Il salesiano Don Franco Galeone e l’Omelia per l’Assunta: “L’uomo…creato da Dio quale aquila reale, si è ridotto a una borghese gallina da pollaio…”
15 Agosto 2021 - 09:20

15 agosto 2021 – Assunzione della Vergine Maria
Maria, segno e pegno di vita eterna!
Prima lettura: Una donna vestita di sole (Ap 11,19). Seconda lettura: Cristo risorto è la primizia (1Cor 15,20). Terza lettura: Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente (Lc 1,39).
La festa dell’ottimismo cristiano La festività dell’Assunta ci ricorda, oltre il valore della femminilità, anche quello del corpo. Questo nostro corpo, del quale tanto male si è detto e scritto, così fragile e sublime, è un tessuto di prodigi. Davvero magnum miraculum est homo e diventerà un giorno sacramento dell’incontro perfetto con Dio. Il 15 agosto è la celebrazione di questa verità. Se ne ricorderanno gli allegri vacanzieri in fila ai caselli delle autostrade? Oggi non è san ferragosto ma la festa di Maria Assunta in cielo, in corpo ed anima. Maria è la nostra sorella che ci precede, il suo destino è anche il nostro. Ella è già quello che anche noi saremo. Festa dell’ottimismo cristiano quindi! Se ci chiedono come finirà il cosmo e la vita, ecco la risposta: tutto finirà con una’Assunzione, con un secondo Natale, con una Pasqua cosmica, con un’Ascensione gloriosa, con una Pentecoste di grazia.
Bisogna guardare in alto e in avanti per meglio situare la nostra vita quotidiana, che a volte ci appare così banale perché stiamo smarrendo le coordinate della vita. Non abbiamo più il senso della distanza e del limite, quelle dimensioni orizzontali e verticali che costituiscono la geometria della salvezza. Quello che ci manca è la visione d’insieme, crediamo che tutto finisce nell’attimo fuggente, che tutto si consuma sulla scintillante superficie, illuminata dai nostri fuochi fatui. L’uomo, sempre più chiuso nella sua giara di pirandelliana memoria, è diventato a una sola dimensione, quella orizzontale, dalla cintola in giù. Creato da Dio quale aquila reale, si è ridotto a una borghese gallina da pollaio, assillata solo da sesso, possesso, potere, vacanze, pensione… Questo “piccolo principe” ha dimenticato le sue origini, la sua genealogia, che arriva fino ad Adamo e da questi a Dio. E a Dio torniamo, come questa entusiasmante festa dell’Assunta ricorda a noi, pessimisti e brontoloni. Alzare la testa, fare progetti, guardare il cielo… significa credere in Dio, lasciarsi guidare da valori trascendenti, che riscattano la vita, dal banale feriale alla festività eterna. È vero, viviamo in una stagione crepuscolare, però in questa camera buia della ragione c’è ancora una luce che può impressionare la pellicola del nostro pensiero debole, il tempo della nostra liquidità esistenziale.
Festa dell’Assunta: un invito a guardare in alto, al cielo, che non è l’azzurro sopra le nostre teste, ma la casa comune e ultima per tutti. Maria Assunta è la creatura che ha già raggiunto la pienezza della salvezza. È la donna vestita di sole, il cui sepolcro è vuoto. È la madre che ci aspetta e sollecita a camminare verso il Regno. È la garanzia che l’uomo si salva tutto: sì, anche i corpi risorgeranno. La salvezza per il cristiano è la risurrezione dei corpi, il mondo nuovo, la terra nuova. L’Assunta è la festa della nostra comune migrazione verso la vita. Siamo umanità dolente, ma in cammino; abbiamo ferite e cicatrici ma in cammino, senza arrenderci. Siamo uomini che amiamo con pari intensità il cielo e la terra. Oggi mi piace concludere queste riflessioni con la poesia La madre, scritta da Giuseppe Ungaretti:
E il cuore quando d’un ultimo battito
avrà fatto cadere il muro d’ombra
per condurmi, Madre, sino al Signore,
come una volta mi darai la mano.
In ginocchio, decisa,
sarai una statua davanti all’Eterno,
come già ti vedeva
quando eri ancora in vita.
Alzerai tremante le vecchie braccia,
come quando spirasti
dicendo: Mio Dio, eccomi!
E solo quando m’avrà perdonato,
ti verrà desiderio di guardarmi.
Ricorderai d’avermi atteso tanto,
e avrai negli occhi un rapido sospiro.