LICENZA DI UCCIDERE. Domani lo sconcio degli sconci: il Consorzio Idrico di Zannini avrà da De Luca, che ne ha cancellato i debiti, la gestione del ciclo delle acque. 300 assunzioni e un’orgia clientelare no limits

23 Ottobre 2022 - 12:57

Vi spieghiamo perché i De Luca amano Zannini. In sostanza, sono come lui

CASERTA (g.g.) – Sapete perché non si parla più dei debiti accumulati dal Consorzio Idrico di Terra di Lavoro nel corso di questi ultimi vent’ anni di scelleratissima gestione attuata da politicanti senza vergogna e senza dignità?

Sapete perché non si parla più della fantascientifica gestione della coppia Giovanni Zannini – Pasquale Di Biasio, di gran lunga la cosa peggiore e disperatamente impunita ( una vera e propria licenza di uccidere con una malagestione che uno non riesce ad immaginare approcciando la materia, che si possa arrivare veramente a tanto, senza che nulla succeda) da noi vista e commentata in tanti anni di lavoro, svolto in questa provincia?

Ve lo spieghiamo: Giovanni Zannini è diventato, negli anni, un pupillo del governatore Vincenzo De Luca. Questo, di per sé, non è, però, sufficiente a elaborare una risposta al quesito da noi posto. Zannini è diventato il pupillo di De Luca, perché a De Luca piace come si muove Zannini. A carro armato e senza star lì a stabilire limiti invalicabili, i confini della decenza.
Zannini,

insomma, è no limits. Rischia lui di persona per portare montagne di voti a se stesso, ma anche a De Luca, com’ è risultato del tutto evidente alle elezioni regionali del 2020
È chiaro che se De Luca padre e De Luca figlio apprezzano le azioni di Zannini, fornendogli quotidianamente gli strumenti per realizzarle, è perché loro, i De Luca, magari muovendosi dall’alto di un carisma e orientando la dialettica, attivandola da una base culturale nettamente maggiore, rispetto a quelle possedute da Zannini, sono, sostanzialmente, come lui, approvano e assecondano quel tipo di politica, il modo con cui Zannini si muove, che, a nostro avviso, è tutto quello che serve per tenere questo territorio ai margini del progresso sociale ed economico del Paese, che può esserci solo se c’è il progresso dei saperi, della meritocrazia, dunque di fattori che sono esattamente quelli che le scorribande di Zannini, armate da De Luca padre e De Luca figlio, uccidono in culla. Sì, ai De Luca piace Zannini perché con lui si discuterà sempre solamente di quello che Giovanni Verga definiva “la roba” e Zannini non costituirà mai un fastidio, uno in grado di aprire fronti dialettici con la “sacra famiglia” salernitana.
Ed è per questo che Zannini ottiene tutto quello che desidera.
Quante volte avete letto nei nostri articoli che il debito reale, nudo e crudo del Consorzio Idrico di Terra di Lavoro, fosse largamente superiore ai 100 milioni di euro, cioè a più di 200 miliardi, sì, avete letto bene, a 200 miliardi delle vecchie lire?
Davamo i numeri al lotto?

Scrivevamo per screditare l’illuminatissima gestione di Pasquale Di Biasio e del suo autorevolissimo consiglio di amministrazione?

Niente affatto. Il trucco c’è e si vede.
Il maggior creditore del Consorzio, infatti, era Acqua Campania, cioè l ente con i quale la Regione ha gestito per decenni il ciclo delle acque.
Chi ci legge con assiduità lo sa bene: quel credito di decine e decine di milioni è stato un pratica “abbonato”, cancellato, assorbito nei meandri dello spreco, delle riserve enormi, dei centri di spesa che De Luca oggi, ma anche Caldoro e Bassolino prima, mettono a disposizione della mangiatoia clientelare, fucina , altiforni a produzione intensiva, di voti elettorali, che a De Luca arrivano proprio attraverso i fiduciari regionali alla Giovanni Zannini.
E così, sfruttando la disattenzione delle magistrature e l’assenza di un nocciolo politico reale, scevro da tentazioni consociative, normale co- ingrediente del clientelismo elettoralistici in grado quanto meno di domandare la ragione per la quale 40, 50 milioni di euro, che non fanno parte del patrimonio personale del De Luca, ma appartengono al patrimonio dei cittadini – contribuenti, finiscano in fumo, fagocitati da una transazione che in più di un’occasione non abbiamo esitato dal definire scandalosa.
Esisteva un piano: trasformare il Consorzio in una Spa, che, in quanto tale, ripulita dei debiti grazie al colpo di spugna dei De Luca, diventasse il braccio operativo dell’Ato delle Acque, dove troneggia il sindaco di San Marcellino Anacleto Colombiano, altro zanniniano di ferro e che alle ultime elezioni comunali si è presentato da solo, senza avversari, sottolineiamo, in un posto come San Marcellino.
La Spa è stata costituita con un ennesimo blitz, consumato sulla pelle del Testo Unico sugli enti locali, così come abbiamo dettagliatamente spiegato un un articolo di qualche settimana orsono. Il carrozzone, ripulito a freddo da larga parte dei suoi debiti per editto di De Luca, otterrà, dunque, la gestione del servizio idrico integrato di tutta la provincia di Caserta. Domani. lunedì 24 ottobre, arriverà la delibera dell’ente idrico campano. cioè dell’organismo sovraordinato all’Ato di Colombiano, con la quale l ex Consorzio farà il bottino grosso, cioè, lo ribadiamo acquisirà lo status di gestore unico del servizio idrico integrato in provincia di Caserta. L’operazione prevede la proroga dell’attuale cda per 3 anni, la nomina del dott. Scognamiglio (dirigente Eic) alla carica di direttore generale. E questo più di ogni altra cosa, la dice lunga sul rapporto di commistione tra l ente di controllo, cioè l’ente idrico campano, che domani dovrà deliberare, e la spa di Zannini e di Biasio un dirigente Eic andrà a guadagnare una barca di soldi assumendo la carica di direttore generale.
Si parla già di un piano assunzioni di circa 300 unità tra i quali 5 dirigenti.
Una nuova dimostrazione di forza da parte della peggiore politica, di quella che coltiva il parassitismo e tiene la Campania nell’ imbarazzante stato di luogo più assistito del mondo, attraverso l elargizione di un numero impressionante del reddito di cittadinanza.
Vergogna.