Il generale Spaziante, mariuolo reo confesso, perde in Cassazione. Sequestrato il suo tesoro

18 Aprile 2019 - 19:06

MARCIANISE – In un lungo documento pubblicato in questi giorni, la Corte di cassazione ha spiegato le motivazioni del rigetto del ricorso compiuto dall’ex generale della Guardia di Finanza Emilio Spaziante, coinvolto nell’inchiesta sullo scandalo Mose, che lo ha visto patteggiare 4 anni per concorso in corruzione, dai figli Daniele e Francesca e dalla moglie Carmela Clima.

La questione ruota intorno al sequestro di 201.850 euro, rinvenuti nel corso di perquisizione presso il domicilio di Spaziante, degli appartamenti a Roma in diverse vie della capitale, intestate a Emilio Spaziante, Carmela Clima, a Francesca Spaziante, e ad altre proprietà intestate all’altro figlio Daniele. Una decisione presa dal Gip di Milano nel febbraio 2015, modificata, dopo l’opposizione al decreto compiuto dagli Spaziante, sempre dallo stesso Giudice per le indagini preliminari milanese che confermò la confisca dei beni e limitò il sequestro di danaro contante a “soli” 197.600,00 euro.

Ed è proprio contro questo secondo decreto, emesso nell’aprile di quattro anni fa, che la famiglia Spaziante ha fatto ricorso in Cassazione. I giudici dell’ultima istanza, nell’udienza del 28 febbraio scorso, non hanno ritenute valide le doglianze presentate da Emilio Spaziante, dalla moglie e dai figli, rigettando quindi il ricorso contro il decreto di sequestro e di confisca.

L’estate scorsa l’ex generale delle fiamme gialle è stato condannato dalla corte dei conti della Lombardia a risarcire per un milione di euro la Guardia di Finanza perché ha arrecato “una grave lesione all’immagine dell’amministrazione pubblica di appartenenza, in considerazione dell’indubbia e intrinseca gravità dei fatti contestati e del clamore mediatico conseguitone“.

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