LE FOTO. Dopo Matese Ambiente, i Casalesi e Imperadore, i rifiuti tornano a far discutere: 20mila euro sospetti in una determina ispirata dal sindaco di Sant’Angelo Michele Caporaso
23 Maggio 2022 - 18:06
Abbiamo ricevuto più segnalazioni e abbiamo deciso di occuparci di questo piccolo Comune perché il suo primo cittadino è anche presidente della Comunità Montana del Matese. Poi, siccome si tratta di “monnezza” e questo territorio se ne è viste raccontare di cotte e di crude…
Se il buon Caporaso risponde ad una domanda, ad una sola, che gli poniamo, gliene saremmo grati e gliene sarebbero anche i suoi concittadini, a partire da quelli che l’hanno votato, a cui dovrebbe dare ancor più conto
SANT’ANGELO D’ALIFE (G.G.) – Non c’è nulla di inopinato nella decisione di occuparci, oggi, e anche nelle prossime settimane, delle vicende di un piccolo comune.
Più volte abbiamo scritto che, dipendesse dai nostri estri e dalla nostra volontà, ci occuperemmo di tutte e 104 le amministrazioni comunali della provincia di Caserta, qua quella del capoluogo fino a Giano Vetusto che, se non andiamo errati, è il Comune con la popolazione meno cospicua.
Ma non possiamo, per scarsezza di mezzi.
Però, quando assumiamo delle informazioni che riguardano aggregati più importanti, sovracomunali e risultanti da una convergenza tra gli enti di governo che insistono su un territorio specifico, siamo un attimo più attenti nel valutare le dinamiche attraverso cui vengono spesi i soldi dei cittadini.
Ci dedichiamo a Sant’Angelo D’Alife perché è il paese di cui è sindaco Michele Caporaso, Pd, politicamente vicino al presidente del consiglio regionale Gennaro Oliviero, ma soprattutto da qualche mese presidente della comunità Montana del Matese, uno degli enti di governo più antichi, dentro al quale sono passate generazioni intere della politica matesina, a partire dagli anni ruggenti della Dc targata Dante Cappello, alifano doc, che da Alife mosse i suoi passi per diventare uno dei due o tre leader più importanti della balena bianca dell’intera provincia di Caserta.
Dunque, nel momento in cui Caporaso comincia a muoversi da presidente della Comunità Montana, non può non farlo dentro ad un rapporto funzionale, collegato, attiguo, con la carica di sindaco di Sant’Angelo di Alife, che per questo diventa il comune più interessante, con un peso specifico finanche superiore a quello che dà valenza ai centri più importanti e più antichi, cioè Piedimonte Matese ed Alife, sede diocesana.
Fatta la premessa, in modo che chiunque possa confrontarsi facilmente con la ragione di questa nostra prima sortita in un territorio di cui purtroppo non ci siamo mai potuti occupare con continuità, vi diciamo che di segnalazione ne sono arrivate diverse.
Casertace, per deformazione professionale, quando sente la parola monnezza è sempre percorsa da un sussulto.
E attenzione, la monnezza non è stato un fenomeno periferico nella zona del Matese, perché proprio lì ha furoreggiato per anni e anni Nicola Ferraro, patron di Ecocampania, consigliere regionale dell’Udeur e successivamente subissato da un numero ingentissimo di indagini che hanno contribuito a sancirne la continuità, anzi addirittura l’appartenenza, al clan dei Casalesi, con tanto di sentenze passate in giudicato, frutto anche dei fluviali racconti del primo tra i collaboratori di giustizia, cioè Nicola Schiavone.
Consorzio Ce1 e Matese Ambiente.
Insomma, qui non c’è alcuna verginità da difendere, visto che il tramonto di Nicola Ferraro non ha ripulito il sistema, il quale al 2015 in poi è stato monopolizzato da Gino Imperadore e dalla sua Termotetti, al centro di molte inchieste giudiziarie, una delle quali conclusa con l’arresto di alcuni pezzi da 90 della politica matesina e del Medio Volturno, Enzo Cappello, al tempo sindaco di Piedimonte Matese, e Angelo Di Costanzo, al tempo presidente della Provincia e sindaco di Alvignano.
Questo fardello storico dovrebbe indurre il sindaco-presidente o presidente-sindaco Caporaso ad essere molto prudente, visto e considerato che l’autorità giudiziaria, qualora se ne sviluppasse la necessità, non vivrebbe una sua “prima volta” in considerazione di una strada già fatta e aperta da migliaia e migliaia di pagine di atti giudiziari.
La prima attenzione che Caporaso dovrebbe usare nei suoi atti amministrativi collega gli stessi a ciò che le leggi, le norme o anche semplicemente una lex specialis, qual è ad esempio un capitolato, un disciplinare, un contratto di fornitura di beni e servizi, consentono o non consentono.
Abbiamo ascoltato un po’ di persone, ma vi confessiamo di non aver ancora avuto la possibilità di leggere il capitolato che costituisce la cornice normativa ed ordinatoria del rapporto tra il Comune di Sant’Angelo d’Alife, tra i cittadini di questo paese, e l’impresa che a suo tempo si è aggiudicata la gara d’appalto per la raccolta e il primo smaltimento dei rifiuti solidi urbani.
Il nome di questa azienda e Tlz, società della famiglia Cappelli di Ailano.
Cognome che al comento non ci dice nulla, se non il dato di fatto semantico che sia il plurale di Cappello, il che, in considerazione del pregresso, non è poi il massimo della vita e autorizza il sindaco Caporaso a toccare tutto quello che gli apre.
Dicevamo di non aver letto ancora il capitolato.
Noi siamo qui a disposizione e se il sindaco ritiene che stiamo dicendo una sciocchezza, siamo pronti a ospitare uno scritto nel quale vada ad esporre la sua idea su questa storia.
Facciamo coì, dato che non lo abbiamo letto ancora ci limitiamo a formulargli una domanda. Una sola: esiste, nel capitolato, e automaticamente nel contratto tra il Comune di Sant’Angelo di Alife e la Tlz di Ailano un articolo o l’aliquota di un articolo, un comma, una lettera, un codicillo, che declinando l’intera struttura, l’intero contenuto dei servizi da erogare, preveda anche l’intervento della Tlz nel momento in cui vengono alla luce discariche abusive?
Ci dica sì oppure no.
Possibilmente non ci dica ni, perché noi questo facciamo dalla mattina alla sera, cioè la scomposizione atomica degli atti amministrativi, delle scatole cinesi incomprensibili ai più, che spesso ne sono il riferimento normativo.
Noi, sindaco Caporaso, siamo indotti a pensare, e non vogliamo mai credere che incroceremo, nel capitolato e nel contratto, il contenuto di cui abbiamo parlato, che in realtà lei non ha realizzato una grande operazione realmente posta a vantaggio dei suoi concittadini.
Dunque, riteniamo che lei abbia svolto una cattiva attività di controllo sugli atti istruiti dai suoi uffici inerentemente alla gara.
Questo la esporrebbe a rilievi di tipo politico, a critiche, ma non certo a denunce più insidiose, più inquietanti, che diventerebbero invece atto dovuto nel momento in cui l’obbligo di ripulire e mettere in sicurezza eventuali discariche abusive individuate nel territorio di Sant’Angelo d’Alife, sia ben presente nelle clausole contrattuali senza che lei, sindaco Caporaso, se ne sia curato più di tanto, considerato che lo scorso 27 aprile (in calce la copia dell’atto), secondo le informazioni che ci sono giunte, i suoi uffici hanno firmato un affidamento diretto di 20mila euro, precisamente 19.980 euro, a favore della Tlz affinché questa impresa, con un compenso extracontrattuale, si occupi della bonifica della discarica di località Agricola-Rave, portata alla luce da un’ispezione dell’Arpac che ha anche sanzionato il Comune.
Se ritiene, sindaco Caporaso, attenendosi rigorosamente alla lettera della domanda formulatale, ci faccia sapere.