LE FOTO CASERTA. Siamo pazzi noi o “malfattori” loro? Un’antenna per telefonia mobile sul cappellone del cimitero. Andremo fino in fondo

16 Gennaio 2025 - 11:24

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Ci sono arrivate in redazione da fonte attendibilissima. Però, siccome quella dell’impianto non è nitida al 100%, manteniamo in piedi l’ipotesi di una nostra, pur sacrosanta e giustificabilissima, follia. Per i defunti di Caserta c’è solo l’eterno, ma manca il riposo

CASERTA (G.G.) – Probabilmente siamo noi che ormai soffriamo di una sindrome maniacal-ossessiva e che vediamo marcio e mercimonio dappertutto o è Caserta a essere governata da un branco di soggetti poco raccomandabili?

Abbiamo usato la parola branco non a caso, perché la riteniamo adatta come ipotesi alternativa alla nostra possibile sindrome maniacal-ossessiva, la cui cura può essere rappresentata anche dalla reclusione in un manicomio.

Nel primo caso. è assolutamente normale e non può rappresentare scandalo il fatto che su una struttura fondamentale dell’identità della “pietà” di una comunità, ossia quello che viene definito non a caso “il cappellone” del cimitero di Caserta, dove sono sepolte centinaia di persone, venga installata un’antenna per telefonia cellulare.

Nel secondo caso siamo dentro a una narrazione che meriterebbe di essere contenuto di un libro sulla dannazione umana quando l’uomo viene messo a contatto con il soldo, con la pecunia, con la moneta.

Una cosa, invece, è certa: ai defunti di Caserta bisogna confermare l’aggettivo e togliere il sostantivo dell’incipit di quella che è la preghiera più importante che li riguarda: l’eterno, infatti, c’è, quello che manca è il riposo.

Perché se tu metti una antenna per telefonia mobile, ossia un impianto poderoso, pesante, poi è chiaro che questo vada ad incidere sulla resistenza di un solaio che non è quello di una palazzina residenziale o una casa di abitazione, visto che chi l’ha fatto non pensava che sarebbe stato necessario un solaio molto più consistente e destinato a reggere carichi importanti come quello di una terrazza di una casa abitata.

Dalle foto non si evince, visto che l’impianto si vede da lontano. Cercheremo di avvicinarci maggiormente in modo da far capire bene il concetto.

Manteniamo sempre l’ipotesi del nostro avvicinamento alla pazzia, in opposizione a quella del branco di mariuoli.

Scherzi a parte, lo facciamo solo perché abbiamo molte fotografie delle condizioni vergognose, delle pozzanghere d’acqua che umiliano la pietas di questa città del 4° e 5° piano del cappellone, mentre la foto dell’impianto sul tetto non è nitida come quella degli allagamenti.

Come sempre, Casertace andrà fino in fondo.