SPECIALE INCHIESTE CASERTACE. IL FOCUS. Ecco come i milioni delle multe killer pagate alla Provincia per gli autovelox, sono finiti nelle casse di aziende ritenute vicine al clan dei Casalesi

1 Gennaio 2024 - 12:00

Ripercorriamo nel primo giorno del 2024 le inchieste e gli approfondimenti di maggior successo e che i nostri lettori hanno premiato con numeri record nell’anno appena trascorso. Uno speciale in otto parti che segue il lavoro di indagini compiuto da CasertaCE

Pubblicato il 9 marzo 2023 CASERTA (g.g./l.v.r.) – Nell’ultima puntata del nostro focus dedicato alla provincia di Caserta e agli autovelox gestiti dalla Traffitek dell’imprenditore casertano Pasquale Cappa Spina, attraverso una procedura di gara terminata con una doppia aggiudicazione, ritenute entrambe illegittime dal Tar Campania e, successivamente, dal Consiglio di Stato, vogliamo analizzare la situazione economica e di bilancio relativa a questi tre rilevatori della velocità.

Per chi si fosse perso le prime due puntate di questo speciale, rimandiamo al link alla fine di questo articolo per rileggere gli episodi precedenti.

Riassumendo rapidamente, il Consiglio di Stato, il 23 gennaio scorso, ha annullato la procedura di gara che aveva assegnato per la seconda volta l’appalto per i

tre autovelox, tra cui quello contestatissimo situato ad Aversa Nord, bandito dalla provincia di Caserta per un valore di 7 milioni di euro e affidato alla Traffitek di Cappa Spina.

I SOLDI DEGLI AUTOVELOX E COME POSSONO ESSERE SPESI

Una modifica al codice della strada, istituito dal decreto legislativo 285 del 1992, prevede che i proventi delle sanzioni amministrative, delle multe, vengano messi a bilancio e utilizzati per interventi di manutenzione e miglioria dello stato delle strade di cui l’ente – in questo caso la Provincia – ha la gestione.

Gli enti di cui al comma 12-bis destinano le somme derivanti dall’attribuzione delle quote dei proventi delle sanzioni amministrative pecuniarie di cui al medesimo comma alla realizzazione di interventi di manutenzione e messa in sicurezza delle infrastrutture stradali, ivi comprese la segnaletica e le barriere, e dei relativi impianti, nonchè al potenziamento delle attività di controllo e di accertamento delle violazioni in materia di circolazione stradale, ivi comprese le spese relative al personale, nel rispetto della normativa vigente relativa al contenimento delle spese in materia di pubblico impiego e al patto di stabilità interno.”

Avete appena letto l’articolo 142 del Codice della Strada, comma 12-ter.

OLTRE UN MILIONE DI EURO DI INCASSI A GARA GIA’ ANNULLATA

La Provincia di Caserta, attraverso quanto effettivamente incassato dalle multe partite dai tre autovelox, ha messo a bilancio 626 mila euro, accertati con la determina del 13 febbraio, più un altro milione di euro circa, ovvero quanto introitato nelle casse provinciali dal fatidico 17 gennaio al 31 del mese.

Quindi, l’amministrazione provinciale di Caserta ha inserito a bilancio una somma di poco superiore al milione e mezzo di euro, frutto di aggiudicazione che non ha più valore da oltre un mese.

Il punto centrale rispetto alle perplessità che abbiamo su questa contabilizzazione riguarda le date in cui il denaro viene riscosso rispetto.

Se il consiglio di Stato annulla l’aggiudicazione, rende quindi priva di valore la nomina di Traffitek alla gestione dei tre autovelox alla data del 17 gennaio 2023, com’è possibile che la Provincia metta a bilancio importi successivi a tale data, ovvero dal prima al 13 febbraio?

Una scelta che sembra, per chi legge le determine, dettata dalla necessità di dover inserire rapidamente somme in cassa, 626 mila euro che provengono, però, da un’aggiudicazione annullata dal massimo giudice amministrativo italiano.

Ed è un caso che, poi, 24 ore dopo l’accertamento di entrata a bilancio di tale somma, finisca per essere sospeso il servizio e quindi tutte le multe in gestione vengano congelate? Come raccontato nella precedente puntata, l’amministrazione provinciale del presidente Giorgio Magliocca riceve la lettera del proprio legale, Gianfranco D’Angelo, con cui l’avvocato consiglia di stoppare gli effetti dell’aggiudicazione. E la riceve il 6 febbraio, cioè 7 giorni prima di introitare dall’appalto in questione oltre 600 mila euro e 8 giorni prima di sospendere lo stesso servizio.

Se una parte del denaro messo a bilancio potrebbe essere ritenuto ancora salvabile, visto che la sentenza arriva il 17 gennaio e la Provincia, nei primi giorni di febbraio, mette a bilancio la somma di oltre due milioni di euro, quale importo riscosso dalla segnalazione dei limiti di velocità superati tramite i tre autovelox, quello che avviene, poi, il 13 febbraio, ovvero l’accertamento di entrata delle somme riscosse grazie ai tre rilevatori della velocità dal primo febbraio fino alla data di pubblicazione della determina, sembra cozzare, sembra andare in direzione totalmente opposta rispetto a quanto deciso dal consiglio di Stato, che aveva provveduto ad annullare la aggiudicazione.

La Provincia, quindi, ha messo a bilancio centinaia di migliaia di euro che non andavano inseriti? C’è stata un’alterazione delle somme segnate quale attivo da parte dell’amministrazione provinciale di Caserta?

PIOVONO SOLDI PER NUOVI APPALTI. IL RISCHIO CRIMINALITA’ E AZIENDE “DISCUTIBILI”

Il “bottino” figlio delle multe degli autovelox, legato (ripetiamo) ad un appalto la cui aggiudicazione è stata annullata dal consiglio di Stato, dev’essere utilizzato, come previsto dal codice della strada, per la manutenzione e il miglioramento del tratto stradale.

Ed è proprio sulle gare d’appalto relative a questo settore che si sono concentrate una serie di aziende negli ultimi anni, le quali hanno vinto procedure di gara e hanno ricevuto affidamenti diretti.

Sfortuna ha volturo, poi, che, successivamente, la Direzione distrettuale antimafia ha ritenuto alcune di queste imprese come coinvolte in inchieste relative ad appalti pilotati da imprenditori legati al clan dei casalesi, vedasi le vicende giudiziarie di Dante Apicella o Sergio Orsi.

Ricordiamo, il primo sotto processo per la gestione degli appalti pubblici, sotto il benestare di Nicola Schiavone, Sergio Orsi, invece, ritenuto responsabile di aver truccato gare presso il Cira di Capua.

Ad esempio, a ricevere affidamenti diretti è stata la ditta formalmente di un cugino, ma per la Dda di Napoli nelle mani di di Fabio Oreste Luongo, arrestato più di una volta e definito in più di un documento giudiziario come soggetto con legami con il clan de Casalesi, secondo quanto dichiarato anche da Nicola Schiavone, figlio di Francesco Schiavone Sandokan; ancora, a vincere una gara del settore manutenzione è stata la Cogesa di Vincenzo Corvino, che secondo le indagini della Direzione distrettuale antimafia di Napoli sul riciclaggio di denaro sporco da parte del clan dei casalesi, Antonio Magliulo e Dante Apicella, soggetti ritenuti a capo dell’area operativa degli appalti pubblici del clan, hanno utilizzato lo strumento del cambio assegni, ovvero il citato riciclaggio di danaro, attraverso diverse imprese dell’agro Aversano, tra cui proprio la Cogesa.

Poi c’è stato l’affidamento diretto a Peppe Mastrominico, cugino diretto degli altri due Mastrominico, condannati in primo grado per camorra, il quale però, al pari di Vincenzo Corvino e di Cogesa, non risulta indagati in alcuna inchiesta, anche se, per Cogesa c’è il riferimento messo nero su bianco nell’ordinanza relativa ad Apicella sul riciclaggio di denaro, per Mastrominico, invece, ciò che provoca discussione sull’opportunità di tale affidamento riguarda rapporti familiari, vincoli stretti con personaggi storicamente coinvolti procedimenti di camorra.

Ultimamente, poi, vi raccontammo dell’aggiudicazione di una gara ai costruttori Petrillo di Casal di Principe, recentemente arrestati, poi scarcerati e oggi sotto processo, perché accusati dalla Dda di essere al servizio o comunque funzionali al ras-imprenditore Dante Apicella e dunque al figlio di Sandokan, il primogenito Nicola Schiavone

La gestione non esattamente trasparente, cristallina dell’amministrazione provinciale di Caserta potrebbero portare, come in altri casi, aziende con un curriculum discutibile a poter usufruire di denaro pubblico, attraverso commesse bandite dall’ente guidato da Magliocca.

E se questo è avvenuto già dal luglio scorso, momento in cui sono stati installati, attraverso un ingresso di denaro legato ai tre autovelox la cui aggiudicazione è stata annullata dal Consiglio di Stato, ciò non può far altro che aumentare il senso di fastidio, frustrazione nei cittadini casertani e non solo, che vedono i propri soldi, il denaro che loro pagano per le molte contravvenzioni, utilizzato con il serio rischio che possa finire in mano ad imprenditori ritenuti vicini alla criminalità organizzata.

CLICCA QUI PER LEGGERE LA PRIMA PUNTATA

CLICCA QUI PER LEGGERE LA SECONDA PUNTATA

CLICCA QUI PER LEGGERE IL DOCUMENTO DEI 626 MILA EURO

QUI, INVECE, LA DETERMINA DI SOSPENSIONE

LA DETERMINA DI ACCERTAMENTO DEL MESE DI GENNAIO