La vergogna non basta più: dopo essersi mangiati decine e decine di milioni in assunzioni di soggetti di ogni genere, quelli dell’Ex Consorzio Idrico vanno in prefallimento e chiedono il concordato preventivo al Tribunale
3 Maggio 2025 - 19:08

Quello che è accaduto – denunciato da dieci anni a questa parte unicamente da Casertace – rappresenta un peso insostenibile sulle coscienze di tutte le magistrature, colpevoli di un silenzio assordante. In calce all’articolo, la determina con cui è stata richiesta la procedura di concordato preventivo, redatta alla presenza del notaio Patrizio D’Angiolella
CASERTA – Inutile sprecare energie in invettive: da queste parti è ormai prassi che un gruppo di potere, responsabile della dispersione sistematica di decine di milioni di euro per alimentare clientele e interessi oscuri, non solo rimanga intoccabile da qualsiasi inchiesta giudiziaria, ma riesca persino, con un’arroganza sconfinata, a gestire una procedura che, a dispetto delle formalità contenute nel Codice Civile e nel Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (CCII), è a tutti gli effetti un’anticamera del fallimento.
Non è affatto scontato che il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, qualora la vicenda dell’ex Consorzio Idrico – oggi Itl Spa – assumesse una rilevanza politica, decida di omologare la richiesta di ammissione al concordato preventivo. L’istanza è stata approvata il 15 aprile scorso con una delibera del consiglio di amministrazione della Itl Spa. Trattandosi di una società a capitale pubblico ma disciplinata dal diritto privato, tale delibera ha richiesto l’atto notarile a cura del dott. Patrizio D’Angiolella.
Il concordato preventivo, tecnicamente definito come procedura giudiziale volontaria di tipo concorsuale, consente al debitore – in questo caso Pasquale Di Biasio e la sua ristretta cerchia composta dallo storico vicepresidente Carmine Palmieri, Domenico Iovinella e Pietro Crispino – di sottoporre ai creditori un piano contenente importi e tempistiche per il soddisfacimento delle loro legittime pretese.
Tutto ciò, naturalmente, richiede la presentazione al Tribunale di un dettagliato piano di ristrutturazione.
In un Paese anche solo vagamente normale, l’approvazione di tale determina avrebbe dovuto essere accompagnata dalle dimissioni irrevocabili del presidente e dell’intero consiglio di amministrazione. Attendiamo ora di poter esaminare il piano di ristrutturazione che verrà presentato. Ma nel frattempo, ci chiediamo: i revisori dei conti, cosa fanno?
Questa richiesta di concordato arriva subito dopo una lunga serie di decisioni scandalose: dall’assunzione di Tonia Elia, protetta politica di Giovanni Zannini, agli incarichi dorati assegnati alla figlia del dirigente Giancarlo Giudicianni, fino al contratto – solo formalmente a termine – della figlia della dipendente marcianisana Mina Valentino, nel frattempo promossa a quadro.
Per anni nessuno ha posto un freno. Il Consorzio Idrico si è trasformato in un pozzo senza fondo che ha divorato risorse pubbliche a ritmo vertiginoso. Le magistrature, nel loro sistematico disinteresse, porteranno per sempre la responsabilità storica di non aver voluto investigare a fondo su un ente che ha operato in un’autentica zona franca, dove ogni abuso è stato permesso ai vari Zannini, Di Biasio e soci. Un capitolo oscuro, che continua a scriversi nell’indifferenza generale.
Qui sotto il testo integrale della determina di richiesta di concordato preventivo assistita dal notaio