LE FOTO. Per la Meloni, CASTEL VOLTURNO è un chiodo fisso. Perchè gli interventi dei cittadini e dell’immigrata liberata non sono stati un rituale elettorale
5 Giugno 2019 - 09:00
CASTEL VOLTURNO – (g.g.) La lista di Fratelli d’Italia alle elezioni comunali di Castel Volturno ha riportato un risultato importante: il 17%. E’ chiaro che molto ha inciso il fatto che il candidato sindaco, cioè Luigi Petrella, sia stato espresso proprio dal partito di Giorgia Meloni. Però questo non è una nota di demerito. Al contrario, stabilisce un merito, frutto di un processo positivo e creativo iniziato dalla capacità di ottenere, dentro al complicatissimo tavolo dei partiti di centrodestra, la massima candidatura in uno dei 5 comuni che lo scorso 26 maggio hanno votato con il sistema del doppio turno.
E la Meloni, dunque non ha potuto far altro che complimentarsi lunedì scorso quando ha poco parlato e molto ascoltato, durante la visita che ha dedicato alla città di Castel Volturno, in cui è approdata, per la terza volta, nell’arco di pochissimo tempo.
Ha ascoltato proprio perchè ha voluto evitare di mettere il cappello, di anticipare, condizionandole fatalmente, le testimonianze di alcuni cittadini sulla difficile, anzi difficilissima, patologica, convivenza con gli immigrati, molti dei quali totalmente clandestini.
Essendo Fratelli d’Italia un partito fortemente caratterizzato, con idee poco sfumate in materia politiche sull’immigrazione, la scelta di ascoltare prima, poi esprimere qualche sua considerazione, partendo non dagli schemi programmatici, dai temi di ordine generale, ma da quelle storie comunque emblematiche, comunque esposte da gente che abita un luogo, vero paradigma della relazione insoluta, irrisoluta tra la vita degli italiani, dei residenti storici e quella di chi arriva nel nostro paese con una speranza non declinata, e che dovrebbe esserlo grazie alle idee chiare e alle risorse che l’Italia non ha e neppure può avere perchè il rapporto tra residenti ed immigrati non può essere una posizione politica, non può essere una caratterizzazione di una propria sensibiltà etico-morale, ma è cosa che riguarda la carne viva, le giornate reali della gente. Grande questione resa tale oggettivamente dalla relazione costante tra fatti, situazioni e codice penale e dunque legge.
Certo forse gli interventi effettuati davanti alla leader di Fdi erano anche preparati o comunque selezionati. D’altronde quella era una manifestazione elettorale, non un happening aperto a cui peraltro, riteniamo, la Meloni, che conosce, per formazione, sia la forma-partito, che il movimentismo senza filtri, non si sarebbe sottratta.
Ma il fatto che stessero dentro ad un copione, non vuol dire che quei racconti rappresentassero situazioni limite o fossero funzionali alle ragioni, peraltro legittime in questo periodo, della propaganda. Castel Volturno,infatti, è proprio così. E’ come l’hanno raccontata i cittadini presenti ed è anche come l’ha raccontata quella immigrata, la quale essendo riuscita, mettendoci dentro l’intelligenza ma anche la sofferenza, a declinare il suo sogno di liberazione dalla povertà. Certo, probabilmente si tratta di un esempio raro.
Liberarsi, come lei ha fatto, dai carnefici che l’avevano costretta a prostituirsi, non è da tutti, anzi è da pochi ed è possibile se uno o una posseggono un’attitudine battagliera, un orgoglio in grado di fare del patimento, dello struggimento strumenti di rivincita, di rivalsa, di liberazione. Però, lo stato su queste cose fa tante chiacchiere, tanta retorica e poca sostanza. I casi come quello raccontato dalla immigrata potrebbero essere tanti di più se le azioni di assistenza, di soccorso, fossero meno estemporanee e più organizzate.
Per quanto riguarda gli aspetti più politici o meglio più elettorali della visita, un saluto, la Meloni, lo ha dedicato anche a Giovanni Parente, candidato sindaco al primo turno, già pronunciato ufficialmente per l’appoggio a Petrella, al punto da non aver fatto mancare la sua presenza.
Indubbiamente, si è trattato di un evento non rituale, tutto sommato ben organizzato dal coordinatore regionale Gimmi Cangiano, sotto l’egida della neo senatrice Giovanna Petrenga. Tutti presenti i dirigenti provinciali, a partire dal coordinatore Enzo Pagano e dal responsabile provinciale per l’organizzazione Claudio Ursomando. Da segnalare, infine, la presenza, ed è la prima volta che l’abbiamo visto in giro per un evento con la Meloni, del consigliere regionale Michele Schiano, che ha lasciato da qualche mese la maggioranza che appoggia il governatore De Luca per costruire un nuovo percorso politico con Raffaele Fitto, parlamentare europeo confermato e candidato proprio nella lista di Fratelli d’Italia nella circoscrizione sud.
La Meloni ha ribadito e riconfermato l’impegno totale del partito affinchè la legge speciale per Castel Volturno, recante la sua firma, possa trovare una corsia sicura in Parlamento, per arrivare in porto.