La rabbia di Giuseppe Razzano. Non ho mai subito alcuna perquisizione. Mi sento diffamato e sui documenti da me rilasciati al Parlamento Europeo…

23 Maggio 2025 - 19:42

Troppa approssimazione e superficialità, secondo noi, nella valutazione di atti giudiziari che devono passare nelle mani di giornalisti competenti in materia, in quanto la procedura penale è complessa e piena di insidie che possono indurre in errore, come in questo caso. Non è improbabile che Razzano sia stato indagato di rimbalzo per un affidamento di qualche anno fa, ma la sua posizione non è stata considerata dai PM di Torre Annunziata tanto grave da giustificare un ingresso della Polizia Giudiziaria nella sua casa e in ufficio. Intanto ha nominato l’avvocato Gennaro Iannotti per rappresentarlo in tutte le sedi

CASERTA (G.G.) – È probabile che Giuseppe Razzano, politico maddalonese già candidato alle elezioni comunali, sia entrato di rimbalzo nel registro degli indagati in una delle tante contestazioni che la Procura della Repubblica di Torre Annunziata ha formulato nei confronti del sindaco di Sorrento, Massimo Coppola, arrestato con il suo assistente per la nota vicenda della mazzetta consegnatagli da un imprenditore in una scena connotata anche da una flagranza di reato, nel momento in cui lo stesso assistente si è recato nel bagno del ristorante in cui si trovava per contare i soldi consegnati in cambio di un lucroso appalto.

Ma in questa storia Razzano non c’entra nulla. Come ha scritto ieri Il Fatto Quotidiano, la porzione dell’indagine che lo riguarderebbe è quella di un affidamento alla sua società, Comunicando, per una campagna di promozione dell’immagine di Sorrento.

Un affidamento per il quale, secondo i magistrati di Torre Annunziata, la società di Giuseppe Razzano non avrebbe posseduto i requisiti.

In un decreto di perquisizione ci sono, quasi sempre, i nomi degli indagati che sono oggetto della medesima perquisizione, ma anche quelli di altri indagati per i quali, anche per effetto di una considerazione più leggera dei fatti contestati da parte della Procura, non è previsto un ingresso della Polizia Giudiziaria all’interno della propria abitazione o dell’ufficio in cui esercitano la professione.

Il Fatto Quotidiano è entrato in possesso di questo decreto, ma superficialmente non ha lavorato per stabilire chi, tra gli indagati, fosse in una condizione tanto complessa da aver indotto la Procura a operare la perquisizione e chi, al contrario, in una condizione di maggiore leggerezza valutativa, questa perquisizione non l’ha subita. Qui sotto pubblichiamo il comunicato stampa di Giuseppe Razzano, divenuto un articolo di agenzia.

È ovvio che lui non dia per scontato neppure l’avviso di garanzia. Perché nell’incertezza, non avendo visto con i propri occhi il decreto di perquisizione a carico degli altri indagati, si esprime in questa maniera. Ma quello che non è giusto, che Giuseppe Razzano non meritava di subire in queste ore, era la diffusione di una notizia falsa. Perché è falsa, al di là della possibile dolosità o colpevolezza di chi l’ha definita come tale. Razzano non ha subito infatti nessuna perquisizione. Nessun agente della Polizia Giudiziaria si è presentato a casa sua, che poi è anche la sede della società.

Per cui ora fa bene a chiedere quantomeno delle rettifiche a chi ha sbagliato a riportare la notizia. Questo il testo della sua nota:

“Non ho subìto alcuna perquisizione e non mi è stato notificato alcun provvedimento. Sono pronto a tutelare la mia immagine e professionalità in tutte le sedi opportune. I fatti menzionati nell’inchiesta, inoltre, risalgono al periodo 2021-2022, mentre “la collaborazione con Picierno inizia a ottobre 2024. In quell’occasione, come avviene di prassi all’Eurocamera, ho fornito il casellario giudiziario e dei carichi pendenti, che risultavano privi di notizie di reato.”