IL CUGINO DEL SINDACO SI È PENTITO. Il nuovo clan dei Casalesi, il nome di Antonio Schiavone, i Mallardo e i miliardi del comparto industriale Aversa Nord

8 Ottobre 2019 - 12:11

CASAL DI PRINCIPE (G.G.) – Giovanni Improda, che da stamattina possiamo definire un collaboratore di giustizia, dato che tutti i suoi principali congiunti sono già sotto protezione (sapevamo qualcosa, ma non l’abbiamo scritto proprio per evitare guai ai danni di persone innocenti), è un esponente di primo piano del clan dei Casalesi.

Non del vecchio clan, ma del nuovo, cioè di un gruppo criminale che, assodato il fatto di non poter, almeno per il momento, riprendere l’attività militare, disarticolata dalle centinaia di arresti e da una reazione dello Stato che si è configurata come evidente negli ultimi quindici anni, ha radunato tutte le sue intelligente criminali per andare avanti.

Improda non è un pinco palla qualsiasi.

Ha fatto il camorrista in un’area territoriale in cui si addensano interessi economici stratosferici, essendo quella, di cui non a caso ci stiamo occupando da mesi, che coincide con il comparto industriale di Aversa Nord, collocato in zona Asi e insediato nei perimetri dello stesso comune di Teverola, ma anche di quello di Carinaro, Casaluce e Gricignano d’Aversa.

Insomma, se Improda, come sembra, ha partecipato a dei summit di camorra in quel di Giugliano, che hanno sancito una nuova forma di alleanza, tanto stretta da far pensare addirittura ad una crasi, ad una fusione, tra i Mallardo e chi oggi regge i fili della potestà non sopita della famiglia Schiavone sul clan dei Casalesi, non vi ha partecipato sicuramente per caso.

Quanto hanno contato, quanto hanno inciso, nel disegno della strategia criminale della nuova alleanza tra Mallardo e Casalesi, i tanti interessi del comparto Asi di Aversa Nord?

Peccato che non siamo detective o magistrati, altrimenti la prima domanda che avremmo fatto a Improda, cugino del sindaco Barbato, sarebbe stata proprio questa. Ma confidiamo sul fatto che lo Stato e i suoi organismi preposti gliela abbiano già posta o che al limite glielo chiederanno molto presto.

D’altronde, tra i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta ci sono intelligenze ed esperienze che già molto avanti erano andate nei mesi scorsi nel processo di conoscenza delle attività fino ad oggi lecite (e tali saranno fino a prova contraria) del signor Antonio Schiavone, fratello di “Sandokan” e zio di Nicola Schiavone, nonché genero di Salvatore Sestile, titolare della rinomata “Tenuta La Contessa”, finita nelle recenti cronache giudiziarie quando la Dda ha chiesto ma non ottenuto dal Gip delle misure cautelari, in quanto ritiene quella tenuta il luogo dove si sono svolti gli appena citati summit di camorra.

Al di là delle decisioni del Gip, sia Antonio Schiavone che Salvatore Sestile restano indagati.

Antonio Schiavone ha scelto di vivere proprio a Giugliano, che diventa oggi una sorta di nuova Casal di Principe, visto che i Mallardo sono in condizione di offrire ai reduci del clan dei Casalesi delle strutture di sicurezza e anche il sostegno di soldati armati e disposti a sparare, che in agro aversano, per i motivi di cui sopra, scarseggiano.

Si parla di una tenuta giuglianese in cui si sarebbero svolti questi summit. Si parla di una sinergia tra Improda e quale gruppo imprenditoriale dell’area di Aversa Nord, dove, ripetiamo, come scriviamo da mesi, si sta giocando una partita che definire miliardaria, nel senso di miliardi di euro, non è una elaborazione iperbolica.

Staremo a vedere, ma Improda è uno che sa ed è uno che comprende, eccome se comprende anche di politica legata agli affari.