La Ferrari da 150 mila euro per fare bella figura al matrimonio della cugina del boss. ASSOLTI dall’accusa di estorsione all’imprenditore

8 Luglio 2025 - 13:29

Secondo l’accusa, la restituzione dell’auto era stata negata con toni minacciosi. Tesi non ritenuta fondata in aula

CASAL DI PRINCIPE – Finisce con un’assoluzione il processo a carico di Francesco Cirillo, detto “Cosciafina”, e Giuseppe Caiazzo, ritenuti esponenti storici del clan dei Casalesi e originari di Villa Literno. I due erano imputati per estorsione aggravata dal metodo mafioso, accusati di aver preteso una Ferrari 360 Modena da un imprenditore, Ulderico Fabozzi, nel 2008, per usarla durante il matrimonio della cugina del boss Giuseppe Setola.

Secondo l’accusa, la restituzione dell’auto fu negata con toni minacciosi: “Sapevi a chi la davi, ora è nostra”. La vettura rientrò al proprietario solo dopo un guasto tecnico, grazie alla localizzazione tramite l’antifurto satellitare. La Procura aveva chiesto nove anni e mezzo di reclusione per entrambi. Ma oggi, al termine del dibattimento, il tribunale ha assolto gli imputati.

Giuseppe Caiazzo è stato difeso dagli avvocati Vittorio Giaquinto e Michele Di Fraia, mentre Francesco Cirillo era assistito dall’avvocato Gaetano D’Orso. Le difese hanno sempre sostenuto che non si trattò di un’estorsione, ma di un accordo tra conoscenti. Il tribunale ha accolto questa versione. Inizialmente gli imputati erano tre, ma uno di questi, Nicola Tavoletta, è scomparso durante gli anni che sono passati dall’inizio del procedimento alla fine, sancita oggi, almeno per quanto riguarda il primo grado.