LA DOMENICA DI DON GALEONE…

13 Aprile 2025 - 07:33

13 aprile 2025

LE PALME E LA PASSIONE DEL SIGNORE

Tutto il cammino penitenziale di Quaresima si conclude a Gerusalemme, dove tutto sembra morire e da dove tutto, invece, risorge. Vertice della liturgia della Parola è la lettura della Passione. Occorre dare attenzione a questa lettura, più che alla processione delle palme: i ramoscelli di ulivo non sono un talismano contro le disgrazie, ma il segno di un popolo che segue il suo Re. Ma la regalità di Gesù si manifesta in modo scandaloso: sulla croce. Nell’impatto con la croce, la fede vacilla; anche Gesù ha gridato la sua disperazione ֵא ִ לי ֵא ִלי ָל ָ מה ֲע ַז ְב ָ ת ִני (Sal

22,1). Sulla croce muoiono tutte le false immagini di Dio, che la mente umana ha partorito.

Il cuore del vangelo: il Passio Comincia, con la domenica delle Palme, la Settimana Santa, la Settimana Maggiore. Il testo fondamentale è il racconto del “Passio”. Tutto il vangelo non è altro che “la narrazione della Passione con un’estesa introduzione” (M. Kahler ). Quando rileggo il lungo racconto della Passione, mi ritrovo nella chiesa della mia infanzia, ove mi pare di riascoltare la lettura a varie voci (Gesù, lo storico, la folla). Qualche volta io stesso ho partecipato a quelle letture! Era e rimane una lettura terribile e stupenda. In nessuna letteratura esiste qualcosa che, per densità, rapidità, drammaticità, sia paragonabile al racconto della Passione. Devo tanto alle emozioni di quel Passio, che si ripete ogni domenica delle Palme!

Il cuore del Passio: la croce! La domenica di Passione ci ricorda che la nostra fede è immersa nelle contraddizioni della storia. Di anno in anno, sempre più scopriamo che il mondo è costruito secondo la legge della violenza. Non sono solo i macro-fatti della cronaca, tragici, che ci avvertono: sono anche le micro-esperienze quotidiane a rivelare questa polimorfa violenza. La Passione di Gesù è veramente lo svelamento della violenza, che coinvolge, in una medesima complicità, i potenti e le vittime, gli aguzzini e la folla feroce. Nessuno si illuda! Anche stare fermi o fuggire è sinonimo di complicità. Non si esce da questo mondo. Occorrono molti colpi di martello per configgere un chiodo. Occorrono molti colpi di frusta per piagare una spalla. Occorrono molte spine per formare una corona. Non ha importanza che tu sia di quelli che colpiscono o di quelli che guardano. L’arroganza di pochi poggia sull’indifferenza di molti.

L’apparente trionfo del male! Arriva il tempo del silenzio, in progressione fino al grande vuoto del Sabato Santo, quando l’altare resta spoglio, le campane mute, senza messa né comunione. Sembra il trionfo del male! Oggi siamo disorientati da quanto ci succede intorno e dentro di noi. Il silenzio, amico dell’anima, per non perderci nel frastuono, in attesa della gioiosa esplosione pasquale. Nel silenzio dell’attesa, senza perdere la fede nel Dio della vita, che atterra e suscita, che affanna e consola, che toglie una gioia per offrirne una più grande e duratura. Programmiamo attività e orari in modo da partecipare alle funzioni della Settimana Santa, non come turisti o spettatori, ma protagonisti e credenti. Le cerimonie sono suggestive per insegnamenti teologici, drammaticità di situazioni, lussureggiante simbolismo. Se sentiremo bussare alla porta del cuore, se proveremo la nostalgia del pulito, il bisogno di amare, la voglia di perdonare, è Gesù. Apriamogli la porta! Allora sarà Pasqua!

Abba…Padre Gesù impiega questo termine nel momento più drammatico della sua vita, quando si abbandona fiduciosamente nelle mani del Padre. È l’invito a non dubitare mai dell’amore di Dio e a ricordare sempre che egli è Abbà. Perciò “alle tue mani affido il mio spirito: ַא ְפ ִ קיד ֫ר ִ חי ְביָ ְדך (Sal 31,6). Il termine usato da Gesù non è l’ebraico ָאב né il greco πάτερ ma l’aramaico “Abbà, Papà!”, che corrisponde a uno dei tanti termini usati dai bambini per rivolgersi al genitore: “abbà” (papà) e “immà” (mamma)”. Abbà esprime confidenza e tenerezza. BUONA PASQUA!