LA NOTA. GOVERNANCE POLL. De Luca cresce del 5% ma “impazzisce” per il 70% di Zaia. Ormai il delirio di onnipotenza lo ha espulso dalla realtà

6 Luglio 2020 - 12:36

A 71 anni si coglie, dai suoi atteggiamenti, l’inesistenza di un pur minimo processo di auto coscienza e di possibile auto critica. Se vincerà, com’è probabile, le elezioni, finirà, per questo motivo, per implodere

 

CASERTA(g.g.) Ora vedrete che anche sugli esiti della governance poll pubblicata nell’edizione odierna del Sole24Ore e costruita con rigoroso metodo statistico della Noto sondaggi, un marchio che da 30 anni sviluppa questa attività per tutte le testate nazionali,  De Luca avrà da dire, in misura inversamente proporzionale a quello che invece non ha avuto da dire di fronte all’inverosimile stima firmata Arcadia che fino a prova contraria, ad oggi, si è occupata di comunicazione elettorale, di staccare fatture a questo o a quel candidato al parlamento, al consiglio regionale, fino al consiglio condominiale e di comunicazione commerciale sapientemente, quando sconvenientemente messa in relazione a quella di tipo politico elettorale.

In effetti, De Luca si arrabbia e considera falsi tutti i sondaggi che non riproducono il suo pensiero, ma meglio sarebbe dire, che non riproducono i suoi desiderata.

La soffre questa cosa dei sondaggi il simpatico “fratacchione”, al punto da perdere la testa e, ritornando al buffo articolo di Roberto D’Alimonte, da forzare la mano chiedendo e come si è visto, ottenendo di far certificare come scientificamente autorevole e credibile, quella roba di cui il Sole24Ore gli ha fatto carinamente dono qualche giorno fa (CLIKKA QUI PER LEGGERE).

Oggi, De Luca è una macchina da guerra. Che funziona, però, solo con un programma, con un unico algoritmo. Se ci fosse qualcuno in grado di contrapporre una sua narrazione di denuncia vigorosa, ferma, credibile di questa arroganza inconsulta, irrefrenabile e irresistibile che il governatore sparge quando c’è qualcuno o qualcosa a intralciare i suoi disegni e a confutare, seppur timidamente, le sue affermazioni, utilizzando con determinazione e assiduità gli strumenti della comunicazione tradizionale e di quella più moderna dei social, De Luca perderebbe la tramontana e questa sua attitudine che con gli anni si è andata degenerando, apparirebbe chiara anche agli occhi di quel popolo del disimpegno che si fa conquistare e ripagare con una battuta ad effetto, con una trovata dialettica, pescata da un lessico cabarettistico.

E, d’altronde, ce ne siamo accorti tutti quando ha reagito, non esprimendo alcuna argomentazione di replica, ma solo una valanga di insulti, chi ha osato contraddirlo nel periodo covid.

Se De Luca ragionasse un attimo e la sua mente non fosse definitivamente obnubilata dall’imperio di un carattere che lo proietta continuamente nel delirio di onnipotenza, si renderebbe conto, magari andando a consultare il governance poll degli anni precedenti, che Zaia è arrivato a quel 70% che fa morire d’invidia De Luca, in maniera graduale, giovandosi di una valutazione generale, distribuita nel tempo con scansioni regolari, di buon governo da parte dei suoi corregionali.

Al contrario, De Luca aveva perso punti, fino al gennaio scorso, rispetto al risultato elettorale raggiunto 5 anni fa. Lo scatto in avanti, dunque, è di tipo emozionale. Di questa specifica caratteristica si sono giovati anche Zaia, Toti e qualche altro governatore, ma in questo caso la dinamica della crescita del consenso è stata di gran lunga più articolata rispetto a quella che ha connotato i numeri di De Luca: Toti ha messo insieme il covid al Ponte Morandi; Zaia, invece, si è limitato (si fa per dire o meglio, hai detto niente!) a governare in maniera da incrociare il favore diffuso delle genti del Veneto.

Ma De Luca non ragiona e dunque non considera questi aspetti della questione. A 71 anni ha perso ogni freno inibitore. In lui non abita la saggezza di un alter ego o, la potremmo chiamare anche auto coscienza, in grado di mettere in discussione la parte straripante e spettacolare di sè che oggi, di De Luca, rappresenta l’unico connotato. In caso di vittoria (questa qua scrivetevela), sarà proprio questo suo status irreversibile di incoscienza di sè a determinare la propria implosione nel corso della prossima legislatura regionale.