IL FOCUS CAPUA. Ma siamo sicuri, Villani, che le bollette dell’acqua e della depurazione inviate da Fiore ai capuani negli ultimi 4 anni e mezzo siano legali? E poi ci dice qualcosa sui 9milioni di euro della convenzione sulle fogne?
5 Maggio 2025 - 13:21

TERZA E ULTIMA PUNTATA. Noi abbiamo lavorato tantissimo per portare a termine questo Focus. Anche oggi proponiamo ai lettori una documentazione importantissima costituita dai due elenchi del dipartimento finanze del Ministero Dell’Economia che non contengono il nome della Antonio Fiore &C. S.A.S. Questo costituirebbe una violazione dell’articolo 1 comma 786 che dal 1 gennaio 2020 ha imposto nuovi ed ineludibili requisiti a carico dei riscossori. Al riguardo, più di una tiratina d’orecchie merita anche l’azione della minoranza
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CAPUA – (g.g.) La terza ed ultima puntata sul mondo ultra dorato di Antonio Fiore & c. S.A.S. affronta il problema forse più spinoso, più complicato e più denso di ombre
E’ diventato tale dal primo gennaio 2020 quando è entrata in vigore la legge di bilancio di quell’anno terrificante, segnato dalla pandemia del Covid, licenziata definitivamente dal Parlamento il 27 dicembre 2019 con il numero 160. Si sa che le leggi di bilancio, per effetto dell’immancabile maxi emendamento, che ogni governo pone, è formata da un solo articolo e da un enorme numero di commi. La risposta alla nostra premessa sull’opacità del tema che andiamo a trattare si trova, allora, nell’articolo 1 comma 786, che così recita: “Al comma 1 dell’articolo 2-bis del decreto-legge 22 ottobre2016, n. 193, convertito, con modificazioni, dalla legge 1°dicembre2016, n. 225, sono apportate le seguenti modificazioni: a) al primo periodo, la parola: «spontaneo» è soppressa e dopo le parole: «resi disponibili dagli enti impositori» sono aggiunte le seguenti: «o attraverso la piattaforma di cui all’articolo 5 del codice di cui al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, o utilizzando le altre modalità previste dallo stesso codice»; b) al terzo periodo, la parola: «spontaneo» è soppressa e le parole da: «esclusivamente» a: «dagli enti impositori» sono sostituite dalle seguenti: «con le stesse modalità di cui al primo periodo, con esclusione del sistema dei versamenti unitari di cui all’articolo 17 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241,»; c) è aggiunto, in fine, il seguente periodo: «I versamenti effettuati al soggetto di cui all’articolo 52, comma 5, lettera b), numero 4), del decreto legislativo n. 446 del 1997 sono equiparati a quelli effettuati direttamente a favore dell’ente affidatario».
Ovviamente non ci avete capito nulla perché il legislatore italiano è così. Toglie una parola di una legge precedente, ne incastra un’altra. Insomma scrive per se stesso e a dirla tutta i politici, i parlamentari, si fidano dei polverosi burocrati ministeriali a cui danno delle direttive tradotte poi in questi incomprensibili contenuti da settimana enigmistica.
Fortunatamente, ci sono i grandi studi professionali organizzatisi per decriptarli. E allora, ecco cos’è successo alla luce dell’articolo 1 comma 786 della legge di bilancio 2020. E’ successo che il legislatore, andando a modificare l’articolo 2-bis del Dl 193/2016, ha definitivamente stabilito che le somme di pertinenza degli enti, a qualunque titolo dovute (vale a dire di pagamento spontaneo, acquiescenza all’accertamento o in conseguenza della riscossione coattiva) debbano essere necessariamente versate sui conti correnti (di tesoreria o postali) di pertinenza dell’ente.
Ebbene o meglio probabilmente e male: la Antonio Fiore &C. S.a.s a noi non risulta che sia iscritta nei due albi speciali da considerare. Non è che abbiamo fatto, al riguardo – non appartenendo questo al metodo di lavoro di CasertaCe – un’analisi superficiale. Ci siamo, infatti, riportati a due elenchi diversi pubblicati ufficialmente dal sito finanze.gov in pratica l’area digitale di quello che una volta era il Ministero delle Finanze oggi ricompreso, insieme agli antichi Ministero del Tesoro e Ministero dei Bilanci nel mega Dicastero dell’Economia. Il primo elenco riguarda i soggetti che effettuano la gestione delle attività di liquidazione e di accertamento dei tributi e quelle di riscossione dei tributi e di altre entrate degli enti locali. E se non vi fidate delle nostre parole vi mettiamo un mastodontico CLICCATE QUI, anche colorato, e vi andate a rendere conto di persona che la Antonio Fiore & C. S.A.S. non compare da nessuna parte mentre compaiono soggetti significativamente attivi in provincia di Caserta a partire dalla Sogert.
Poi c’è un secondo elenco che ricomprende tutte le società che svolgono esclusivamente le funzioni e le attività di supporto propedeutiche all’accertamento e alla riscossione delle entrate degli enti locali e delle società da essi partecipate. E anche in questo caso se non vi fidate vi cambiamo il colore ma lo stesso potete CLICCARE QUI per rendervi conto che la Antonio Fiore &C. S.A.S. non compare neppure in questo particolare elenco Ma noi non vogliamo arrivare a conclusioni definitorie e definitive neppure davanti a queste evidenze. Vorremmo conoscere dal sindaco Villani, magari tra una scampagnata e l’altra spacciata per una giornata “monumenti aperti” in cui a vedersi in giro per Capua è stato solo il suo cerchio magico, se l’amministrazione comunale, attraverso l’assessore al bilancio e alle finanze, Pasquale Frattasi, se attraverso il dirigente al ramo, Mattia Parente, se attraverso la segretaria comunale, e chi altro sennò visto che si tratta della responsabile di garanzia per la legalità nei processi amministrativi, del Comune di Capua, Renata Gallucci, ha compiuto o meno una verifica relativa al possesso da parte della Antonio Fiore & C. S.A.S., ossia la ragione sociale che compare sui frontespizi delle bollette, di questo fondamentale requisito. Magari il Ministero dell’Economia si è scordato di inserire l’azienda dell’85enne irpin-puteolano, spesso residente, beato lui, in quel di Panama e che ha fatto la sua America a Capua dal 1991 in poi (LEGGI LA PRIMA PUNTATA DELLA NOSTRA INCHIESTA CHE TROVI IN TESTA A QUESTO ARTICOLO)
Basta rispondere. D’altronde chi non ha niente da nascondere non ha niente da temere. Perché rispondendo si capirà se Fiore ha svolto la sua funzione di esattore dal 1 gennaio 2020 fino ad oggi avendone titolo oppure sine titulo
LA SECONDA CONVENZIONE DI FIORE
Come abbiamo scritto qui sopra Fiore è anche riscossore di tariffe di pubblica fognatura e depurazione. Lo è in forza di una seconda convenzione molto più recente, o meglio relativamente più recente, rispetto a quella datata 1991 riguardante l’erogazione idrica. Il Comune di Capua si accorda, infatti, con Antonio Fiore per fogne e depurazione nel 2004, cioè ai tempi dell’amministrazione comunale presieduta dal sindaco Alessandro Pasca di Magliano. Anche in questo caso, costruttivamente, dobbiamo rivolgere una domanda fondamentale alsindaco Adolfo Villani, all’assessore Frattasi, al dirigente Parente e alla segretaria Gallucci. La convenzione obbliga il concessionario a corrispondere al Comune l’incasso relativo al gettito delle tariffe di pubblica fognatura e di depurazione dovute dagli utenti capuani e calcolato in una cifra di circa 9milioni di euro, ciò ai sensi dell’articolo 15 della legge 36 del 1994. Ed ecco il quesito: Fiore ha corrisposto queste somme? Le ha corrisposte in toto, in parte o non le ha proprio corrisposte? Perché non vogliamo mai pensare che non le abbia mai corrisposte. L’attività dell’amministrazione comunale quale parte contrattuale di una convenzione diventa in automatico, infatti, come ben sa la segretaria comunale Gallucci, che, ribadiamo, è anche la responsabile dell’anticorruzione e in generale della legalità del Comune, sindacato e azione di indagine quantomeno da parte della Corte dei Conti che poi non abbiamo mai capito per quale motivo, di fronte al muro di gomma di Villani e dei suoi, l’opposizione non abbia compulsato, inviando un esposto ai giudici contabili della sezione campana in modo che siano essi a costringere, a quel punto, Villani a rispondere, a mettere nero su bianco una sua formale esposizione sul rapporto tra il Comune e la Antonio Fiore & C. S.A.S.
Anche questi sono i misteri della politica capuana che, magari, francamente a noi pare così, presenta qualche distorsione anche per quel che riguarda la piena esplicazione della funzione della minoranza od opposizione democratica.
E qui finisce la nostra inchiesta in tre puntate. Ma ciò non vuol dire che abbandoneremo questo argomento che continueremo a trattare in quanto siamo sicuri che il muro di gomma rimarrà inespugnabile. Villani, approfittando del fatto che la gente non va a leggere questi articoli obbligatoriamente lunghi e complicati per quello che è il livello medio di cognizioni conosciute di un cittadino, farà lo gnorri come sempre. Ecco perché, e sono tre, chi è deputato a farlo, cioè l’opposizione, deve impugnare carta e penna impegnando le autorità giudiziarie su questi temi