IL RETROSCENA. Il paziente costretto ad attendere più di un’ora sulla barella del 118 aveva un serio problema al cuore e ha rischiato di morire

18 Luglio 2023 - 12:00

Emergono ulteriori dettagli sulla vicenda avvenuta all’ospedale di Marcianise nelle scorse ore. Un elettrocardiogramma ha rilevato la gravità delle condizioni cardiache dell’uomo, abbandonato come un povero cristo all’interno del pronto soccorso

MARCIANISE (g.g.) – Quando ieri mattina abbiamo fatto nostra e pubblicata l’ennesima denuncia sull’odiosissima usanza di lasciare all’interno delle ambulanze e sulla barelle di soccorsi i pazienti trasportati dal servizio 118 presso i Pronto Soccorso degli ospedali della provincia di Caserta, avevamo tenuto in sospeso l’informazione sul fatto specifico, relativo all’ora e passa durante la quale, peraltro al caldo di queste serate infuocate, un paziente era stato costretto a restare in attesa prima di entrare nell’area interna di soccorso dell’ospedale di Marcianise (CLICCA E LEGGI).

I familiari che lo accompagnavano – che sono anche lettori di questo giornale – ci avevano spedito due fotografie che, a loro avviso, provavano il fatto che ben due barelle mobili erano pronte ad accogliere qualsiasi persona che ne avesse bisogno ma, nonostante ciò, al loro parente veniva negato un immediato ausilio medico, con la conseguenza che anche l’equipaggio 118 era rimasto a lungo bloccato, di fatto sguarnendo la postazione da cui si era mosso.

Siccome noi siamo puntigliosi e anche pignoli, ci siamo messi a domandare in giro. Ovviamente ometteremo nome ed iniziali di questa persona, ma vi possiamo scrivere, senza timore di smentita, come successo in circostanze simili, questo paziente ha rischiato e non poco.

Perché, quando è stato visitato a più di un’ora dal suo arrivo, l’ECG, o elettrocardiogramma che dir si voglia, è risultato positivo per un blocco alla branca sinistra cardiaca che, basta guardare velocemente online, si capisce come non si tratti di una cosa da poco, visto che questo disturbo “è un’anomalia del cosiddetto sistema di conduzione elettrica del cuore“.

Ora, noi non siamo cardiologi, per carità, ma abbiamo vissuto abbastanza per sapere che il sistema elettrico del cuore è ciò che fa restare in vita questo organo.

Il codice rosso sarebbe scattato nel momento in cui questi disturbi elettrici avrebbero potuto causare un arresto cardiaco. Insomma, qui a Caserta si rischia di morire – o comunque a vedersela veramente brutta – perché c’è un’Asl che pensa solo ai cazzi dei dirigenti, ad assecondare ambizioni di progressioni di carriere di questo o di quell’altro, a sciorinare prorogare di affidamenti milionari una appresso all’altra, a scrivere bandi a dir poco inquietanti e più che sospetti sulle gare relative proprio all’attribuzione ad imprese esterne del servizio di soccorso 118 (CLICCA E LEGGI).

Il cittadino, il paziente continua a non contare un fico secco.

E guardate, il nostro non è sensazionalismo. Tanti pazienti muoiono e se sono dei poveri cristi, se appartengono a famiglie indigenti, non possono nemmeno rivolgersi ad avvocati per un risarcimento.

Peraltro, i procedimenti intentanti per casi di malasanità e di morte per presunta negligenza segnalati nell’Asl di Caserta e nell’Azienda ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano sono centinaia.

Ma siccome se ne parla poco, siccome finanche noi di CasertaCe abbiamo difficoltà ad incrociarli, si pensa che il problema non esiste e che siamo noi, con questi articoli, a coltivare un presunto e inesistente malanimo nei confronti dei vari Amedeo Blasotti, Roberto Mannella e compagnia, persone che non abbiamo mai incontrato nella nostra vita, persone con cui – nel caso di Mannella, responsabile del Servizio 118 – abbiamo accumulato forse un minuto e mezzo complessivo a telefono