La Domenica di don Galeone: “Ecco allora nelle nostre comunità e nella nostra vita lo scandalo del compromesso”
3 Settembre 2023 - 09:15

3 settembre 2023 ✶ XXII Domenica TO (A)
Il discepolo condivide tutto con Gesù: la croce e la gloria!
È davvero simpatico Pietro, per questa sua alternanza di eroismo e di paura. Naufraga nell’acqua perché “uomo di poca fede”, ma poi Gesù lo mette a fondamento della sua Chiesa. Oggi si sente un terribile rimprovero: “Lungi da me, Satana!”. Come mai? Forse Pietro si era illuso della sua bravura, si sentiva ormai una persona di prestigio, capace persino di dare consigli a Dio; forse, ascoltata la profezia della persecuzione che toccava Gesù e i suoi discepoli, ha voluto sottrarsi a quella prospettiva; forse Pietro non aveva ben compreso che chi vuole seguire Gesù, deve prendere ogni giorno la croce e seguirlo…
È
Letto il Vangelo, la prima cosa che balza evidente è lo sconvolgimento di tutte le logiche umane. Chi vuole seguire Gesù, deve rinnegare se stesso; egli prende in pugno la nostra vita, la rigira come ulive nel frantoio, la spreme come uva nel torchio, perché diventiamo degni di lui. È spada affilata che incide nella carne e nel sangue la parola di Dio. Le dure parole di Gesù mettono ognuno di noi davanti ad un bivio. “Il faut parier”, direbbe Pascal! Alcuni scommettono sul successo terreno, e quindi organizzano la vita e ogni sua attività nella direzione del benessere mondano; altri scommettono sui valori del Vangelo, si affidano a Dio, prendono la propria croce. Naturalmente questi due atteggiamenti esistono allo stato puro solo nella mente, sono “ideal-tipici”, per dirla con Max Weber, perché nella realtà tutti noi passiamo dalla fede al rifiuto di Dio, proprio come Pietro, che prima accetta Gesù e poi lo tradisce. Sempre pronti a parlare di “ortodossia”, ma poco attenti alla “ortoprassia”.
Quante volte abbiamo ascoltato e ripetuto quelle decisive e incisive parole di Gesù, così, senza battere ciglio! Sono parole che pesano tonnellate, e noi le edulcoriamo a slogans innocui; sono virus e noi le riduciamo a vaccino. Ecco allora nelle nostre comunità e nella nostra vita lo scandalo del compromesso, perché facciamo prevalere la politica sul Vangelo, la previdenza sulla provvidenza, la ragion di Chiesa sulla logica divina. È difficile da eliminare quell’astuto Ulisse “fabbricator di inganni”, cioè quella furbizia tutta greca da cui è affetta la cultura occidentale. Ci ritroviamo così un po’ tutti mercenari mediocri; la nostra bandiera è diventata un foulard; una comoda preghiera ci tranquillizza; Dio ce lo siamo costruito a nostra somiglianza. Per fortuna, le sue parole sono anche un indice pietoso che a noi, tutti più o meno sbandati e confusi, indica la strada giusta da seguire; non è una comoda autostrada confortata da motel o autogrill: si tratta di un sentiero, tutto in salita, fra rovi e spine, che conduce alla croce e si conclude con la risurrezione. Che possiamo percorrerlo tutti questo sentiero, fino in fondo! Il Signore ci liberi dalla tentazione di rimpicciolire queste grandiose parole di Gesù. Soprattutto ci aiuti a viverle, sine glossa! BUONA VITA!