IL (PRIMO) FOCUS. Zannini voleva installare un ufficio Raccomandazioni all’ASL guidato da Lauriello. Richieste ad Enzo Iodice da TSO crazy cafonal. Ecco perché secondo noi c’è la concussione anche per Postiglione

4 Ottobre 2024 - 20:03

Addirittura fantozziana l’istanza relativa al ruolo che avrebbe dovuto assumere l’ex di Mastella, l’ex di Oliviero, ora fedelissimo del consigliere regionale di Mondragone. Il ruolo apicale pretese per Luana Sergi. Confermata la nostra tesi sull’immoralità del governatore De Luca, per il quale contano solo i voti e non i camorristi che gli hanno fatto trovare a Mondragone o la richiesta violenta per fargli trovare la testa del direttore sanitario. Convince la tesi dei PM, sia per il riferimento a due sentenze di Cassazione, arma spuntata qualora le difese volessero usarle, sia per l’articolazione narrativa che laicamente fa emergere sempre la figura di una sorta di avvocato del diavolo, di auto-confutatore delle proprie argomentazioni accusatorie

CASERTA (gianluigi guarino) Giovanni Zannini e il super dirigente della sanità campana Antonio Postiglione hanno compiuto, secondo noi, il reato di concussione.

Che sia così, secondo i Pm della Procura della Repubblica di S.Maria C.V. Gerardina Cozzolino e Giacomo Urbano è evidente nella formulazione completa dell’incolpazione provvisoria connessa all’articolo 317 del Codice Penale, che prevede e definisce proprio il reato appena citato.

Conta di più, invece, la convinzione da noi maturata dopo la lettura attenta delle sei pagine complessive del decreto che ha disposto la perquisizione di casa e uffici del consigliere regionale Zannini e di Postiglione.

Pagine relative alla contestazione principale di questa indagine. Siccome si tratta di un nostro punto di vista, per noi Giovanni Zannini e Antonio Postiglione sono dei concussori, mentre l’ex direttore sanitario dell’Asl Enzo Iodice è un concusso. La presunzione di innocenza la lasciamo, dunque, doverosamente, alla struttura definitoria dell’attuale posizione giudiziaria dei due indagati, questione differente rispetto alla semplice esposizione di un nostro punto di vista.

L’articolo si allungherebbe troppo qualora volessimo svolgere una vera e propria analisi del testo dei Pm.

Cercheremo, dunque, di evidenziare gli elementi precipui del loro ragionamento.

Interessante è il dato psicologico, che i magistrati formano attraverso lo strumento deduttivo, ma che, in realtà, è esistito in quei giorni, perché Giovanni Zannini ha tenuto a far sapere a molti dei suoi seguaci, operanti all’interno del settore della sanità, che a determinare, volendole fortissimamente, le dimissioni di Enzo Iodice dalla carica di direttore sanitario, era stato lui e solo lui.

Questo vanno dicendo a destra e a manca i discepoli della diabolica evangelizzazione del politico mondragonese dopo la cena organizzata a Mondragone o dintorni ad epilogo della scelleratissima visita compiuta dal presidente della Regione Vincenzo De Luca, quella in cui questi viene scortato da un camorrista uscito dal carcere solo pochi giorni prima.

Da quel convivio alcuni soggetti aversani, che avevano abbandonato il sindacato Fials di Salvatore Stabile dopo i guai giudiziari frutto dell’ordinanza che aveva colpito anche il figlio di questi, escono con quella che, per Zannini, era una sorta di buona novella”, certificata quella sera al cospetto del capo dei conviviali, ossia del governatore Vincenzo De Luca.

Noi lo scriviamo in un articolo uscito nella serata proprio perché delle persone reduci da conversazione con questi soggetti, ossia i vari Ferrandino e Marino di Aversa, ci riferivano aveva chiesto e ottenuto la testa di Enzo Iodice.

Il resto della storia l’hanno fatta gli inquirenti. L’ha fatta la loro prontezza nell’interrogare immediatamente Iodice, formalmente dimissionario ma di fatto defenestrato da una telefonata, ovviamente non aggressiva ma suadente, in linea con le storiche attitudini del personaggio, fattagli da Antonio Postiglione che gli dà, in pratica, un aut aut. O vai a fare il direttore sanitario al San Pio di Benevento oppure ti dimetti e basta, senza alcuna compensazione.

Ma al di là del merito delle parole usate da Postiglione, può questo dirigente della Regione Campania discutere in maniera dirimente del destino contrattuale del direttore sanitario pro tempore dell’Asl di Caserta?

No, non può, perché la legge glielo impedisce, sono i regolamenti della stessa Regione Campania a non fornirgli questa potestà.

Ammesso e non concesso che Antonio Postiglione parli, come di fatto parla, figuriamoci se questa cosa non era concordata con De Luca, in nome e per conto del massimo organo di indirizzo politico, può essere Postiglione a disporre del destino del direttore sanitario quando la nomina di questi è realizzata, appartenendo totalmente alla sua potestà, dal direttore generale, nel caso di specie, da Blasotti?

Non può, ma allora qualcuno potrebbe obiettare che Iodice avrebbe potuto far spallucce di fronte a quella che appariva un’imposizione di Postiglione chiedendo contestualmente a Blasotti di essere lui ad assumere una posizione in merito.

Guardate, Enzo Iodice lo conosciamo da 25 anni. È uomo di mondo e resta un politico a tutti gli effetti. Non è affatto uno stinco di santo, le raccomandazioni le ha inoltrate e ricevute e non è tanto stupido da non conoscere il peso specifico dei personaggi di questa partita.

Quando gli telefona Antonio Postiglione, non lo contatta un Pinco Pallino qualsiasi, ma il comandante in capo delle burocrazie regionali della sanità campana da almeno quattro lustri. Uno che ha comandato con il centrodestra e ancor di più con il centrosinistra.

Altro che Blasotti. Enzo Iodice sa che Antonio Postiglione non gli avrebbe mai formulato il prendere o lasciare che gli ha formulato senza prima averlo concordato con De Luca.

Per cui ne trae le conseguenze proprio perché sa bene come funziona il mondo nella sanità campana e nella sanità casertana.

Il fatto che Blasotti lo difenda e si rechi addirittura a Napoli per evitare che venga fatto fuori, fa quadrare per l’ennesima volta il cerchio di un nostro ragionamento ormai antico. De Luca non si scandalizza di fronte a nulla.

A De Luca non frega un fico secco che Zannini gli faccia trovare un camorrista di prima schiera per scortarlo nello stadio di Mondragone; a De Luca non frega un fico secco che Zannini ponga in maniera tranciante, perentoria, violenta, la questione della testa di Enzo Iodice che vuole sul suo vassoio, in tempi velocissimi.

Per De Luca quelli che contano sono i voti che Giovanni Zannini gli ha portato alle elezioni regionali del 2020 con la lista civica De Luca Presidente.

D’altronde, se diceva al neo arrestato Franco Alfieri, presidente della Provincia di Salerno, di “fare tanti voti” offrendo fritture di pesce a destra e a manca tra Capaccio, Paestum e dintorni, per quale motivo Enzo Iodice, la sua poltrona, peraltro voluta a suo tempo da Stefano Graziano, oggi inviso a De Luca, avrebbe mai potuto rappresentare un ostacolo per il benessere materiale di Giovanni Zannini, che sicuramente avrà promesso a un De Luca che ancora spera nella ricandidatura a presidente 100mila o addirittura 200mila voti?

Gli elementi costitutivi del reato di concussione ci sono tutti, dunque, da quelli strumentali, ossia la minaccia, a quello di effetto, ossia il vantaggio per chi la commette. Quando i PM, facendo il loro lavoro e ragionando sulla portata intimidatoria delle parole di Postiglione, danno riscontro alla necessità di porre argomenti logici, attuano questo loro discorso in maniera lucida e ordinata.

Noi, che invece non abbiamo, fortunatamente, questa necessità, ribadiamo chiaramente che se ad un qualsiasi operatore della sanità casertana, o più in generale campana, telefona nientedimeno che Antonio Postiglione, l’operatore si sente piccolo piccolo e raggiunto da questa chiamata se la fa, come minimo, addosso per la paura.

Postiglione è un boss nel senso letterale che questo termine ha nella lingua anglosassone. È un comandante. Il fatto che Zannini sia riuscito ad ottenere che, sulla questione di Enzo Iodice, fosse Postiglione in persona a muoversi, l’ha gonfiato come un pavone ubriaco.

Avvertiva la necessità di far sapere a tutti, in quei giorni, di essere lui il nuovo dominus della sanità casertana e dunque quel vantaggio, che rappresenta uno degli elementi costitutivi della condotta del concussore, l’ha raccolto e l’ha manifestato, urlandolo ai quattro venti.

Enzo Iodice non si è opposto ai desideri e alle richieste di Zannini perché non scende da Marte o non è un funzionario del cantone svizzero dei grigioni prestato improvvisamente alla putredine della sanità campana. Enzo Iodice ha fatto il sindaco di S.Maria C.V.; si è candidato alle Europee con i Ds nel 1999; Enzo Iodice è stato il primo segretario provinciale del Pd in provincia di Caserta.

ENZO IODICE E’ UN POLITICO SEMPLICEMENTE SBIGOTTITO DAL CRAZY-CAFONAL ZANNINIANO

Se Zannini avesse formulato delle richieste clientelari ragionevoli tra virgolette, per quelle che sono le modalità materiali attraverso cui si sviluppa la dialettica clientelare e tutta meridionale tra politici ed elettori, lo avrebbe anche accontentato.

Ma Zannini fa delle richieste pazzesche che uno come Iodice, filtrandole con la sua lunga esperienza politica, non può che considera tali. Non si tira indietro perché Zannini gli è particolarmente antipatico. Iodice è sempre stato, infatti, un accomodatore. Si tira indietro perché si tratta di istanze folli, ad altissimo rischio da trasformare in atti concreti.

Ci ha fatto ridere e ci ha ricordato la scena di Fantozzi quando questi, come voce fuori campo, “parla dell’Ufficio Raccomandazioni, dell’Ufficio Bustarelle”, quella in cui Zannini chiede a Enzo Iodice che Carmine Lauriello – l’uomo che ha cambiato tutte le bandiere del mondo, prima con Mastella, poi con Oliviero, ora con Zannini – abbia una apposita postazione, inesistente (aggiungiamo noi) nella pianta organica di una Asl, da cui avrebbe dovuto – LEGGETE BENE – seguire e veicolare tutte le segnalazioni e istanze dei dipendente dell’Asl Caserta di cui Zannini si sarebbe fatto portavoce. In pratica, una segreteria politica di Zannini all’interno dell’Asl. Se non è da Tso questo…

E ancora: Iodice non aveva accolto, nel mese di giugno 2023, la richiesta di Zannini di intercedere con il direttore generale Amedeo Blasotti per la nomina di Luana Sergi, personaggio non sconosciuto alle cronache di CasertaCe (cercate in Google) come responsabile dell’area di Neuropsichiatria Infantile dell’Asl di Caserta.

LA LETTERA DISPERATA AI 7 MILA DIPENDENTI ASL FIRMATA DA IODICE

Iodice aveva preparato una bozza di lettera, di cui Zannini era venuto a conoscenza, da inviare a tutti i 7mila dipendenti Asl, tra strutturati e convenzionati, nella quale li invitava a non confrontarsi con esponenti politici locali e regionali per presentare loro istanze personali. In poche parole, Iodice temeva che quello di Zannini diventasse uno tsunami anche per lui e che il mondragonese se lo andasse, come si suol dire, a vendere.

È uno Iodice diverso quello che scrive una lettera del genere a 7mila dipendenti, rispetto a quello che abbiamo conosciuto negli ultimi 25 anni. Uno Iodice evidentemente preoccupatissimo dalla irritualità e dalla sfrontatezza, anche da una certa ignoranza che trasuda dal modo con cui Zannini, vero elefante in una cristalleria, si muove all’interno dell’Asl. Temeva per se stesso, Enzo Iodice, al punto da precostituire rispetto ad una sorta di Sodoma e Gomorra imperante, una propria posizione difensiva. Della serie, vi dico no a “prescindere” e se qualcuno vi fa il nome mio non credetegli, perché io non mi presto.

L’APPROCCIO LOGICO DEI PUBBLICI MINISTERI

Non ci dilunghiamo su quello che i PM scrivono citando due sentenze della Cassazione che lavorano sulla qualificazione del reato di concussione, utilizzandole come riferimento di diversità rispetto al caso di specie. Ci piace solo sottolineare che anche la tecnica narrativa, l’idea di diventare quasi avvocati del diavolo di se stessi, fornisce, almeno secondo noi, alla formulazione di questa incolpazione provvisoria per concussione una forza, una identità convincente.