IL GRILLO PARLANTE. Se pensate che Marino abbia fatto bene votatelo. Se pensate abbia fatto male, facendo regredire Caserta, non fatelo. I temi nazionali non c’entrano nulla

11 Ottobre 2021 - 17:38

Un nuovo intervento del nostro grillo parlante. Il voto per il proprio Comune per essere efficace, per fare realmente il bene della comunità deve essere attribuito in base a motivazioni reali, inerenti esclusivamente la vita, le prospettive, le questioni della propria città e del proprio quartiere. Se in una campagna per le comunali vengono inseriti argomenti di carattere nazionale, vuol dire che chi lo fa non ne ha uno solo per rivendicare la bontà del proprio operato da amministratore o non ha nessuna proposta credibile da sottoporre al vaglio degli elettori

 

CASERTA – Il voto per il governo della città non ha nulla a che vedere con la politica nazionale. Penso che sia giunto il momento di concentrarsi sui problemi reali che riguardano i territori comunali: i programmi elettorali, le scelte da fare, le priorità, una cadenza cronologica di ciò che si vuole fare e con quali risorse.

E’ su questo che si dovrebbe misurare un confronto elettorale e non invece sulle appartenenze politiche nazionali dei singoli candidati.

Prendiamo il caso Caserta: oggi al ballottaggio c’è un sindaco uscente che può essere misurato su ciò che ha fatto rispetto a ciò che ha proposto al momento della sua elezione al governo della città.

I cittadini dovrebbero valutarlo per questo e se si ritengono soddisfatti lo dovrebbero rivotare perché secondo loro ha fatto tutto o gran parte di ciò che ha promesso; al contrario, se si ritengono insoddisfatti, lo mandino a casa, specialmente se c’è una proposta convincente e credibile di chi si presenta per la prima volta a governare la città.

Solo così le ingerenze clientelari che da sempre condizionano le singole elezioni comunali possono essere sconfitte e lasciare spazio ad amministrazioni efficienti in linea con le aspettative dei cittadini. E in questo senso più che le parole contano i fatti che dovrebbero decidere l’orientamento al voto degli elettori.

Sono i temi, le cose fatte e il grado di fiducia relazionato agli impegni sulle cose da fare che devono essere messe al centro di una valutazione per il voto.

I casertani devono porsi delle domandi semplici e precise e in base a queste operare la loro scelta elettorale, se veramente vogliono fare il bene di se stessi e dei propri figlia.

Ad esempio: Si ritiene, ad esempio, che la scelta di fare un biodigestore sia una cosa buona, utile a Caserta sì o no?

Si è soddisfatti dell’attuale situazione del Policlinico? Giusto per citare due questioni tra tante.

Ebbene sappiamo cosa ha fatto l’amministrazione uscente e ciò che invece afferma di voler fare chi si propone ora di governare ed è su questo che bisognerebbe riflettere per dare un consenso.

Spostare il discorso sull’appartenenza politica dei candidati mi sembra fuorviante. Come dire non ti voto perché sei un leghista – non ragionando ad esempio sul dato di fatto che al governo di alcune città e di alcune Regioni, l’esempio di Luca Zaia è il più adatto a rendere il senso di questo concetto – ci siano dei leghisti che riscuotono un indice di gradimento alto, considerati bravi amministratori anche dai non leghisti, anche da elettori che per la Lega non voteranno mai.

Allora gli attacchi gratuiti che in queste ore si susseguono sull’appartenenza politica dei candidati mi danno l’impressione di non avere argomenti seri e di contenuto sulle idee e sui progetti per il futuro della città ai quali collegare credibilmente la richiesta del consenso elettorale.

Non bisogna avere paura dell’alternanza al governo delle città perché questa è essenziale. I cittadini hanno in mano un’arma potentissima per indurre i governi a fare meglio per le loro realtà.

Si amministra bene? Si ritorna al governo. Si amministra male? Si va a casa. Questa alternanza può solo far bene ai cittadini perché i governanti invece di inseguire politiche di scarso respiro possano incominciare a comprendere, una volta capito che gli elettori li giudicheranno solo e solamente per quello che hanno fatto o che non hanno fatti, per quello che hanno fatto bene, meno bene e non in base a suggestioni politiche del contesto nazionale che nulla c’entra, ripeto, con i problemi della propria città, del proprio quartiere,  che i veri interlocutori sono tutti i cittadini e non pochi privilegiati.

Per cui, già a partire dal ballottaggio del 17 e 18 ottobre, se vogliamo essere realmente cittadini, riprendiamoci il diritto di votare, di determinare l’affermazione o la sconfitta di un candidato piuttosto che dell’altro in base a ragionamenti seri, autenticamente comunitari e civili, non lasciando (come rischia di succedere a Caserta) il pallino nelle mani di gruppi di potere che avranno invece il pieno controllo qualora l’affluenza alle urne al ballottaggio fosse bassa così come lo fu alle scorse elezioni comunali.

 

Il grillo parlante