LA RETATA DI CASTEL VOLTURNO. Sesso in Comune in cambio di favori

11 Gennaio 2019 - 18:40

CASTEL VOLTURNO – L’ufficio comunale usato come alcova per prestazioni sessuali, ‘contropartite’ per il rilascio di autorizzazioni amministrative e permessi a costruire. E’ quanto emerso dall’indagine della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere che ha portato oggi agli arresti sei persone, tra cui il dirigente dell’Utc del Comune di Castel Volturno, Carmine Noviello e il dipendente Antonio Di Bona, il primo ritenuto figura centrale di un “consolidato sistema corruttivo” che per anni avrebbe caratterizzato la prassi amministrativa del comune del litorale domizio, noto soprattutto per il degrado socio-ambientale legato alla presenza di almeno 15mila immigrati clandestini. Per la Procura guidata da Maria Antonietta Troncone – sostituti Quaranta e Giacomo Urbano – e i carabinieri del Reparto Territoriale di Mondragone, che hanno iniziato ad indagare nel 2016 sulla base della denuncia di un cittadino che aveva chiesto un’autorizzazione sismica per un complesso residenziale, Noviello e Di Bona, finiti in carcere, avrebbero ottenuto negli anni, in modo sistematico, soldi e favori per rilasciare atti e permessi; gli inquirenti hanno intercettato i due in ufficio, scoprendo che in qualche circostanza, Di Bona in particolare, si e’ fatto pagare “in natura”, anche in Comune, da persone che chiedevano il suo intervento per vicende edilizie. Al momento non

risulterebbe invece indagato il sindaco di Castel Volturno, Dimitri Russo. “Stiamo facendo altre verifiche sull’attuale vertice dell’amministrazione” ha tagliato corto il Procuratore.

Per alimentare il sistema, Noviello e Di Bona si servivano del professionista privato, in passato consulente dell’Utc, Giuseppe Verazzo, finito in cella. Complici di Noviello anche i vigili urbani, ovvero il Comandante della Municipale Luigi Cassandra e il maresciallo Francesco Morrone, condotti ai domiciliari con il tecnico comunale Giuseppe Russo. I due caschi bianchi avrebbero omesso di procedere ai sequestri quando emergevano illegittimita’ edilizie, inviando false comunicazioni all’autorita’ giudiziaria; non rispondono pero’ di corruzione, ma solo di abuso d’ufficio e falso in atto pubblico. Il Gip ha disposto inoltre il divieto di dimora per Rosario Trapanese, dirigente dell’Imat (Italian Maritime Academy Technologies), l’accademia di formazione del personale marittimo ritenuta all’avanguardia in Europa, ubicata al Grand Hotel Pinetamare; nel giugno scorso si concluse con successo all’Imat il primo test italiano “real training” per ufficiali di coperta e macchina. Nel mirino degli inquirenti e’ finita la costruzione di un simulatore – sequestrato nell’aprile 2017 – avente la forma di nave da crociera, che avrebbe occupato una volumetria superiore a quella consentita dagli strumenti urbanistici. La Procura ipotizza che Trapanese non avrebbe pagato neanche pagato gli oneri concessori di oltre 150mila euro, dando in cambio a Noviello stufe per l’ufficio comunale, prodotti ittici, ed interessandosi del viaggio di nozze in crociera della figlia di Noviello. Quest’ultimo avrebbe poi ricevuto un pagamento di 30mila euro dal proprietario di un immobile, l’American Palace, una volta degradato ritrovo di pusher e consumatori di droga, che voleva ottenerne l’agibilita’.