LA MORTE del MACCHINISTA di CAPUA. Interrogati da 3 ore, i 5 indagati rispondono al pm

8 Febbraio 2020 - 17:30

CAPUA – Sono sotto interrogatorio da circa 3 ore e stanno rispondendo alle domande del pm i cinque operai coinvolti nell’inchiesta sul treno deragliato vicino a Lodi. Da quanto e’ trapelato dagli uffici della Polfer di Piacenza, almeno uno di loro avrebbe fornito la sua versione dei fatti. Sono previsti “tempi lunghi” perche’ si concludano le attivita’ del magistrato Giulia Aragno e degli esponenti delle forze dell’ordine da cui e’ affiancata.

Gli operai, assistiti da due legali, vengono interrogati dal pm di Lodi Giulia Aragno. Sono presenti anche gli uomini della polizia ferroviaria e del Nucleo operativo incidenti ferroviario che stanno eseguendo i rilievi sul treno.

Sentiti come testimoni, l’altro ieri, avevano raccontato che lo snodo dove e’ accaduto il deragliamento era in ordine, cosa risultata non vera. La Procura di Lodi, che li ha iscritti nel registro degli indagati con le accuse di omicidio colposo plurimo, disastro colposo e lesioni colpose come “atto necessario” per procedere con gli accertamenti, li accusa di aver svolto, secondo l’avviso di garanzia, “l’attivita’ in modo non adeguato“, cosi’ il convoglio e’ finito su binari di servizio, non destinati al traffico ordinario, ne’ in grado di sostenere l’Alta velocita’.

Quello scambio su cui avevano finito di lavorare, non era in posizione normale ma ancora ‘aperto’: e questa rimane la causa piu’ probabile della tragedia costata la vita ai due macchinisti, Giuseppe Cicciu’ e Mario Dicuonzo, che avrebbe potuto essere peggiore in un altro orario (erano intorno alle 5), nonostante la comunicazione degli indagati alla centrale di Bologna. Il procuratore Domenico Chiaro e il citato pm Giulia Aragno ipotizzano una “colpa

consistita in imprudenza, negligenza e violazione delle norme legislative e regolamentari”, che non ha impedito il deragliamento. Rfi ha gia’ disposto per i cinque operai un supporto psicologico e li ha destinati provvisoriamente ad altre mansioni, nominando per loro dei legali di fiducia.

I consulenti della Procura di Lodi, che riceveranno l’incarico lunedi’, dovranno svolgere, “al piu’ presto, le attivita’ irripetibili volte a accertare la funzionalita’ dello scambio e di tutti i dispositivi a esso collegati” al convoglio: quindi anche al sistema centrale. Accertamenti che “verranno svolti con la massima celerita’ per consentire il piu’ celere sgombero dei vagoni coinvolti nell’incidente e il ripristino del tratto di linea interessato dal deragliamento“, spiega la Procura. Parallelamente proseguono i sequestri, da parte degli specialisti della Polfer, di materiale che potrebbe servire alle indagini.

Entrano a far parte dell’inchiesta, infatti, tre hard disk con filmati del deragliamento: uno si trovava sulla carrozza 3 del convoglio gli alti due nell’edificio del posto manutenzione “Livraga”, dove c’e’ il posto di sezionamento automatico.

Sotto sequestro anche tutte le carrozze del treno, cosi’ come la scatola del sistema informativo di condotta Dis. Si lavorera’ anche sul libretto statistico della manutenzione del Posto Movimento con le annotazioni dal 14 giugno del 2018 e sul modello della corrispondenza telefonica dello stesso Posto Movimento dal 10 marzo del 2014 alle prime ore di giovedi’.

Sotto sequestro anche i binari della linea Alta velocita’, in quel tratto, e i binari di servizio vicini. Ai sequestri erano presenti il direttore territoriale Produzione Emilia-Romagna di Rfi e il dirigente responsabile della Manutenzione impianti Av Trenitalia di Milano. L’azienda ha fornito loro i legali per potersi difendere.

Nel frattempo, sul luogo della tragedia e’ arrivato un camion-gru: il primo di una lunga serie di mezzi che serviranno a rimuovere il convoglio dai binari. Le operazioni di rimozione delle carrozze si prevede possano iniziare la prossima settimana. Prima che ricomincino a circolare i treni dell’Alta Velocita’ sui binari, pero’, potrebbero volerci ancora diverse settimane.