L’INCHIESTA. A Terra di Lavoro Spa impiegati minacciati. Come Fantozzi o ricominciano dal grado di operaio-parafulmine o saranno licenziati. Mentre Sgueglia…

23 Luglio 2018 - 09:18

CASERTA – Onestamente, tacciateci pure di essere ignoranti, ma noi una roba del genere non l’avevamo mai vista, né sentita. E dove possono capitare queste esclusive mondiali se non nell’inquietante perimetro di Terra di Lavoro Spa, società interamente nelle mani dell’amministrazione provinciale di Caserta? Cinque impiegati amministrativi tra cui un secondo livello con significativa qualificazione, sono stati convocati dai dirigenti che gli hanno fatto un discorso di questo genere: “o accettate una retrocessione al rango operai semplici oppure noi vi licenziamo. Il documento sta qui, la penna ve la diamo noi; firmate subito”.

A pensarci bene una cosa del genere noi l’avevamo vista solo in un film. Precisamente in un film di Fantozzi, quando l’impiegato per antonomasia interpretato da Paolo Villaggio dopo aver vissuto un’esperienza da militante comunista con il suo collega Folagra, viene riaccolto dall’azienda, ma riassunto con il contratto di minimo rango di parafulmine. E così è un po’ successo ai cinque. In verità, uno di loro, il gricignanese Buonanno, figlio del sindaco defunto del centro dell’agro aversano, davanti alla prospettiva, davanti alla minaccia, chiamiamo le cose con il loro nome, ha abbozzato ed ha accettato. Gli altri 4 tra i quali va annovarato anche l’ex presidente del consiglio comunale di San Felice a Cancello, Vincenzo De Lucia, tutt’altro che uno stupido, si sono messi in congedo e chi in malattia, provando a valutare con i loro legali la possibilità di aprire un contenzioso con la bizzarra Terra di Lavoro.

Bizzarra al limite della follia. Perché una decina di mesi fa, il primo livello quadro Silvio Sgueglia aveva preteso ed ottenuto di mettere in servizio, nel suo ufficio, con funzioni amministrative, due unità che svolgevano la funzione di operai, con contratto di assunzione per questa ultima specifica occupazione.

Adesso non si capisce questi due, ufficialmente operai, cosa facciano nell’ufficio di Sgueglia, probabilmente sperano di ricevere lo stesso trattamento che ha ricevuto, tempo prima, un terzo operaio divenuto poi, grazie ad una delle “magate” che somigliano tanto a magheggi, impiegato amministrativo con tanto di contratto ufficiale.

Se questo è un posto normale allora veramente qui siamo dentro ad una gabbia di folli; ma i folli non sono quelli che stanno dentro Terra di Lavoro, il folle non è Silvio Sgueglia, che ha dettato legge sempre offrendo agli altri dirigenti la possibilità di lavorare otto minuti al giorno guadagnando lo stipendio che guadagnano.

I matti sono i politici. Il presidente della Provincia Giorgio Magliocca ha promesso, in un’intervista rilasciata a Casertace un risanamento radicale ed una rigenerazione dei costumi inaccettabili che hanno scandito la vita di questo ente.

Ma la risposta del risanamento non può essere certo quello dell’alchimia contabile, attraverso cui la provincia scarica su Terra di Lavoro 400mila euro per la gestione dei servizi della piscina di via Laviano utilizzando così, in maniera a dir poco discutibile, i soldi dell’unica attività in attivo, grazie al sacrificio delle famiglie che iscrivono i loro figli ai corsi di nuoto e di altri sport, e grazie ai sacrifici delle società sportive, che pagano salatamente il fitto delle corsie e delle altre aree.