LA CAMORRA DEI 6×3. Parla il pentito Iavarazzo: “Vi spiego la divisione dei comuni tra Schiavone e Bidognetti per i manifesti pubblicitari. Gli incontri tra il killer e l’imprenditore Armando Aprile”

21 Marzo 2022 - 21:06

CASAL DI PRINCIPE – Era il “lontano” 2019 quando Casertace pubblicava uno stralcio dell’ordinanza relativa all’affare dei cartelloni pubblicitari gestito dal clan dei casalesi. In quel pezzo (che potete leggere cliccando qui), attraverso le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, andavamo a spiegare in che modo gli Schiavone e Bidognetti iniziarono a dividersi la torta dei manifesti pubblicitari. Una spartizione, secondo quanto raccontato dal pentito Giampiero Siciliano, nata dopo una serie di arresti, tra cui quello dell’imprenditore Silvio Borrata.

A ripercorrere più o meno quella storia ci sono le dichiarazioni emerse dinanzi ai giudici del tribunale di Aversa-Napoli Nord nel processo a carico di diversi imputati – tra cui l’imprenditore delle affissioni Armando Aprile – da parte di Mario Iavarazzo, divenuto anche gli, come detto, collaboratore di giustizia.

I territori, dichiara Iavarazzo, erano divisi più o meno in questo modo: Lusciano, Parete, Castel Volturno la zona litoranea era nelle mani dei Bidognetti, gli Schiavone, invece, avrebbe occupato l’aria più interna dell’Agro Aversano.

Tornando, invece, all’imprenditore Aprile, Iavarazzo ha spiegato come l’uomo fosse inserito all’interno di un meccanismo criminale già dal 2006. Per riuscire a lavorare fu in pratica costretto a trovare un accordo con Borrata,

uomo legato ai Bidognetti, che aveva creato un monopolio sull’attività per conto del clan dei Casalesi, quanto descritto da altri collaboratori di giustizia oltre Iavarazzo.

Quest’ultimo ha dichiarato di conoscere Aprile, entrando in contatto con lui per motivi inerenti agli affari nel settore della pubblicità. Per quanto riguarda, invece, Borrata, era colui che avrebbe ospitato almeno due momenti d’incontro tra Aprile e il killer Giovanni Letizia nella sua abitazione. Secondo quanto dichiarato dal collaboratore di giustizia, inoltre, Borrata avrebbe fornito auto rubate, armi e documenti falsi ad esponenti del clan. Ed è questo il contesto in cui nasce rapporto in affari tra Iavarazzo e Aprile, secondo quanto dichiarato dal pentito.