IL NOME. 65enne spara e uccide 45enne nel deposito. E’ lo stesso che ferì a colpi di pistola un attore di “Un Posto al Sole”
9 Luglio 2025 - 10:04

AVERSA – Vent’anni dopo il ferimento dell’attore di “Un Posto al Sole”, Aversa torna a fare i conti con lo stesso nome: Umberto D’Angelo. Un uomo dal passato evidentemente controverso, segnato da episodi di violenza. Era il 5 febbraio 2005 quando il centro di Aversa fu scosso da una sparatoria in pieno giorno.
D’Angelo, oggi 65enne, esplose diversi colpi di pistola nei pressi del ristorante “La Corte”, al culmine di una lite con un parcheggiatore abusivo. Uno dei proiettili colpì alla testa Gianni Lanni, attore e cantante napoletano allora 34enne, noto al grande pubblico per il ruolo di Sasà De Vivo nella soap Un Posto al Sole. Lanni si trovava fuori dal locale in compagnia di amici, tra cui l’attore Patrizio Rispo.
Nel caos che ne seguì, anche uno dei soci del ristorante, Antonio Zagarello, fu raggiunto da un colpo alle gambe. Lanni venne trasportato d’urgenza in ospedale e sottoposto a un delicato intervento neurochirurgico a Caserta. Intanto, D’Angelo si rese irreperibile per due settimane, fino al suo arresto: fu trovato nascosto sotto il letto nella casa della madre. Già gravato da precedenti per armi, fu condannato a cinque anni con rito abbreviato per tentato omicidio e lesioni gravi. All’epoca, emerse in aula un profilo caratteriale instabile, incline a reazioni spropositate per motivi futili.
A distanza di quasi due decenni, il nome di D’Angelo torna a occupare le cronache giudiziarie, questa volta con l’accusa ben più grave di omicidio. La vittima è Ionita Catalin, 45enne di origine romena, colpito a morte sabato scorso nei pressi di un vecchio impianto di carburante abbandonato su viale della Libertà, ad Aversa. Catalin viveva da tempo nell’area dismessa, utilizzata come rifugio di fortuna. Secondo le ricostruzioni investigative, sarebbe stato proprio D’Angelo a pretendere lo sgombero, rivendicando la proprietà del terreno. La discussione tra i due sarebbe degenerata fino a culminare in uno o più colpi d’arma da fuoco.
D’Angelo è rimasto latitante per 72 ore, durante le quali si è nascosto in una cavità sotterranea di origine tufacea situata sotto la sua abitazione, a pochi passi dalla scena del delitto. Gli agenti della squadra mobile di Caserta e del commissariato di Aversa lo hanno scoperto durante un controllo nei pressi della sua proprietà. Al momento, l’arma utilizzata per l’omicidio non è stata ancora ritrovata.
L’esame autoptico sul corpo di Catalin verrà eseguito tra oggi e domani presso l’Istituto di medicina legale dell’ospedale San Giuliano di Giugliano. Gli investigatori ritengono che l’esito dell’autopsia potrà fornire elementi chiave sulla dinamica dell’uccisione. Resta centrale il movente legato all’occupazione del terreno e alle tensioni sorte tra i due.