L’ASL DEI LADRI e dei falsari compulsivi. Certificati farlocchi per una protetta del capo della Misericordia Cuono Puzone. TUTTI I NOMI degli altri indagati

17 Marzo 2021 - 13:15

LE INTERCETTAZIONI. Non c’era problema, per qualsiasi destinazione. E così il Carizzone firmava la sanità mentale di un 27enne che doveva avere il porto d’armi, di una donna che doveva accedere ad un sussidio e di dipendenti pubblici che di andare a lavorare sembravano non avere alcuna voglia

 

AVERSA(g.g.) Come possiamo chiamarla, l’azienda di Luigi Carizzone…sì si potrebbe definirla una multiservizi, costituita in un vero e proprio luna park del falso. Mai, forse, in Italia, probabilmente anche nel resto del mondo, una sola penna aveva compiuto tanti reati.

False attestazioni dell’avvenuta realizzazione di progetti di assistenza e di recupero dei pazienti del Dipartimento Salute Mentale dell’Asl di Caserta; false attestazioni a favore di un imputato alla sbarra per aver violato pesantemente i limiti alcolemici e di aver provocato successivamente un grave incidente.

E poi, un vero mix di falsi “tutti frutti“: ti serve il certificato che attesti la tua piena sanità mentale in modo che non ti facciano problemi per il rilascio del porto d’armi? E che ci sto a fare allora io, Luigi Carizzone? Ecco qui il certificato. Ho parlato con papà che si chiama Vincenzo Grella di Aversa. Il documento serve al figlio Pierluigi Grella, 27 anni, anche lui residente ad Aversa. Ma non fa niente, non serve che venga qui a sottoporsi ad una visita.

Serve poi un certificato perchè una persona possa ricevere un sussidio? Qui al DSM di Aversa non ci facciamo mancare nulla. Pronto il certificato a favore di una persona la cui identità non è nota, ma per effetto della richiesta formulata da Valentino Di Michele. In questo caso, però stiamo parlando del capo di imputazione provvisorio  numero 20, il giudice afferma che non esistono gravi indizi di colpevolezza in quanto non c’è la prova che sia stato Carizzone in persona a rilasciarlo questo certificato. Ed è evidente che con ogni probabilità dello stesso non sia stata trovata alcuna traccia documentale.

C’è un’intercettazione telefonica tra il citato Valentino Di Michele e Patrizia Rampone, definita in questa ordinanza, l’amante di Luigi Carizzone. Qui il gip si dimostra coerente. Una coerenza che poi è servita in sede di Tribunale del Riesame. C’è un’intercettazione esplicita, ma non si ha certezza sul fatto che il reato sia poi consumato con la firma del Carizzone.

Abbiamo scelto di pubblicare il capo di imputazione numero 21, sempre legato a una falsa certificazione, perchè questo coinvolge un altro personaggio, di cui da anni ci occupiamo e che anche ha ritenuto ad un certo punto, facendoci il solletico, di poterci intimidire attraverso una querela. Stiamo parlando di Cuono Puzone, da Caivano (finito ai domiciliari), presidente della Misericordia locale, dominus della rinomata cooperativa, che ha infeudato l’Asl di Caserta da una vita, aggiudicandosi, senza colpo ferire, più di una gara, nonostante le tonnellate di inadempienze denunciate e un rapporto con i suoi infermieri, barrellieri, autisti a dir poco discutibile, diciamo così, strano, fondato sulla ben nota pratica della partecipazione di ognuno di questi, sempre con la carica di soci, alla medesima cooperativa.

Come se questo bastasse per giustificare o coprire un algoritmo di impegno professionale, fondato su una continuità operativa, su orari di lavoro spesso massacranti che hanno sempre rappresentato un format corrispondente a un rapporto di fatto di lavoro dipendente e forse anche di più rispetto al medesimo.

Ebbene, abbiamo deciso di pubblicare tutte le intercettazioni tra il Puzone e Francesco Della Ventura. Perchè al cospetto di Luigi Carizzone funzionava così: lui gratificava anche i suoi fedelissimi, cioè il D’Angelo, la Rampone, l’appena citato Della Ventura, concedendo loro la disponibilità ad aasecondare richieste di false certifcazioni. Per cui, se Valentino Di Michele sembrava appoggiato da Patrizia Rampone, Lucia Ortodosso, anch’essa beneficiaria di false certificazioni, era pilotata da Antonio D’Angelo, come già abbiamo scritto, appartenente al cerchio magico del “batterista” aversano.

Partendo un pò scherzosamente dal cognome di quest’ultima indagata per falso in concorso, cioè Ortodosso, esattamente il contrario del significato di questo aggettivo accadeva nel rapporto fluido, facile che Cuono Puzone, cioè mister Misericordia, aveva con il DSM attraverso la figura di Francesco Della Ventura.

Come leggerete nelle intercettazioni, il problema era quello di non far andare a lavorare una donna, che Puzone definisce sua amica, e che aveva da poco partorito. Le intercettazioni declinano tutta la dinamica del rilascio di questi documenti, con Carizzone che firma certificati che attestano una depressione post parto in riproduzione speculare di ciò che Puzone aveva scritto testualmente nei messaggi che spediva a Della Ventura. Per cui, è evidente che se esiste un’indicazione diagnostica a monte, ciò accade perchè non ci sarà mai una visita medica reale.

E sono più di uno perchè il dirigente può dare al massimo 30 giorni alla volta. Un periodo che non soddisfa Cuono Puzone, al punto che c’è una battuta che lascia trasparire la sua piccola delusione. E allora cosa succede? Che il “povero” Francesco Della Ventura, va quasi al manicomio tra messaggi whatsapp, consegne dei certificati a Caivano, appuntamenti presi e revocati per gli impegni. Il tutto nell’arco di due mesi, tra l’ottobre e il dicembre 2018.

Primo certificato datato 11 ottobre; secondo certificato 11 novembre. Discussioni concitate al telefono il 14 dicembre perchè Puzone dice senza mezzi termini di aver bisogno di un terzo certificato, finalizzato al prolungamento del permesso di malattia. E tranquillamente lo ottiene, a dimostrazione del grande abbraccio, della grande solidarietà tra pari che sempre si è registrata tra alti dirigenti dell’Asl di Caserta e la Misericordia, cooperativa per la forma giuridica, ma a nostro avviso non per la sostanza del suo agire.

E questo è. Le certificazioni rilasciate da Carizzone sono sempre collegate ad un’attività di pubblica amministrazione. Nel senso che il Grella deve avere dalla Prefettura, dal governo, il porto d’armi, la protetta di Valentino Di Michele deve ottenere il sussidio. La Ortodosso pure, anche se la procura non ha colto con precisione l’utilizzo che questa voleva fare del falso certificato. Stesso discorso per la protetta, ci sembra si chiami Pina, così è scritto nell’ordinanza, di Cuono Puzone, che voleva starsene in malattia senza rientrare sul posto di lavoro, anche in questo caso, pubblico.

Ciò è importante perchè qualifica i comportamenti di Carizzone e dei suoi concorrenti, come autori del reato di falso ideologico, come autore per l’appunto concorrenti del reato di falso ideologico del pubblico ufficiale e non del semplice falso in certificati, reato minore regolato dall’articolo 481. Questo viene ipotizzato dal gip nel momento in cui dichiara l’inesistenza di gravi indizi di colpevolezza nel caso di Rampone-Di Michele. Ma siccome la dinamica procedurale di indagine è molto differente del ben più grave reato di falso ideologico ai sensi dell’articolo 479, ed il più lieve falso di certificazioni, articolo 481, non si può derubricare in quanto le intercettazioni allegate alla richiesta della procura, risulterebbero inutilizzabili dato che utilizzabili sono solamente in relazione al falso ideologico.

 

QUI SOTTO GLI STRALCI INTEGRALI DELL’ORDINANZA RIGUARDANTI I FALSI CERTIFICATI FIRMATI DA LUIGI CARIZZONE A FAVORE DI UNA “PROTETTA” DEL CAPO DELLA MISERICORDIA CUONO PUZONE