Il primo atto del Consorzo Idrico trasformato in ITL Spa: la nomina diretta da svariati migliaia di euro alla nipote del boss Michele Zagaria, incaricata di scrivere il Codice Etico

18 Giugno 2023 - 17:12

Ma il problema non è questo, dato che nessuno può permettersi di contestare la possibilità che l’avvocata Raffaella Iannone riceva incarichi da enti pubblici o affini, finanziati con soldi dei cittadini. Si tratta di una professionista che non ha alcun problema con la giustizia e lo stesso vale per la madre, Maria Zagaria, e il padre, Francesco Iannone. Ma mai come in questa occasione, la questione dell’opportunità dev’essere utilizzata, non per penalizzare l’avvocatessa 39enne di Casapesenna, bensì per formularle una richiesta, anzi, una preghiera. Atti doverosi che…(continua)

CASERTA (gianluigi guarino) – L’argomento è delicato. O sarebbe meglio dire che l’argomento è delicato per noi di CasertaCe che apparteniamo e ci richiamiamo a una cultura liberale che, a volte, si confonde (non certo per colpa nostra o della cultura liberale) fino a essere sovrastata da un quadro istituzionale deteriorato, denso di esercizi della potestà amministrativa patentemente illegali.

Per cui accade che quelli del quadro deteriorato si permettono pure il lusso di affermare che noi facciamo un’informazione con toni sopra le righe quando, in effetti, noi, da liberali, la continenza delle righe le conosciamo bene e certi toni finiscono per svilupparsi per via naturale solo perché la classe politica, amministrativa di questo territorio, quelle righe le scavalca e le sovrasta in ogni atto da essa prodotto.

E se, come hanno affermato i due autori comici Gino & Michele, anche le formiche nel loro piccolo s’incazzano, uno, non perché è liberale e dunque possiede una riserva più ampia di tolleranza, deve rimanere costretti in una camicia di forza, non incazzandosi di fronte allo sperpetuo del denaro pubblico, della violazione sistematica, sistemica e quotidiana di principi cardinali, elementari della legalità.

In occasione della notizia che ci apprestiamo a dare, diventa, però, ancora più opportuno sottolineare l’identità della cultura in cui crediamo perché facilmente in casi come questi si generalizza, si esagera e si attuano processi sommari che sono esattamente l’antitesi di un ordinamento liberale.

Oggi pomeriggio, per festeggiare la prima giornata estiva di questo giugno complicato, ci siamo messi a gigioneggiare un po’ dentro agli albi pretori, alle pagine web di alcune istituzioni da noi, con molta temperanza e moderazione, definite quantomeno osé.

Nel sito del comune di San Marcellino ci siamo stati tre minuti e abbiamo incrociato due gare da un milione di euro circa, pre-affidate con un ribasso del 2 e del 5 per cento (CLICCA E LEGGI).

Poi, ci siamo guardati in faccia in redazione e ci è venuta naturale una puntatina, per analogia zanniniana, al sito del Consorzio Idrico Terra di Lavoro. Così, giusto per capire se esistevano ancora le pagine web del CITL oppure se queste fossero state trasferite sotto nuovo dominio, in conseguenza della trasformazione (turpe) del citato Consorzio in Idrico Terra di Lavoro spa, società per azioni.

Ed effettivamente abbiamo capito che il sito del CITL non esiste più ma è nato quello di ITL spa, che ha caricato un po’ di atti amministrativi prodotti ancora in modalità consortile, mentre nel nuovo sito della spa nulla di nuovo o quasi compare, visto che l’ultimo inserimento risale ad aprile, oltre due mesi e mezzo fa.

Oh, una cosa sola ha pubblicata la ITL società per azioni; una cosa sola e l’effetto San Marcellino si è ri-materializzato anche con gli interessi.

Leggiamo, infatti, dalla disposizione (sic, testuale, è scritto proprio così: disposizione, magari si tratta di un istituto del codice civile al quale la spa ora dovrà adeguarsi) numero 30 del 17 marzo 2023, ITL già in versione SpA, firmata dal presidente Pasquale Di Biasio, che all’avvocato Raffaella Iannone, residente a Casapesenna (l’indirizzo di casa non lo pubblichiamo per ovvi motivi) è stato attributo l’incarico di aggiornare il modello di organizzazione, gestione, controllo e, dato che Di Biasio si trovava a disporre, l’aggiornamento del Codice Etico, anche seguendo le indicazioni dell’Organo di Vigilanza, composto ovviamente da persone di strettissima fede zanniniana o al massimo vicine allo stesso presidente Di Biasio.

Ora, calma e gesso, siamo arrivati al momento topico e quindi occorre rimanere strettamente connessi alla modalità liberale.

L’avvocato Raffaella Iannone, figlia dell’infermiere professionale Francesco Iannone e di Maria Zagaria, quarta sorella del super boss del clan dei Casalesi Michele Zagaria, ha tutto il diritto di ricevere un incarico professionale da un ente che resta pubblico, seppur collegato al diritto civile a seguito della trasformazione – sappiamo come è successo, ma questa è un’altra storia – in una società di capitali, nello specifico in una società per azioni.

Se è principio aureo del liberalismo non retorico, ma praticato, quello che sancisce senza se e senza ma che le colpe dei padri non possono ricadere sui figli, è specularmente vero che le colpe degli zii, in questo caso del boss Michele Zagaria, non posso ricadere sui nipoti diretti, nella circostanza in esame, sull’avvocata Iannone.

Conseguentemente, questo incarico può essere, in linea di principio, attaccato, criticato solamente dall’angolo visuale da cui noi condanniamo ogni fenomeno di lottizzazione e di clientelismo.

Ciò vuol dire che l’incarico attribuito alla professionista di Casapesenna è oggetto di analisi ed eventualmente di riprovazione esattamente come lo può essere un incarico attribuito ad un professionista, ad un avvocato di Cantù o di Viterbo o di Caserta che nel proprio albero genealogico non ha congiunti complicati, non ha un Michele Zagaria che è stato tra i dieci latitanti più ricercati del mondo, non, dunque, di Caserta, di Napoli, d’Italia, d’Europa, dell’Africa o dell’Asia, ma del pianeta Terra.

Questo passaggio appena evaso dell’articolo che state leggendo inchiodatevelo in testa. Perché stabilire il principio appena declinato significa rispettare i grandi filoni della civiltà, quelli trasfusi nelle carte fondamentali dei diritti dell’uomo.

Detto ciò, per l’affermazione dello stesso spirito e degli stessi principi, la questione dell’affidamento di soldi pubblici per l’adeguamento del Codice Etico dell’ITL spa all’avvocato Raffaella Iannone non può chiudersi qui,

Perché se è vero – come abbiamo largamente argomentato – che in linea di principio all’avvocato Raffaella Iannone non debba essere sottratta neanche un’oncia del diritto di interagire professionalmente con il settore della pubblica amministrazione, è anche vero che esistono quegli elementi definiti come “questioni di opportunità” che, però, beninteso, non possono e non devono invadere il campo di questa trattazione fino al punto da diventare strumento non formale ma sostanziale per impedire di fatto all’avvocato Iannone di ricevere incarichi intuitu personae dall’ex CITL o da qualsiasi altro ente partecipato da organismo pubblici.

Se questo è vero e va scritto a lettere di fuoco, è parimenti vero che la questione di opportunità può essere stra-legittimamente sollevata sul piano dialettico.

Ed è quello che facciamo noi chiedendo al già presidente CITL e ora presidente dell’ITL spa, Pasquale Di Biasio, di esprimere un suo punto di vista, unendo il suo sforzo intellettivo (non diciamo intellettuale sennò esageriamo) al nostro, per capire se oggi secondo lui è utile, ammesso e non concesso, ma proprio ammesso e non concesso, che lui non conoscesse identità e parentele dell’avvocato Iannone, la quale ha scelto, legittimamente, per carità, di dar peso all’opzione di continuare a vivere a Casapesenna, ma soprattutto di continuare ad operare professionalmente e/o anche in quel comune, chiedere a quest’ultima di scrivere una sua pubblica opinione sul rapporto tra suo zio, fratello di sua madre, e il territorio che lei adesso rappresenta in un ente pubblico, assumendosi l’onere di adeguare il Codice Etico dello stesso in cambio di una giusta remunerazione frutto della disponibilità garantita dal pagamento delle tasse dei cittadini.

Se noi auspichiamo che la dichiarazione sia utile per il presidente Di Biasio, se noi dichiariamo che non è solo utile, ma anche doverosa, ciò non vuol dire certo che è obbligatoria.

In poche parole, l’avvocata di Casapesenna potrebbe fare spallucce e andare dritto per la sua strada, affermando che né lei, né sua madre Maria Zagaria, né suo padre Francesco Iannone abbiano incontrato difficoltà giudiziarie, così come ciò effettivamente è nella realtà.

Se questo è un diritto inviolabile di Raffaella Iannone – e proviamo a chiudere il cerchio di un ragionamento limpidamente e schiettamente liberale – è parimenti diritto nostro e di qualsiasi altro cittadino esprimere delle perplessità e delle critiche, non già sulla concessione di un incarico professionale alla nipote di Michele Zagaria, ma a quel processo pregno di faciloneria che della concessione di questo incarico ha definito il percorso senza che un’istituzione pubblica avvertisse la necessità di tranquillizzare i cittadini sul fatto che la scelta fosse stata presa in scienza e coscienza, a favore di una professionista dissociatasi pubblicamente dalla vita e dalle opere del fratello di sua madre.

Perché se noi oggi non ci fossimo accorti, diciamocela tutta, per puro caso di questo affidamento, sarebbe rimasto nel cono di conoscenza di poche persone, tra i quali sicuramente molti concittadini di Casapesenna dell’avvocato Iannone, gente che cinque, dieci, vent’anni fa stava qui e magari sapeva bene che la buonanima di Francuccio la benzina, al secolo Francesco Zagaria, marito defunto di Elvira Zagaria, altra sorella del boss, e dunque anche lui zio dell’avvocata 38enne Raffaella Iannone, governava l’ospedale civile di Caserta da dentro, con tanto di ufficio interno nell’area della Direzione generale completamente a sua disposizione.

E si sa che la maggior parte delle persone non usa, nell’articolazione dei ragionamenti, gli antidoti o i vaccini di civiltà garantiti da una visione liberale del mondo. Ecco perché è importante, ammesso e non concesso (lo diciamo per l’ennesima volta) che il presidente Di Biasio non fosse a conoscenza della parentela scomoda dell’avvocata Iannone, le chieda oggi un atto di dissociazione, soprattutto per il fatto che questa professionista ha scelto, sempre legittimamente, di continuare a vivere e anche ad operare professionalmente a pochi metri di distanza dalla fatal via Mascagni, dove il 7 dicembre 2011 eccetera, eccetera. Inutile declinare fatti avvenuti in una data che, soprattutto a Casapesenna, la conoscono molto bene.

clicca qui per leggere l’incarico