IL PUNTO Il vero motivo (comprensibile) dell’ambivalenza di Giorgio Magliocca. Lo screzio con Massimo Grimaldi e il rapporto con Giovanni Zannini

25 Agosto 2021 - 17:47

Ce l’eravamo segnata da qualche settimana e solo oggi abbiamo avuto la possibilità di ragionarci sopra: una nomina apparentemente insignificante, quella del carinolese Pasquale Galdieri, fatta dall’amministrazione provinciale ha rappresentato secondo noi, invece, la cartina al tornasole che per la prima volta declina il livello intimissimo, e a questo punto anche sbilanciata, tra il consigliere regionale di Mondragone e il presidente della Provincia.

 

CASERTA (gianluigi guarino) Non è un mistero che Massimo Grimaldi ci sia rimasto un po’ male, anzi un bel po’ male, nell’apprendere della nomina di Pasquale Galdieri, agronomo di Carinola, a nuovo amministratore unico della società consortile per Innovazione e Sviluppo Integrato della Provincia di Caserta. Una scelta arrivata in tempi realmente sospetti,  visto e considerato che Galdieri si mostrava ancora indeciso su come posizionarsi, ma soprattutto su come comportarsi alle prossime elezioni comunali di Carinola. Mentre, manco a dirlo, dai giorni successivi alla sua nomina ha, in pratica, ufficializzato la candidatura di una persona se, addirittura di famiglia, nella lista di Pasquale Di Biasio, cioè il candidato sindaco vero che provvederà a riconquistare la fascia attraverso sua figlia Giuseppina Di Biasio.

Per noi questa nomina rappresenta una ulteriore conferma di quanto le elezioni comunali di Carinola rivestano un’importanza e abbiano un peso specifico nettamente superiori alla consistenza demografica di questo comune.

Carinola è, infatti, la roccaforte di Pasquale Di Biasio, cioè l’uomo che ha in mano le redini del Consorzio Idrico Terra di Lavoro da diversi anni e che lo gestisce ultimamente, in nome e per conto del consigliere regionale Giovanni Zannini il quale spadroneggia letteralmente a colpi di incarichi professionali lucrosissimi, che fa attribuire ai suoi amici, e a colpi di assunzioni a tempo determinato nello staff del presidente Di Biasio, più grande, come abbiamo scritto nei giorni scorsi, di quelli di Biden e Putin messi insieme.

Se Di Biasio, dunque, perde a Carinola si indebolirebbe non di poco anche la leadership del Consorzio e potrebbero crearsi delle condizioni per una intesa bypartisan tra tutte le persone le quali ritengono che il modo con cui Zannini sta facendo politica in questa provincia sia aberrante, vergognoso , inaccettabile al di là di ogni discrimine di schieramento.

Per cui la nomina di Galdieri, apparentemente non di grande rilievo, diventa importante per quello che può rappresentare in vista delle elezioni comunali di Carinola, cioè in vista di un evento che potrebbe condizionare tutta la politica provinciale.

Massimo Grimaldi sa bene che da tempo Giorgio Magliocca ha assunto una posizione bifronte che lo vede, da un lato militare ancora nel partito di Forza Italia, dall’altro abbracciare le necessità (onestamente da quelle parti idee non ce ne sono proprio) di Giovanni Zannini. Non si aspettava, però, che Magliocca gliela facesse sotto al naso proprio a casa sua, cioè a Carinola.

Sul rapporto tra l’attuale presidente della Provincia e Zannini si dice di tutto e di più, anche al di là della realtà delle cose. C’è chi ritiene che questa relazione ci fosse anche alle scorse elezioni provinciali, quando effettivamente una montagna di grandi elettori di consiglieri comunali, che avrebbero dovuto votare centrosinistra, e dunque Carlo Marino, si orientarono a favore di Giorgio Magliocca. Noi non abbiamo mai visonato le schede per capire se il voto disgiunto che alle provinciali è possibile esprimere si concentrò sulle schede contenenti il voto alla lista organizzata da Giovanni Zannini. Sappiamo, invece, che già alle scorse elezioni regionali, Magliocca, quando ha potuto, ha fatto più di una cortesia a Zannini, che teoricamente, molto teoricamente, dovrebbe essere un suo avversario politico. E questo magari qualcuno lo ha fatto derivare dalla convinzione, maturata in Magliocca, che Zannini gli possa dare di nuovo oppure per la prima volta una mano importante alle prossime provinciali che dovrebbero svolgersi tra gennaio e febbraio prossimi. Non ci avventuriamo nelle alchimie in previsioni acrobatiche e ancora poco motivabili. Ciò perché saremo chiamati, al momento opportuno e da una posizione di serietà cronistica e cognitiva a valutare ciò che potrà essere il centrosinistra di Caserta alle prossime provinciali, a partire dalla scelta del candidato che, stando ai pronostici di oggi, questi sì abbastanza consolidati, dovrebbe essere Antonio Mirra, sindaco uscente e probabilmente entrante di Santa Maria Capua Vetere. Siccome il rapporto tra Zannini e Piero De Luca e attraverso questi il rapporto ancora più cruciale per le necessità del mondragonese con Fulvio Bonavitacola, vice di De Luca, rappresenta il carburante che gli consente di promettere posti e incarichi a destra e a manca, volete che Zannini quando si tireranno le somme, non farà quello che gli ordineranno di fare i De Luca e Bonavitacola? Sarà così, difficile, però, ritenere che Magliocca esca dal centrodestra creando una posizione di terzo polo, perché ciò significherebbe l’abbandono, forse definitivo, di ogni ambizione di candidatura e di elezione al Parlamento italiano che rimane legata solo e solamente alla designazione, da parte di Forza Italia, prim’ancora che alla sua conferma sulla poltrona di presidente della Provincia.

Magliocca non è uno stupido. Al contrario, ha esperienza di cose e di uomini e sicuramente valuta la situazione per come questa si è andata configurando e per come potrà configurarsi in futuro. E allora, per quale motivo ha detto sì a Giovanni Zannini, sapendo bene che la nomina di Galdieri avrebbe danneggiato il suo collega di partito, Massimo Grimaldi? Inutile cercare verità fantasmagoriche, o immettersi nei complessi rovelli di una politica politicante che racconta se stessa ogni giorno con le alchimie di tanti apprendisti stregoni e di tanti marpioni che la utilizzano per campare. Secondo noi la vicenda del rapporto tra Magliocca e Zannini è molto più semplice di quello che appare. Zannini è venuto incontro al presidente della Provincia fronteggiando un problema molto serio, molto delicato, con indubbie implicazioni personali. Magliocca aspirava ad un posto di lavoro che lo facesse crescere professionalmente ed economicamente rispetto a quello, non certo entusiasmante, che acquisì al comune di Roma ai tempi della sindacatura del suo amico Gianni Alemanno. Zannini è riuscito ad accontentarlo visto e considerato che Magliocca da diversi mesi è un funzionario di primo livello, categoria D, al Comune di Sparanise dove governa Salvatore Martiello, uno dei quattro sindaci appartenenti al cerchio magico del politico mondragonese, gli altri tre sono quello di Lusciano Nicola Esposito, quello di San Marcellino Anacleto Colombiano e quello  di Parete Gino Pellegrino. Insomma, non prendiamoci in giro. Se Zannini non avesse spinto, non avesse dato il suo placet Magliocca non sarebbe stato assunto a tempo indeterminato negli uffici municipali di Sparanise dove la categoria D è quella più alta nella gerarchia del personale, dopo quella che classifica e definisce ruolo e funzioni del segretario comunale, visto che stiamo parlando di un comune che non contempla nella sua pianta organica il ruolo di dirigente propriamente detto. Secondo noi, dunque, la questione è questa, nulla di più, nulla di meno.

Che poi Magliocca rischia di rimanere a piedi tra qualche mese è una prospettiva che già abita, in tutta evidenza, i fatti degli ultimi tempi. E allora, si capisce anche perché, sotto sotto, per quel poco che può fare stia dando una mano a Carlo Marino. Non certo in quanto lo stimi particolarmente, ma perché un’eventuale e certo non da escludere a priori, vittoria di Gianpiero Zinzi, oltre a cambiare i numeri del pallottoliere dei grandi elettori, sposterebbe il baricentro della coalizione di centrodestra in quell’asse che ha lavorato e combattuto non poco per arginare altri settori della stessa coalizione per ottenere la candidatura alla fascia tricolore della città capoluogo di Zinzi junior, avversata da alcuni esponenti di spicco del centrodestra casertano e campano e anche all’interno della stessa Lega, visto e considerato che il coordinatore regionale, il casagiovese Valentino Grant, ha tentato fino all’ultimo giorno di bloccarla. Spostandosi il baricentro sull’asse Zinzi-Fratelli d’Italia e valutando quale sia la condizione di quest’ultimo partito dove Magliocca difficilmente potrà trovare ancora sponda in persone che gli sono rimaste amiche ma che non possono certo decidere da sole, succederà che molto difficilmente proprio a causa di questa calcolata e per certi versi comprensibile scelta  di ambiguità, l’attuale sindaco di Pignataro non sarà il candidato del centrodestra. Di un centrodestra in cui Zinzi avrebbe una centralità e nel quale sempre Zinzi non si strapperebbe certo i pochi capelli che ha qualora a vincere le elezioni provinciali fosse il moderato di centrosinistra Antonio Mirra.