia tutt’altro che bella.

La chimica è una grande scienza che parte dall’analisi delle sostanze, anzi degli elementi inorganici. In quella tavola che tanti di noi hanno studiato a scuola con i professori che addirittura ne facevano un foglio bristol (così si chiamavano a quel tempo), in modo che da ogni punto della classe si potesse guardare e consultare, il grande scienziato Mendeleev inserì elementi positivi, importanti, costruttivi, costituenti per la vita, per il progresso, ma anche tante minacce, tante sostanze cattive che poi nel periodo dell’energia atomica, in quella tabella sono anche aumentate di numero. Duqnue è questione di chimica, di tavola degli elementi, dentro alla quale i De Rosa, i lusini, ecc. possono essere valutati come fattori positivi o negativi secondo la sensibilità culturale, la struttura etica e morale di ogni persona.

Ed è questione  di chimica anche il fatto che Roberto Vitale trovi spazio, autorevolezza, credibilità, prestigio in un contesto indiscutibile, autorevolissimo, visto e considerato che la Vitale One Costruzioni srl si è aggiudicata l’importante appalto di cui abbiamo scritto nell’articolo precedente (CLIKKA E LEGGI), bandito dal ministero della Difesa e con il quale ha potuto dimostrare davanti a tanti generali, a tanti ufficiali, a tanti soldati incuriositi da una modernissima tecnica di abbattimento di manufatti dismessi, il suo valore imprenditoriale perché lì, in quei contesti, conta ed emerge chi è più bravo. La spintarella, la raccomandazione che pure esistono essendo connaturate con il costume italico e più in generale, bizantino-mediterraneo, non rappresentano, però, il pensiero unico e soprattutto non bastano a loro stessi, perché non ci sarà raccomandazione o spintarella che tengano di fronte ad un’azienda, di fronte ad una persona che non dimostrino di avere conoscenze e contenuti di eccellenza.

Esattamente il contrario di quello che succede in molta parte del Mezzogiorno, in Campania, non ne parliamo proprio poi nella provincia di Caserta, non ne parliamo proprio al quadrato in quella landa desolata sottomessa al tacco dell’ignoranza, della sopraffazione e della violenza morale prim’ancora che fisica, che si allunga nel perimetro del comune di Teverola, investendo prima quelli del comparto Asi di Aversa nord (Gricignano, Carinaro, Teverola e la stessa Aversa), luogo di ogni nefandezza, e infine l’intero dipartimento territoriale costituito dagli altri 15 comuni dell’agro aversano.