LE CONFESSIONI DI NICOLA SCHIAVONE. Tutti a caccia di mister omissis, il giovane imprenditore edile di CASAL DI PRINCIPE, socio e confessore di “junior”
22 Ottobre 2018 - 19:15
CASAL DI PRINCIPE – Non ha mai costituito un problema evidentemente per Nicola Schiavone il fatto che gli imprenditori edili Bretto fossero stati, seppur indirettamente, imparentati con Antonio Bardellino, non esattamente un interlocutore pacifico di Sandokan che, non a caso, propiziò il suo omicidio.
Se i Bretto, pur tentandoci, non sono riusciti a entrare immediatamente nel giro degli appalti, orientati o meglio sarebbe dire, coartati, da Nicola Schiavone, è perchè quest’ultimo non li considerava degli interlocutori solo perchè non appartenevano alla sua generazione.
In questa parte dell’interrogatorio, depositato dalla Dda degli atti dell’udienza preliminare nel procedimento The Queen, diventa molto interessante allora la plurima citazione che Nicola Schiavone fa di un imprenditore edile rampante e di successo, evidentemente di Casal di Principe, suo coetaneo e dunque un 30enne che con Schiavone, grazie a Schiavone, aveva fatto passi da gigante e che del figlio di Sandokan rappresentava anche un consigliere.
Il nome di questo imprenditore è, ovviamente omissato dalla Dda, perchè su questi rapporti sono in corso delle indagini secretate e poi perchè la sua figura non entra, nè direttamente, nè indirettamente, a differenza di quella dei fratelli Bretto, nell’affare The Queen.
Mister omissis consiglia, per esempio, a Nicola Schiavone di non far entrare il gruppo di imprese, alle quali aveva, dopo un pò di tempo e di istanze presentate, ammesso anche i Bretto, appartenenti alla sua scuderia cioè a coloro che dividevano i proventi o pagavano per ogni appalto un tot a lui e al clan dei casalesi.
I Bretto diventano affidabili per Nicola Schiavone nel momento in cui pagano una quota importante di un lavoro acquisito, consegnando i soldi, racconta il neo pentito, a Rodolfo Corvino e a Lello Letizia.
QUI SOTTO UNO STRALCIO DELL’INTERROGATORIO