INGIUSTIZIE E 118. Operatori delle ambulanze casertane non pagati da 20 giorni. Le colpe dell’ASL e il rischio d’impresa

21 Giugno 2024 - 17:14

CASERTA – È difficile non definirla un’ingiustizia quella che denunciano gli operatori delle postazioni del 118 di Sessa Aurunca, Caianello e Roccamonfina.

Si tratta delle tre stazioni che erano state affidate dall’Asl di Caserta, per effetto dello spacchettamento in tre lotti delle gare del servizio 118, alla società Centro Italia Soccorsi.

La società vivono con sede a Cassino, ad oggi, 21 giugno, non avrebbe ancora pagato lo stipendio di maggio di tutti gli operatori del 118 delle prestazioni.

La colpa, come sempre, sarebbe attribuita all’ASL di Caserta che non avrebbe pagato la Centro Italia Soccorsi.

Sono i lavoratori e le famiglie degli operatori dell’emergenza però ad avere la peggio, che attendono la tredicesima e l’accredito dello stipendio, soldi importanti in un momento così difficile, con il carovita che lascia poco spazio di manovra.

Al mancato pagamento di dipendenti per “colpa” dell’ASL, dobbiamo aggiungere un ragionamento che abbiamo già fatto altre volte.

Fermo restando il rovinoso modo in cui le amministrazioni pubbliche di questa provincia gestiscono i pagamenti alle società che lavorano e curano servizi appaltati, con soldi che spesso e volentieri arrivano con estremo ritardo, la Cis ha un obbligo nei confronti dei dipendenti che ogni giorno sono saliti sui mezzi di soccorsi salvando letteralmente la vita alle persone.

È giusto ed è sacrosanto che la Centro Italia Soccorsi venga pagata con puntualità dall’Asl, mai ritardi, le inadempienze dell’azienda locale guidata da Amedeo Blasotti non possono ricadere sui lavoratori. C’è chi ha deciso di correre il rischio d’impresa e chi no.

Il rischio d’impresa porta anche guadagni maggiori di quello di uno stipendio di un autista di ambulanze e, quindi, va accettato anche il rovescio della medaglia.