ITALIA NOSTRA DENUNCIA. Quell’impianto di smaltimento a S. Croce di Teano sarebbe un’offesa alle bellezze della natura

28 Dicembre 2018 - 12:30

CASERTA (Pasman) Il disastro dei beni culturali e paesaggistici italiani è sotto gli occhi di tutti e non serve spendervi ulteriori parole, che non riuscirebbero per giunta ad esprimerne l’estensione e la profondità effettive.
D’altro canto basta consultare alcuni siti specializzati ed indipendenti, come Emergenza Cultura o Patrimoniosos.it, per rendersi conto del livello di incuria e di sostanziale abbandono in cui versano i monumenti ed i beni artistici del Paese, al nord come al sud, con quest’ultimo tuttavia messo peggio.
Vi si trovano le cronache, i racconti, le denunce degli episodi che numerosi e quotidiani – a dispetto della retorica e della sordina istituzionale del tutto va bene madama la marchesa – colpiscono ed umiliano i nostri siti d’arte, i nostri capolavori, i nostri territori.

Basta essere stati anche una sola volta fuori d’Italia, per accorgersi delle differenze abissali, rispetto a noi, con cui all’estero conservano e valorizzano il proprio patrimonio d’arte, anche quando esso non sia minimamente confrontabile con il nostro.

Lì si raggiungono vette di autentica perfezione e nulla è fuori posto. Da noi vigono, all’opposto, una sciatteria ed un abbandono generalizzati. Gli abusi sono pressoché la norma ed anche le opere ed i siti monumentali maggiori sono tenuti in condizioni pietose. Le dimore storiche presentano gli spazi ed i manufatti artistici sporchi, impolverati, insudiciati. Piante parassitarie che diventano persino arbusti crescono spontaneamente su chiese e campanili storici, sui beni architettonici.

Nella foto, un esempio tra i tanti: a sinistra l’obelisco di S.Domenico nell’omonima piazza in Napoli. A destra, il particolare di uno dei cespugli cresciuti per incuria tra le connessure dei marmi. Il capoluogo della Campania, nonostante il boom turistico di questi anni, presenta un patrimonio storico-architettonico in condizioni di grave abbandono.

Non parliamo dei giardini e dei parchi antichi. Senza che nessuno si dia pena più di tanto, perché il tema dell’efficienza degli uffici preposti alla cura di tutto questo immenso patrimonio è un vero tabù per qualsiasi politico e perché lo strapotere sindacale ha finito per imporre tali rigidità nella organizzazione del lavoro che, paradossalmente, benché il personale non manchi, anche per cambiare una lampadina occorre ricorrere ed onerosamente al privato.
Poi c’è il clima, inteso come spirito generale dell’istituzione. Nei nostri musei aleggia un’area di depressione e di disamore e gli addetti “pare che ti stiano facendo un favore” a stare lì dove li trovi, quando non sono a fare capannello per parlare di una cosa qualsiasi. Ognuno, per far passare il tempo, è concentrato sul telefonino o sul libro, la rivista od il giornale che sta leggendo.
In tutto questo disimpegno, tempo per controllare che i visitatori non tocchino le opere esposte o le possano danneggiare, ovviamente, non ne rimane. Quante volte, per restare a Caserta, abbiamo documentato come i turisti siano arrivati persino a trascinare i propri trolley sui pavimenti degli appartamenti reali e come normalmente nel parco si bivacchi e ci si arrampichi sulla statuaria e si possa fare il bagno oltre che prendere il sole in costume. Nelle istituzioni culturali estere si riscontra tangibilmente, al contrario, una solerzia, una serietà che ci sono sconosciuti e particolarmente nei musei ogni condotta inappropriata viene immediatamente ripresa.

Sempre qui a Caserta, la medaglia d’oro che Mauro Felicori si è conferito, di aver sconfitto i venditori abusivi all’interno della Reggia, è una medaglia di latta. Come tutti sanno, quella perniciosa forma di illegalità è stata contrastata dalle forse di polizia, nella latitanza permessa agli uffici interni.

Per la verità, quella dell’inefficienza è tema che riguarda tutta la pubblica amministrazione italiana e non se può fare una colpa particolare al comparto dei beni culturali ed è problema talmente impolitico che si preferisce far finta che non esista, anche se con gli effetti che abbiamo appena tratteggiato in questo campo specifico.

In tale situazione estrema non si possono che apprezzare vivamente, allora, le iniziative di quelle associazioni di volontariato che si spendono concretamente e fuori di retorica, anche dal punto di vista educativo, per la tutela patrimonio artistico e culturale del Paese.
Come le ultime assunte da Italia Nostra, sia sul piano locale sia sul piano nazionale.
Per quanto riguarda il nostro territorio, segnaliamo la recentissima denuncia della sezione casertana del sodalizio, presieduta da Maria Rosaria Iacono, del progetto di realizzazione di un impianto di smaltimento rifiuti pericolosi in località S. Croce di Teano, ove si vorrebbe creare uno dei più grandi impianti a livello nazionale, con migliaia di tonnellate al giorno di materiali tossici gestiti dalla società Ge.S.I.A. S.p.A.
Si perpetrerebbe, secondo Italia Nostra, lo scempio di una delle zone più belle dell’alto casertano, a vocazione agricola e paesaggistica. Come viene illustrato nel comunicato stampa diffuso (reperibile in calce), il territorio di Teano rientra nel Parco Regionale di Roccamonfina ed è considerato, nei vari piani della Regione e della Provincia, come zona naturalistica, di valore agricolo e paesaggistico, con limitata edificabilità.
Contro l’impianto si sono espressi l’amministrazione comunale di Teano, l’ente Provincia ed anche l’ARPAC (l’Agenzia Regionale Protezione Ambientale della Campania), che ha sollevato varie e rilevanti eccezioni al progetto. L’area in questione riveste anche un notevole interesse archeologico, per i resti esistenti di un grande complesso termale di età imperiale e per la sua adiacenza alla più vasta area archeologica della città antica di Teanum Sidicinum.

In foto, uno scorcio della campagna incontaminata di S.Croce di Teano.

Anche la presenza del fiume Savone, inserito nell’elenco delle acque pubbliche, e la vicinanze delle sorgenti di acqua minerale della Ferrarelle, ricadenti nel territorio del Comune di Teano, destano preoccupazioni per il rischio di inquinamento delle falde e delle acque di superficie.
Il sodalizio casertano recrimina anche il fatto che in difformità dal procedimento autorizzatorio in corso, i comuni limitrofi alla località individuata, anch’essi contrari al progetto, non sono mai stati invitati alle ben otto riunioni della Conferenza di Servizi che deve esprimersi sul progetto stesso. La medesima esclusione che hanno subito sia Italia Nostra sia tutte le altre associazioni che si oppongono all’impianto, dall’ultima sessione della Conferenza di Servizi del 30 ottobre scorso.

Sul piano delle iniziative a carattere nazionale, Italia Nostra, d’intesa con i Ministeri dell’Istruzione e dei Beni e delle Attività Culturali, ha appena bandito un concorso rivolto alle scuole italiane inferiori e superiori, allo scopo di avvicinare i giovani al patrimonio artistico italiano. Il concorso, intitolato IN cerca del mio paesaggio, prevede lo svolgimento di una prova, in una delle tre forme espressive del testo scritto, dell’opera multimediale o della creazione grafica, su di un bene culturale o paesaggistico locale, perché ne sia evidenziato il legame con la comunità. Si può aderire al concorso fino al 15 febbraio 2019.
Sappiamo bene che questi argomenti sono di poco appeal, ma li sosteniamo convintamente perché confidiamo che solo la cultura potrà salvarci.

 

Qui, il comunicato stampa diramato dalla sezione casertana di Italia Nostra sul progettato impianto per lo smaltimento di rifiuti pericolosi in località S.Croce di Teano.

Comunicato-stampa di Italia Nostra casertana-12.12.2018