IL FOCUS. Consorzio di Bonifica fuorilegge. Cinque domande all’assessore regionale Nicola Caputo
30 Marzo 2021 - 12:07
QUINTA (ed ultima) PUNTATA
CASERTA (Gianluigi Guarino) – La quinta e ultima puntata dell’ennesimo focus di inchiesta che dedichiamo alle malefatte e alle imposture che si consumano senza soluzione di continuità nel Consorzio di Bonifica del Basso Volturno, quello che ha sede a Caserta in via Roma, non elabora nuovi argomenti, ma sintetizza e organizza quelli trattati nelle precedenti quattro puntate, in modo che questi, ortodossamente, diventino lo spunto per porre cinque domande al titolare della delega di giunta regionale, dentro alla quale ci sono la competenza e i poteri relativi all’ordinamento e al funzionamento dei Consorzi di Bonifica.
Si dà il caso che in questo momento storico l’assessore all’agricoltura sia anche un casertano e questo, tutto sommato, è un fatto positivo per il perseguimento dei nostri obiettivi, visto e considerato che Nicola Caputo dovrebbe vivere emotivamente in maniera ancora più preoccupata le cose che continuano a seminar disonore dentro ad un ente che gestisce e distrugge pubblico danaro.
D’altronde, Caputo, nei mesi scorsi, quale piccolo segnale positivo lo ha lanciato e lasciato.
È successo, come scriviamo nell’articolo precedente a questo,
che Caputo abbia scritto una lettera, chiedendo conto al commissario Carlo Maisto dell’attività svolta fino a questo momento e nel corso dei quattro anni in cui, per volere, aggiungiamo noi, dell’allora consigliere regionale Stefano Graziano, ha guidato l’ente attraverso un commissariamento record dipanatosi in tempi spropositati e ontologicamente contraddittori rispetto all’essenza e alla sostanza della funzione commissariale.
Carlo Maisto non ha capito oppure ha capito troppo bene, visto che ha risposto a Caputo che gli chiedeva delle informazioni strettamente relative alla funzione svolta in nome e per conto della Regione Campania e del mandato da questa ricevuto, cambiando totalmente registro e riscontrando Caputo con argomentazioni che sono quelle di un presidente, statutariamente e democraticamente eletto da un’assemblea, e non certo di un commissario.
Una sorta di corrispondenza surreale, perché da un lato c’è Caputo che può scrivere quella lettera a Maisto solo perché questi è commissario; dall’altra parte c’è l’appena citato ingegnere di Frignano, che risponde da presidente, al quale Caputo non avrebbe mai potuto scrivere una lettera del genere, in quanto un presidente dà conto ai soci che lo hanno eletto, agli organi di controllo interni e a tutto ciò che viene regolato da uno statuto e non certo, almeno in questi termini, alla Regione Campania e a chi la rappresenta.
A Caputo poniamo queste domande affinché questa sorta di partita a tressette, ingaggiata tra lui e Maisto, riprenda a disputarsi nel rispetto delle regole.
Se tu sei commissario e quindi “non sei piombo a tre pali”, ma solo ad uno, quello riguardante la funzione di rappresentante dei consorziati, devi gettare sul tavolo la carta appartenente allo stesso “palo” di chi ha aperto il gioco, in questo caso la Regione Campania, che interroga Maisto in quanto commissario e dovrebbe pretendere che questi risponda come tale e non gettando le basi di un piano decennale, in stile Unione Sovietica, nel quale racconta di aver fatto cose, cioè appalti, assunzioni, che in realtà non avrebbe potuto fare, perché lui – ripetiamo per l’ennesima volta – è un commissario con un vincolo di mandato, la cui estensione è stabilita da una legge regionale ed è ovviamente, come capita in ogni espressione istituzionale di tipo commissariale, limitata all’ordinaria amministrazione.
Questo per il motivo banale che in una democrazia, in uno Stato di Diritto, solo la legittimazione elettorale dentro a processi ordinari di definizione delle potestà ti consente di esercitare i pieni poteri.
Essendo stati costretti dai protagonisti della vicenda a propinare questa lezioncina di educazione civica da asilo infantile, siamo in grado di rivolgerci all’assessore Caputo avendo declinato la nostra cognizione di causa.
Prima domanda: secondo lei, assessore, è vigente, come a noi pare, la legge 4 del 2003. Ed è in vigore integralmente oppure ne è stato abolito qualche articolo, ad esempio il 32? Non è che invece è stato abolito qualche comma, ad esempio il comma 3, che così recita testualmente: “Il commissario straordinario convoca l’assemblea dei consorziati per l’elezione del nuovo consiglio dei delegati e cura l’ordinaria amministrazione fino all’insediamento del nuovo consiglio”?
Perché, assessore, se questo comma l’hanno abolito, allora ci dica qual è la norma che lo ha sostituito, altrimenti noi non ci capiamo proprio niente nel momento in cui leggiamo che un commissario arriva in un ente con il solo obiettivo di ricreare in fretta le condizioni per la ricostituzione della sua piena legittimità democratica attraverso la convocazione dell’assemblea dei consorziati.
Quasi cinque anni di commissariamento non sono in linea con questa perentoria previsione normativa. Per cui, delle due l’una, e l’arcano ce lo deve risolvere lei: o questo comma è stato abolito, o in questo momento e da molto tempo il Consorzio di Bonifica del Basso Volturno viola una legge vigente. Terze strade non ce ne sono.
Seconda domanda: assessore Caputo, le consigliamo di cancellarla qualora al primo dei nostri quesiti abbia risposto additandoci giustamente come asini nel momento in cui citiamo leggi che non sono più in vigore. Se invece l’articolo 32 comma 3 della legge 4/2003 è ancora quello che regola l’ordinamento e il dosaggio dei poteri, allora ci deve rispondere: rispetto a questo testo normativo, tutto ciò che è stato fatto nel corso di questi anni (ad esempio, per citare qualcosa: modifica della pianta organica, assunzioni di personale a tempo determinato e indeterminato, stipula di contratti e transazioni, tipo quella che ha consentito all’avvocato Sabatino, nello studio del quale ha lavorato o ancora lavora il figlio del Dg Abate, di guadagnare 1 milione di euro) sono atti che appartengono all’ordinaria amministrazione oppure no? E se la risposta è no, sono legittimi o illegittimi? O magari, con un bel colpo di spugna stabiliamo una sorta di moratoria, un’amnistia, che rende legale oggi quello che legale non è stato?
Terza domanda: ha intenzione, assessore Caputo, di mettere al lavoro l’avvocatura della Regione Campania su questi temi? Guardi, questo organismo è già sufficientemente preparato sulle cose riguardanti il Consorzio di Bonifica. In uno degli articoli di questo focus abbiamo citato quel parere in modalità testuale. In sintesi, gli avvocati della Regione hanno messo, per esempio, nero su bianco il fatto che la costituzione di una società tra consorzi, per capirci Basso Volturno, Agro Nocerino-Sarnese e Paludi Napoli e Volla, da cui è venuto fuori quell’altro capolavoro di Campania Bonifiche, non poteva essere realizzata per un altro motivo da asilo infantile, e cioè che tre commissari, ma anche se ce ne fosse stato uno solo tra i tre Consorzi, creano una condizione di carenza di potere o potestà che non può eccedere l’ordinaria amministrazione.
E un “susamiello” come Campania Bonifiche, altro mostro giuridico che eroga autonomamente stipendi e che fa cose diverse da quello che dovrebbe fare per statuto, visto che la riscossione dei tributi la delega carinamente a certi privati con cui è in annosa empatia, non puoi certo considerarlo oggetto da ordinaria amministrazione. Ora, se l’avvocatura della Regione ha scritto questo, come effettivamente ha fatto, come mai i commissari, a partire da quello nostro, continuano a fare di tutto e di più (ci manca solo che Maisto firmi una convenzione con il Cira e con la Nasa per spedire una navicella di astronauti in cerca di risorse idriche dentro e fuori dal Sistema Solare).
L’avvocatura ha dimostrato insomma di avere le idee chiare. E d’altronde, non ci voleva certo la zingara per elaborare quello che l’Ufficio Legale della Regione ha elaborato. Rispetto a queste cose si svicola solo quando un rappresentante delle istituzioni, un politico eletto o nominato da qualche parte, elude la legge su cui fa valere le ragioni del proprio interesse personale, del proprio particulare, che poi sono sempre le stesse porcherie appartenenti alla necessità di riempire la mangiatoia affinché poi chi mangia possa riempire le urne elettorali.
Quarta domanda: ma i signori De Nardo da Salerno che faceva il commissario (pure lui) al Consorzio di Bonifica del Basso Volturno, e Marotta, pure reduce da una esperienza speculare, a che titolo comandano in Campania Bonifiche, cioè in una società pubblica costituita da tre consorzi nei quali De Nardo e Marotta non hanno alcuna funzione di rappresentanza essendo cessate da una vita le loro cariche commissariale?
Quinta domanda: assessore, lei considera ineluttabile che tutto ciò che in questi cinque anni è stato fatto e strafatto in termini di gare di appalto e di aggiudicazioni milionarie rappresenti un terreno intangibile, perché in questo caso il problema dei poteri del commissario viene neutralizzato dalla necessità di agire per non perdere i finanziamenti?
Perché dentro a quei flussi di danaro, sono state scritte storie turpi di aggiudicazioni realizzate con procedure a dir poco, ma proprio a dir poco, discutibili da parte dell’Ufficio Tecnico. In sostanza, assessore Caputo, il progetto, luciferinamente lottizzatorio e clientelare che ha consentito a questo commissario di stare cinque anni in carica, ha determinato a nostro avviso una condizione cronologicamente spropositata che rende tutta la dinamica dei finanziamenti, delle gare d’appalto e degli incarichi tecnici una modalità, un blocco sistemico, che per il suo portato tossico, riduce la portata fino ad annullarla, della comoda motivazione su una materia e su atti che esulerebbero dai limiti imposti dall’ordinaria amministrazione.
Cinque anni in carica rendono in pratica una barzelletta la questione dei finanziamenti che si perdono. Speriamo che l’assessore Caputo si mostri interessato a queste domande, che poi sono il nostro modo di fare le interviste, con modalità del tutto anticicliche rispetto alle messe cantate e alle domande comode a cui sono abituati i nostri politici, e ci risponda puntualmente.