IL NOME. E’ libero l’uomo accusato di aver organizzato la maxi truffa alle assicurazioni con MEDICI E AVVOCATI CASERTANI

11 Maggio 2025 - 15:46

CASERTA – Nelle scorse ore la Sesta sezione penale della corte di Cassazione ha reso noto i motivi che hanno portato i giudici ad annullare la decisione del Riesame che, invece, aveva confermato quanto emesso dal Gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere rispetto agli arresti domiciliari che nel novembre scorso hanno colpito Guglielmo Di Sarno, 49 anni, è accusato di essere stato al vertice di un’organizzazione criminale specializzata nella messinscena di incidenti stradali, con tanto di falsi feriti, medici compiacenti e documenti contraffatti.

Secondo le indagini, Di Sarno e suo fratello Gianluca, accusati di associazione a delinquere, corruzione, falso e truffa assicurativa, avrebbero orchestrato una rete ben strutturata per inscenare incidenti falsi con

lo scopo di ottenere rimborsi dalle compagnie assicurative. Un sistema con ruoli ben definiti: finti feriti, complici che li procuravano, medici compiacenti e un apparato di falsificazione ben oliato.

Al centro dell’inchiesta ci sono medici in servizio presso i pronto soccorso degli ospedali di Maddaloni e Marcianise, oltre a legali appartenenti ai fori di Santa Maria Capua Vetere e Aversa. Il loro compito sarebbe stato quello di costruire, passo dopo passo, falsi casi clinici da presentare alle compagnie assicurative per ottenere rimborsi non dovuti (CLICCA E LEGGI TUTTI I NOMI).

Il legale di Di Sarno dinanzi ai giudici della legittimità ha sollevato una lunga serie di critiche alle motivazioni della misura cautelare, parlando di indizi poco solidi, intercettazioni vaghe e un’attività criminale che, a suo dire, sarebbe cessata già nel 2020. Inoltre, ha sottolineato che Di Sarno, incensurato e con un lavoro regolare da anni, non avrebbe dato segni di voler reiterare i reati.

La Cassazione ha rigettato gran parte del ricorso, ritenendolo generico e privo di reali elementi nuovi. Tuttavia, ha riconosciuto una carenza nella motivazione dell’ordinanza proprio sul punto più delicato: l’attualità delle esigenze cautelari. Secondo la Suprema Corte, infatti, non c’erano prove sufficienti per legare Di Sarno a presunti episodi successivi al 2020, né elementi chiari che dimostrassero la sua “pericolosità attuale”.

La Cassazione ha disposto un nuovo esame da parte del Tribunale di Napoli, che dovrà valutare se sussistono ancora le condizioni per tenere Di Sarno ai domiciliari o se, invece, il tempo trascorso e la sua condotta possano giustificare una revoca della misura.