La caccia al boss Antonio Bardellino: la verità nei telefoni e nei pc di 13 indagati

6 Ottobre 2023 - 10:48

La prossima settimana prenderanno il via gli esami sul materiale sequestrato durante le perquisizioni eseguite lo scorso mese di luglio

CASAL DI PRINCIPE – Per i giudici che si sono occupati del “processo SpartacusAntonio Bardellino è stato ucciso nel, da Mario Iovine, su ordine di Francesco Schiavone Sandokan, in Brasile.

Per il pubblico ministero Vincenzo Ranieri, invece, è probabile che il boss sia morto molti anni dopo indicati nella storica sentenza sul clan di casalesi o che addirittura sia ancora vivo. Il lavoro svolto dalle forze dell’ordine, teso a far luce sulla vicenda nello scorso mese di luglio ha fatto scattare numerose perquisizioni nei confronti dei congiunti del boss di storici fiancheggiatori e degli attuali esponenti del clan di Casalesi.

Il materiale è sottoposto a sequestro durante questi controlli la prossima settimana saranno oggetto di accertamenti tecnici irripetibili. I tecnici esamineranno computer, pen drive, tablet, cd, prelevati dalle abitazioni di Romolo Corvino, Giuseppina Arrichiello, Salvatore Calisto Bardellino, Maria Immacolata Bretto, Salvatore Bretto, Salvatore Bardellino, Maria Concetta Caccavale, Ernesto Bardellino, Calisto Bardellino, Antonio Bardellino, Antonietta Bardellino, Gilda Bardellino.

L’esame di questi dispositivi oltre a dimostrare la tesi relativa ad Antonio Bardellino è finalizzato anche a verificare l’ipotizzato patto criminale che sarebbe stato recentemente stretto tra il clan casalesi, attraverso quelli che per la Dda sono due esponenti di spicco ovvero Romolo

Corvino e Vincenzo Di Caterino, e i nipoti del boss che dopo il presunto assassinio dello zio si spostarono a Formia ovvero Calisto e Gustavo Bardellino. I coinvolti nell’inchiesta sono da ritenersi tutti Innocenti fino a una sentenza di condanna irrevocabile