L’amministrazione del sindaco Andrea Pirozzi non abbatte il chiosco della camorra della famiglia Piscitelli e della cugina di Mimmariello. Questo indossa la fascia tricolore ed è pronto anche a candidarsi alla Regione
2 Gennaio 2025 - 13:52
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Su questa sorta di immobile di piazza San Marco grava un’ordinanza di abbattimento inapplicata da anni
SANTA MARIA A VICO (g.g.) – La cittadina caudina ha una piazza dal nome prestigioso. Non solo San Marco è uno dei quattro evangelisti, ma perché, almeno nominalmente, si sovrappone ad una delle tre-quattro piazza più note al mondo, la piazza San Marco di Venezia.
Solo nominalmente, però, quella di Santa Maria a Vico, invece, incuba solo guai. Avendo letto le intercettazioni e le frequentazioni del sindaco Andrea Pirozzi, ancora in sella e capace di indossare una fascia tricolore, la cosa non ci stupisce più di tanto.
Ma siccome la vicenda la conoscono in pochi oltre il perimetro di Santa Maria a Vico, la cosa va affrontata.
Questa piazza è interessata dai lavori per un asilo nido che, in Italia, dopo questo PNRR, ci saranno più asili nido vuoti, ma totalmente vuoti, che frequentati, in relazione ai tassi demografici di questo Paese dove i figli non si fanno, ma in maniera un po’ demenziale si costruiscono una marea di asili.
Ma piazza San Marco conta e conta anche per un fatto di legalità perché, a quanto ci risulta, da anni e anni esiste un provvedimento di abbattimento, firmato dall’Ufficio tecnico comunale del chiosco appartenente all’aurea famiglia Piscitelli, che incide pesantemente sulle finanze del ministero di Grazia e Giustizia, visto che sono tre i fratelli ad essere ospitati dalle patrie galere.
Il chiosco è intestato a Pasqualina Nuzzo, moglie dell’oggi detenuto Salvatore Piscitelli, fratello di Raffaele Piscitelli, riferimento importante della camorra locale e riferimento importante, non perché lo scriviamo noi, ma perché è segnato a lettere di fuoco nelle intercettazioni che coinvolgono il sindaco Andrea Pirozzi, ma dell’amministrazione che ha supportato elettoralmente, fino alla vittoria alle urne, come emerge dall’inchiesta che vede indagati dalla DDA 21 persone, tra cui il citato Pirozzi, la vicesindaca Veronica Biondo e altri 19, i cui nomi trovate nel nostro archivio.
Tra poco più di un anno si terranno le elezioni, ma Pirozzi, per colpa della Prefettura di Caserta che si è macchiata di una mancata attenzione rispetto a fatti giudiziari riversati formalmente in processi attivi nelle fasi dibattimentali, sta anche preparando – sembra pazzesco, ma è così – la propria candidatura alle elezioni regionali.
Perché quel chiosco è ancora intonso? Perché quel chiosco è ancora in piedi se è abusivo? Ripetiamo, stiamo parlando di una struttura per anni utilizzata dai Piscitelli, intestata a Pasqualina Nuzzo, moglie di Raffaele Piscitelli e cugina del boss in carcere Domenico Nuzzo, detto Mimmariello.