LA FOTO (E SONO TRE). Raffaele Capone, grande sostenitore di Carlo Marino in campagna elettorale, arrestato per il tentato omicidio di Rondinone. Il 22 settembre ha accoltellato…

8 Novembre 2021 - 16:44

Preso dai carabinieri della compagnia di Caserta, insieme a suo padre Giovanni. Due fratelli avevano “osato” salire a casa loro del rione Santa Rosalia. Ma un errore nel comunicato c’è: Raffaele Capone non è scappato dopo aver vibrato i suoi tremendi fendenti. Aveva solo un impegno elettorale in quanto relatore ad un simposio culturale sul futuro della città dell’arte

 

CASERTA – (Gianluigi Guarino) Rispetto al comunicato stampa inviato stamattina dalla Procura della repubblica di Santa Maria Capua Vetere e dai carabinieri della Compagnia di Caserta, al comando del Capitano  Pietro Tribuzio, che ha lavorato a stretto contatto di gomito con la Stazione Carabinieri del capoluogo, comandata dal maresciallo Antonio Coppola, c’è da muovere un piccolo appunto al racconto su questa operazione, obiettivamente brillantissima, che in poco tempo è riuscita ad assicurare alla giustizia due personaggi importanti della criminalità casertana, cioè Giovanni Capone e il figlio Raffaele: in un passaggio viene scritto, infatti, che C.R. che sta proprio per Raffaele Capone, si è dileguato dal luogo in cui pochi istanti prima aveva raggiunto, insieme a suo padre Giovanni, che da casa non avrebbe potuto muoversi in quanto ai domiciliari, i due fratelli Rondinone, l’altro era riuscito a scappare, che qualche minuto prima avevano “osato” come si suol dire “impostargli

la questione” visto che lo stesso Raffaele Capone aveva colpito il loro padre qualche giorno prima con un pugno, in pieno viso.

Era il 22 settembre ed eravamo in piena campagna elettorale per le elezioni comunali. A nostro avviso, magari ci sbagliamo (ma in democrazia qualsiasi punto di vista, civilmente esposto, ha comunque valore in sè) Raffaele Capone non si è dileguato. Aveva semplicemente da fare. Doveva partecipare ad un evento elettorale di Carlo Marino dove magari era previsto anche un suo intervento sulle direttrici di una nuova politica culturale di Caserta attraverso, usiamo una frase estetica, la messa in rete dei saperi, che non significa un cazzo, però, è elegante, fa look, fa influencer.

Era nervoso Raffaele Capone. Stava preparando il suo intervento che prevedeva anche una escursione guidata dallo stesso giovanotto del parco Santa Rosalia, all’interno dei saloni di rappresentanza della Reggia a cui avrebbero presenziato pezzi da 90 della politica italiana, forse addirittura Enrico Letta. Un’affermazione, quest’ultima, non campata in aria, perchè in campagna elettorale il segretario nazionale del Pd, a Caserta c’è venuto.

Non ti arrivano sti due Rondinone, un R.G. al quadrato, dando i numeri su un semplice, banale pugno assestato dal Capone al loro genitore? Vi sembra una questione seria questo scambio un pò spicciativo di opinioni, di fronte ad impegni cruciali che attendevano quel giorno e che avrebbero atteso nei giorni successivi il Capone? Capiamo che nel codice comportamentale della criminalità o della para-criminalità casertana, se un Capone picchia un Rondinone, qualcosa da regolare ci sarà sicuramente. Ma in quel momento si disegnavano i destini della città per i prossimi 5 anni. E che cavolo, proprio ora, venite a rompere le scatole?

Ecco perchè s’è incazzato, iniziando prima un bombardamento con piatti e suppellettili e poi, dopo aver preso il coltello, ha tirato un pò di fendenti a uno dei due fratelli e poi si è allontanato, dicendogli: “ti è andata bene perchè io ora devo andare ad un simposio culturale a scopo elettorale e anche un pò a scopo benefico“.

Naturalmente questa nostra lettura ironica dei fatti, anzi, di questo fatto di violenza consumatosi nei giorni della campagna elettorale, è pienamente giustificata dalla circostanza che noi di CasertaCe siamo stati gli unici con 5 articoli pubblicati in serie nei primi giorni della campagna elettorale, a denunciare il pericolo gravissimo di una delinquenza più o meno organizzata, che magari in passato, in occasione di precedenti elezioni comunali, aveva lo stesso contribuito alla causa elettorale di uno o degli altri contendenti in campo, ma che non si era mai esposta in prima linea.

Mai e poi mai. Attenzione, non perchè questi qua siano molto furbi e capiscono che più si ci fa vedere in giro in contesti non consueti, come possono essere quelli di un evento pubblico di una campagna elettorale, e più si rischia di essere attinti da misure restrittive della propria libertà. In passato, funzionava così e questo Marino che di campagne elettorali ne ha fatte tantissime, sia candidandosi a consigliere che a sindaco, lo sa bene, i candidati alla massima carica, ovviamente molto più visibili e anche esposti, non hanno mai avuto il bisogno di consegnarsi ad un bagno di folla criminale. Il lavoro sporco lo hanno, infatti, sempre fatto i candidati al consiglio comunale, mentre quelli che hanno concorso per la massima carica, si sono ben guardati dal farsi vedere in giro e farsi fotografare con esponenti della criminalità locale.

Mai e poi mai, scusate se insistiamo, è successo che un sindaco appena eletto (e questo ci ha capire quale vitale posta in gioco ci fosse) abbia dato il 5 ad un delinquente di importante rilievo, visto che Raffaele Capone, suo padre Giovanni e la loro famiglia, sono da anni dentro alle trame criminali della città capoluogo.

E attenzione, abbiamo sentito qualcuno dire che, va bè, anche il Papa, avvicinandosi alle balaustre, stringe centinaia e centinaia di mani senza chiedere le generalità a chi lo acclama. Ma quel filmato e quella foto che pubblichiamo e che riproponiamo oggi, discrimina il gesto fatto da Marino rispetto ad un qualsiasi contatto che un Pontefice, una rockstar, un politico, un calciatore può avere con i suoi supporters. Perchè una cosa è dare il 5, altra cosa è darlo come contatto di ingresso ad un fraterna stretta di mano lunga diversi secondi, con le braccia entrambe sollevate verticalmente e dunque con la chiara evidenza sul fatto che il sindaco appena rieletto, sapesse benissimo chi aveva di fronte. Si tratta di due gesti: prima il “give me five”, poi la “fraternità” di quella stretta piena di calore e di riconoscenza.

Magari non sapeva che 20 giorni prima Raffaele Capone aveva quasi accoppato a coltellate una persona dopo averla inseguita, ma tutto sommato, anche se qualcuno del suo entourage lo avesse saputo, l’avrebbe trattato come un dettaglio, un qualcosa di esterno all’impegno politico-elettorale profuso dal Capone. Insomma, se era accaduto quello che era accaduto, ciò era stato dovuto al fatto che due soggetti che evidentemente, davanti alla sacra causa della conferma del sindaco uscente non trovavano di meglio da fare che “impostare” oziose questioni nel loft di Santa Rosalia, Raffaele Capone si era appena appena irritato perchè considerava quell’intrusione una distrazione dalla sua attività di nobile proselitismo che proprio in quelle giornate stava esprimendo al massimo regime, in una fase delicatissima di ricerca del consenso purchè fosse, da parte di una allegra brigata di soggetti che si riconoscono nel volto di Raffaele Capone ma anche di altri pregiudicati presenti ai primi festeggiamenti che Carlo Marino ha avuto all’interno del suo comitato elettorale in via G.M. Bosco.

E’ come se un presidente degli Stati Uniti che alle 6, alle 7 del mattino, sicuro della sua vittoria, parla ai supporters del proprio comitato elettorale, avesse in prima fila il figlio di Al Capone, il nipote Sam Giancana e Lucky Luciano. Qualcuno avrebbe sicuramente da dire qualcosa.

Sappiamo bene che questo fatto non inciderà, probabilmente, sulla valutazione di un esito elettorale che noi abbiamo definito immediatamente condizionato dall’intervento della criminalità organizzata e anche di una micro criminalità da questa reclutata, con i mezzi messi a disposizione da ignoti (ma fino ad un certo punto) imprenditori, che poi, se hai seguito, caro lettore gli articoli di CasertaCe da gennaio in poi, capisci pure di chi si tratta.

Comunque, le 5 puntate della nostra inchiesta stanno lì. Il resto è Stato che si gira dall’altra parte, reiterando una pratica che a Caserta ormai è consolidata da anni, anche grazie alle distrazioni, chiamiamole così, dei prefetti, l’ultimo, appena andato via, Raffaele Ruberto, tanto distratto quanto assiduo nella frequentazione con il sindaco Carlo Marino, come dimostrano certi nostri articoli e certe nostre foto pubblicate negli anni su delegazioni locali, partite per il nord Italia, per fiere dell’agro alimentare, con tanto di spassose serate ad alta soddisfazione per i palati fini e anche per quelli meno fini.