La Domenica di Don Galeone. Natale nella preghiera del “Servo Di Dio” Don Tonino Bello

25 Dicembre 2022 - 13:00

“Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia”

25 dicembre 2022 ✶ Natale del Signore (A)

Dio, con un volto d’uomo!

Prima lettura: Tutti i confini della terra vedranno la salvezza del nostro Dio (Is 52,7). Seconda lettura: Dio ha parlato a noi per mezzo del Figlio (Eb 1,1). Terza

lettura: Il Verbo si è fatto uomo (Gv 1,1).

Qualcuno ha detto che noi cristiani dobbiamo scegliere un’altra data per festeggiare il Natale, lasciando il 25 agli spensierati festaioli. Natale ormai è diventato un coktail per tutti i gusti, ottenuto mescolando figure cristiane con abeti, vetrine, cenoni, zampogne, Babbo Natale, compromesso tra un leggendario san Nicola e un Padre eterno, secolarizzato, che passeggia sulla slitta. È come se il cristiano e il pagano oggi facessero pace: sacro e profano si incontrano su una terra di nessuno, e la tregua dura da Natale a Santo Stefano! Natale ha subìto un crollo verticale di significato, sino a diventare Bianco Natale, Magico Natale. Natale è stato trasformato in evento commerciale, occasione di affari, settimana bianca. Nel migliore dei casi, un po’ di sentimentalismo, fatto di nostalgia, d’innocenza, di ricordi, di rimpianti.

“Carissimi, non mi sentirei un buon sacerdote se vi dicessi: “Buon Natale” senza darvi disturbo. Io, invece, vi voglio infastidire. Non sopporto, infatti, l’idea di dover rivolgere auguri innocui, formali, imposti dalla routine di calendario. Mi lusinga addirittura l’idea che qualcuno li respinga al mittente come indesiderati.  Gesù che nasce per amore vi dia la nausea di una vita egoista, assurda, senza spinte verticali e vi conceda d’inventarvi una vita carica di donazione, di preghiera, di silenzio, di coraggio. Il Bambino che dorme sulla paglia vi tolga il sonno e faccia sentire il guanciale del vostro letto duro come un macigno, finché non avrete dato ospitalità a uno sfrattato a un povero di passaggio…

Dio che diventa uomo vi faccia sentire in colpa ogni volta che la vostra carriera diventa idolo della vostra vita, il sorpasso, il progetto dei vostri giorni, la schiena del prossimo, strumento delle vostre scalate. Maria, che trova solo nello sterco degli animali la culla dove deporre con tenerezza il frutto del suo grembo, vi stimoli a mettere al centro della vita i veri valori, quelli che contano. Giuseppe, che ha trovato tante porte chiuse, disturbi le nostre feste vuote, fino a quando non vi lascerete mettere in crisi dalla sofferenza di tanti genitori che versano lacrime segrete per i loro figli senza fortuna, senza salute, senza lavoro. Gli angeli, che annunciano la pace, vi sveglino dalla vostra sonnolenta tranquillità, incapace di vedere che vicino a voi si consumano ingiustizie, si sfratta la gente, si fabbricano armi, si militarizza la terra degli umili, si condannano popoli allo sterminio della fame.

I poveri, che accorrono alla grotta, mentre i potenti tramano nell’oscurità e la città dorme nell’indifferenza, vi facciano capire che “la gran luce” deve partire dagli ultimi, che poi sono i preferiti e gli amici di Dio. Che le elemosine di chi gioca sulla pelle della gente sono tranquillanti inutili. Che le pellicce, comprate con le tredicesime di stipendi multipli, fanno bella figura, ma non scaldano. Che i ritardi dell’edilizia popolare sono atti di sacrilegio, se provocati da speculazioni corporative. I pastori che vegliano nella notte, “facendo la guardia al gregge”, e scrutano l’aurora, ci diano il senso della storia, l’ebbrezza delle attese, il gaudio dell’abbandono in Dio. E c’ispirino il desiderio profondo di vivere poveri, che è poi l’unico modo per morire ricchi.  Buon Natale! Sul nostro vecchio mondo che muore, nasca la speranza!” (Don Tonino BELLO).