L’ARRESTO DEI DIANA DI ERREPLAST. Il pentito: “Ecco come e dove cambiavo gli assegni di Michele Zagaria”. Il bar Butterfly e, una per una, tutte le parentele tra loro e i boss
18 Gennaio 2019 - 12:02

CASAPESENNA – (g.g.) La seconda e ultima parte delle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Massimiliano Caterino, detto o’ mastrone, vero braccio destro di Michele Zagaria, nell’ambito dell’ordinanza che ha portato all’arresto degli imprenditori Armando, Nicola e Antonio Diana, tocca altri 3 punti su cui l’accusa fa leva nella formulazione della sua posizione.
Punto primo: il cambio assegni. Secondo Massimiliano Caterino, era lui stesso che li portava ai Diana. Dopo qualche giorno, ripassava per incassare il contante.
Punto secondo: i luoghi. Collegato al discorso degli assegni, è quello dei luoghi sensibili in cui avvenivano gli incontri tra l’emissario di Michele Zagaria e i Diana. Caterino fa riferimento al deposito di Gricignano e alla casa di Antonio Diana, “situata a fianco del bar Butterfly di Casapesenna“. A un certo punto, lo stesso Zagaria sarebbe intervenuto nei confronti di Caterino per dirgli di non andare più in quell’area, per “non
Terzo e ultimo punto: il reticolo di parentele. Non solo Michele Barone, cioè non solo il matrimonio tra Antonio Diana e la sorella dell’altro esponente del gruppo Zagaria, di cui però, nota Caterino, il boss non aveva grande considerazione a causa dei vizi, soprattutto quello della cocaina, e perchè aveva prelevato dei soldi dalla cassa del clan. Mastrone spiega altre parentele: una sorella di Antonio e Nicola Diana aveva sposato Salvatore Iorio, figlio di Gaetano Iorio detto “iasullo”, titolare di “un calcestruzzi a San Tammaro e legato al clan dei casalesi“; Salvatore Diana figlio di un altro fratello di Mario, Armano e Costantino, Alfredo Diana, ha sposato Anna, la sorella di Antonio Iovine ‘o ninno.
Buona lettura.
QUI SOTTO IL TESTO INTEGRALE DELLA SECONDA PARTE DELL’INTERROGATORIO DI MASSIMILIANO CATERINO